Capitolo 2

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Come ogni anno un sacco di nuovi studenti si aggiungono alla nostra grande famiglia.. si la nostra preside ci definisce una grande famiglia perché siamo sempre pronti ad aiutare ogni singolo componente.
Non è grande come scuola..ma ha il suo perché.

-Prima di andare in classe facciamo una scappatella alle macchinette..sto morendo di fame.-
Ci chiede Giulio..Anche se credo che questa non era solo una semplice domanda ma più che altro un ordine hahahaha.

-Si capitano- diciamo io e Maria in coro.

Come previsto andiamo alle macchinette e Giulio prende una bustina di patatine.

-Questa è la tua colazione?-
Dice Maria con fare disgustoso.

Lei non ama molto le patatine e le merendine...diciamo che non gli piace il cibo spazzatura...infatti lei è anche vegetariana.
Non so come fa ma porta questa cosa da quasi un anno.
Io dico come fa a resistere alla cotoletta..io boh

-Si!- dice Giulio con fare orgoglioso.

Dopo poco sentiamo la campanella suonare e cominciamo a correre per raggiungere la nostra classe.

Per fortuna quasi nessuno è ancora arrivato ed è molto strano visto che la campanella e già suonata.
Beh meglio per noi così ci possiamo prendere i posti migliori.

-Ovviamente i tre banchi in fondo- diciamo tutti e tre contemporaneamente... ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere.

Una volta raggiunti i nostri posti ci sediamo e continuiamo a parlare.

-Scusate ma quello è il posto mio e delle mie amiche.-
Ci dice l' oca della scuola.

Si avete capito bene "l'oca della scuola"! Si veste con minigonne e mogliettine trasparenti..io non so come fa e ovviamente tutti i ragazzi della scuola vanno dopo di lei...ma si sa il perché...beh perché è una puttana e non sto esagerando.

-Siamo arrivati prima noi quindi smamma- gli dico io con fare autoritario.

-Questa me la paghi sfigata- dice allontanandosi dai NOSTRI posti.

-Batti il cinque amica mia- mi dice Maria.
Rido a quell'affermazione e gli batto il cinque.

Subito dopo entra la nostra vecchia prof di storia..non che sia vecchia di anni..cioè si...Anche di anni ma non solo. È la nostra prof dal primo anno ed è la preferita di tutti.
Ha una vocina così carina e tranquilla, spiega in modo "originale", non sono le solite noiose lezioni.
E un mito hahahha.

Finite le prime due ore, nelle quali non è che abbiamo fatto chissà che, inizia l'intervallo. Yeeeee.

-Andiamo giù nel cortile?- chiedo ai miei due migliori amici.

-Ok- mi rispondono in coro.

Finito l'intervallo siamo ritornati un classe e abbiamo subito due ore di greco e poi finite le due ore siamo andati a casa.

-C'è qualcuno?- urlo io entrando in casa.
Appena entro rimango scioccata...ci sono un sacco di scatoloni con dentro tutte le nostre cose.

-Cosa sta succedendo?- chiedo io molto preoccupata.

-Dobbiamo trasferirci a New York, tuo padre ha trovato un lavoro migliore- dice mia madre.

Appena sento quelle parole mi sento malissimo...è come se il mondo mi fosse caduto addosso.

-No....ma come...non è possibile- dico io quasi piangendo, poi continuo.
-Io qua ho tutti i miei amici...I parenti, la scuola....non me ne posso andare-

-Tesoro so che è difficile... ma ti prego non insistere... non rendiamo le cose più complicate... ti prego- mi dice mia mamma quasi piangendo.

-Perché non me lo avete detto prima..almeno potevo salutare i miei amici...invece no voi non avete pensato che anche io ho una vita...ho degli amici, delle persone che mi vogliono bene.. è adesso sono costretta ad abbandonare tutto-  dico io piangendo.

-Non te lo abbiamo detto prima perché avevamo paura...  in ti volevamo rovinare gli ultimi giorni passati qua... mi dispiace- dice mio padre con tono triste.

-Io vado- dico e velocemente mi avvio verso la porta.

-Dove vai?- mi dice mio padre con tono autoritario ma allo stesso tempo impaurito.

-Vado a salutare i miei amici- dico io freddamente. Per poi sparire fuori di casa.

Cammino, cammino e cammino... non so dove sto andando ma qualunque posto sarà sicuramente migliore di casa mia.
Chissà cosa diranno i miei amici... chissà se dopo un mese mi rimpiazzeranno e si dimenticheranno di me.
Non voglio neanche pensarci.

Dopo quasi 30 minuti di camminata arrivò in un parco... ammetto di avere un po' di paura... insomma è buio e sono sola... meglio se torno a casa, domani andrò a salutare i miei amici per poi partire.

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