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2.

Nei giorni seguenti, Riccardo lo aveva evitato come se avesse la peste. Non aveva tutti i torti, ma Lo Strego sperava costantemente che cambiasse idea. Gli mancava vederlo trotterellare verso di lui dopo le prove per fargli un qualsiasi complimento o un appunto che tanto lui non avrebbe ascoltato. Si limitavano a guardarsi da lontano,nello stupore generale dei loro compagni. Non avrebbero capito nulla in ogni caso.
Sebastian era quello che aveva posto a Nicolas le domande più delicate su quel loro allontanamento ed era stato facile liquidarlo con la scusa di un litigio. Una mezza verità, insomma. Shady invece era stata la più invadente, come prevedibile, con quella sua convinzione di essere colei che li avrebbe salvati tutti. Non solo aveva posto più di una domanda a lui, ma aveva addirittura interpellato Riccardo, che l'aveva dribblata abilmente stupendolo positivamente, come se già non lo avesse fatto abbastanza nel corso dei mesi.
Ad un certo punto però, all'improvviso come aveva smesso, Riccardo aveva ricominciato a parlargli. Si era fatto trovare nella loro stanza e gli aveva detto con una calma surreale che gli dispiaceva per quello che era successo, che aveva aperto gli occhi e voleva che lui e Nicolas fossero amici.  Lui aveva annuito, ma dentro gli si era aperto qualcosa che non era riuscito a chiudere neppure con la nuova amicizia che da quel giorno avevano costruito. Dormivano di nuovo nella stessa stanza, ma tutti e due si cambiavano sempre nel bagno e Rosario lo aveva fatto notare loro in maniera non molto cortese. Di contro, nessuno dei due se la sentiva di rinunciare alle ore trascorse insieme in sala prove e nei corridoi della scuola di Amici. Grazie ad Andreas, che sembrava aver capito tutto comunque, Nicolas era riuscito a sapere che Riccardo non aveva ripreso la sua frequentazione con Giulia, anche se la speranza per lei era l'ultima a morire. Certo non sarebbe stato lui a dirle che molto spesso di speranza si muore. Se avevano voglia di baciarsi? Sì, decisamente sì. Nicolas la provava spesso (quasi sempre) e conosceva Riccardo abbastanza da poter capire quando l'altro provava lo stesso. Nessuno dei due aveva fatto niente, chissà perché.

"Allora che fai, ci vieni?"
Nicolas non aveva ovviamente ascoltato nessuna delle cose appena dette da Michele Perniola, così aveva sollevato un sopracciglio sperando che capisse di dover ripetere e di aver interrotto una riflessione.
Magari il secondo punto era chieder troppo.
Perniola però non sembrava aver colto il fastidio, perché con il sorriso di chi dice la cosa più giusta del mondo, aveva riformulato la domanda.
"Alla festa Nico. Ci vieni oppure no?"
"Quale festa?" - aveva chiesto sconcertato scrutando distrattamente il corridoio vuoto degli studi televisivi - "E soprattutto non chiamarmi Nico"
"Stasera do una festa nella mia stanza. Una cosa piccolina, però ci divertiamo. Manchi solo tu!"
"Umpf, non lo so, vediamo"
"Va bene, ma ci conto eh! Non lasciarci al palo. Abbiamo una sorpresina per tutti voi"
"Non ti capisco il 99,9% delle volte che parli, Michele, lo sai?"
Quello aveva sbuffato una risata divertita, poi lo aveva guardato dritto negli occhi.
"E comunque lo so che essere chiamato Nico non ti dà davvero fastidio: Riccardo lo fa sempre ed è ancora fra noi"
Con quest'ultima battuta, Michele era andato via a passo svelto, sulle sue gambe lunghe e magre che a guardarle da una certa distanza sembravano quasi uno scherzo. Nicolas aveva sbuffato. "Riccardo lo fa sempre", aveva detto.

Alla fine aveva deciso che avrebbe fatto la sua comparsa in camera di Perniola, quella sera. Ignorare Mike non sarebbe stato più difficile delle altre volte in ogni caso. E non c'entrava nulla il fatto che Riccardo avesse accennato di voler andare a quella festa, assolutamente no. Così si era armato di pazienza e aveva bussato alla porta del suo compagno di sala prove che gli aveva aperto guardandosi circospetto attorno per poi aprirsi in un gran sorriso e un abbraccio.
"C'è Nicolas! C'è Nicolas!" aveva detto ad alta voce al resto dei ragazzi presenti trascinandolo dentro per un braccio. Lo Strego non aveva neanche fatto in tempo a sorridere e cercare Riccardo con lo sguardo che qualcuno gli aveva allungato una canna col suo nome scritto sul filtro. Aveva riso.
"Era questa la sorpresa? Dio, quanto si vede che son più grande di voi,eh?"
"Queste cose non hanno età, amico mio" - aveva ammiccato in sua direzione Michele - "allora, ti unisci a noi oppure no?"
Nicolas non aveva fatto in tempo a rispondere che Riccardo gli aveva tolto di mano il gentile regalo di Michele per poi portarselo alle labbra con un sorriso.
"Non puoi rifiutare, soprattutto perché il tuo nome sulla cartina l'ho scritto io"
Subito dopo quella battuta non aveva sentito le risate degli altri, né il resto delle loro chiacchiere. Aveva solo continuato a guardare Riccardo con un mezzo sorriso e aveva acceso la canna come se fosse abituato a farlo tutti i giorni. Riccardo aveva ricambiato.

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