4. You took me back in time to when I was unbroken

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4.


Riccardo era stato molto felice di tornare negli studi televisivi di Amici. Rivedere Nicolas non era assolutamente uno dei motivi della sua contentezza, certo che no. Era una persona seria, lui.
Quella serie di messaggi che si erano scambiati qualche giorno prima del loro ritorno in sala prove non voleva dire assolutamente niente. Lui non aveva dimenticato la serata intera ad aspettarlo, l'umiliazione di un regalo buttato in un cassetto e come se non bastasse, all'insieme si aggiungeva anche l'ulteriore attesa di una risposta a quella foto assolutamente umiliante che gli aveva mandato. Sperava vivamente non l'avesse salvata nella galleria del cellulare: lo aveva umiliato in qualsiasi modo ormai, rendere pubblica una foto del genere era un colpo troppo basso anche per lui, no? Quella sera stessa Nicolas aveva fatto ritorno nella loro stanza e dopo i primi attimi di imbarazzo iniziale gli aveva sorriso e lo aveva salutato. Riccardo aveva ricambiato con gentilezza, ma non si era mosso dal suo letto neppure per un abbraccio, cosa che normalmente avrebbe fatto senza pensarci. L'altro sembrava averlo notato, ma non aveva accennato alla cosa e aveva iniziato a riordinare il contenuto della valigia.
"Come hai passato le vacanze?" aveva poi detto con un mezzo sorriso. Riccardo aveva risposto senza guardarlo, perché per quanto ne avesse voglia non ce la faceva.

"Nulla che tu non abbia visto in foto" - aveva bofonchiato con un mezzo sorriso. Dopo qualche secondo di silenzio, aveva formulato la domanda che gli premeva fare - "non sei venuto quella sera che ti ho chiesto di passare di qua"

"Ah, sì, a proposito di quello – mi dispiace, ma non mi sono accorto del tempo che passava e-"
"Fa niente, è tutto chiaro. Non era nulla di così importante"
Nicolas aveva guardato l'altro alzarsi e dirigersi verso il bagno. Con un sospiro aveva continuato a riordinare come se nulla fosse. "Quindi,alla fine ti sei fatto anche mettere i tacchi o quelli te li hanno risparmiati?"
La risata ironica del ventiquattrenne era arrivata ovattata dall'altra stanza. "Sei così divertente che secondo me hai sbagliato programma, davvero, dovevi andare Zelig"
"Zelig fa ridere solo te mi sa"
Mentre pensava a cosa dire per continuare a punzecchiare il suo compagno di stanza, Nicolas aveva distrattamente aperto un cassetto della scrivania trovando al suo interno un pacchetto regalo piuttosto bitorzoluto. Lo aveva guardato con curiosità, poi aveva sbirciato il bigliettino accartocciato accanto. C'era scritto il suo nome lì sopra, così si era sentito autorizzato a prenderlo in una mano per studiare la fantasia della carta regalo. Dopo aver capito che Riccardo non sarebbe uscito dal bagno ancora per un po', Lo Strego aveva ben deciso di strappare la carta per poi trovarsi davanti una lucina da lettura, una di quelle che si vendono in quei negozi carini pieni di cianfrusaglie in cui lui si era rifiutato di entrare tutte le volte che la sua ex glielo aveva chiesto. Ovviamente, la sfortuna non poteva non metterci il suo zampino, così Riccardo era rientrato in camera proprio mentre lui si rigirava fra le mani quel regalo. Quello che lui non avrebbe dovuto vedere, figuriamoci aprire.
"Ovviamente l'avresti trovato" -aveva borbottato quello più a se stesso che a lui - "dovevo dartelo quella sera che non sei venuto. L'avevo visto in un negozio e non lo so, l'ho preso"
"E' un bel pensiero"
"Sì, ma è un regalo per me. Rompi le scatole con quella luce per leggere tutte le notti"
Lo Strego non aveva commentato per qualche secondo, ad un certo punto aveva sentito l'esigenza di guardarlo negli occhi e così lo aveva fatto. Quello gli aveva restituito uno sguardo imbarazzato e colpevole. "Resta un bel pensiero" aveva soffiato alla fine, perché capiva perfettamente quando Riccardo mentiva per cadere in piedi, sempre dalla parte della ragione. Quello, come da copione, aveva alzato le spalle in una mossa che voleva essere indifferente.
"L'ho pagato poco, tranquillo. Tienilo, così smetti di darmi fastidio tutte le sere"
Nicolas non aveva detto nient'altro mentre il suo interlocutore aveva deciso di chiudere la discussione sedendosi sul letto armato di cellulare. "Grazie"aveva detto senza però ricevere alcuna risposta. Il cuore gli era precipitato nelle scarpe: non solo lo aveva bidonato in un modo orribile, ma lo aveva umiliato due volte. Non era quello che voleva fare a Riccardo, ma poi? Avrebbe voluto urlare al mondo che lui era lo stesso che aveva lasciato la fidanzata storica perché l'idea di vedere il suo futuro chiaro davanti a sé per i prossimi 30 anni lo spaventava. Era ancora quell'uomo di merda lì, Riccardo questo lo sapeva bene. Gli aveva raccontato di Chiara, dannazione, e lui era rimasto anche indignato quando lo aveva sentito! Cosa pretendeva da quella stessa persona di merda, che gli comprasse una casa in cui vivere insieme? Pretendeva che fosse diverso? "Se è questa la sua pretesa" - aveva sussurrato maligna la voce della sua coscienza -"allora può considerarsi soddisfatto. E' completamente diverso, e lo sai". Nonostante la calma esteriore di quel momento, dentro di sé Nicolas aveva preso a scuotere la testa.
Okay, con Riccardo era diverso. A livello sentimentale, era completamente diverso. A livello pratico, assolutamente no. Non avrebbe costruito una relazione semplicemente perché andiamo, era lì per la musica. Voleva una vita imprevedibile, poteva condannare chiunque a volerla con lui? Anche se avesse deciso di cedere e di rendere le cose serie con l'altro, cosa avrebbe potuto offrirgli? Ci aveva messo una vita a presentare la sua ex ai genitori! Era stato letteralmente costretto dagli eventi a prendere una casa da dividere in due e aveva tenuto così tante cose per sé che a momenti gli veniva da chiedergli cosa sapessero l'uno dell'altra. E certo, lui di Riccardo aveva imparato a sapere molto più di quello che paradossalmente aveva imparato di Chiara dopo tante chiacchierate. Riccardo era imprevedibile senza provarci più di tanto. Poi era assolutamente fiero, delle volte al limite della spocchia. Arrogante quanto basta per permettergli di rivedersi nei suoi atteggiamenti e riderne, quando non era troppo occupato a incazzarsi e ripetersi che no, non lo sopportava proprio. Lui non era Chiara, ma aveva 24 anni, dannazione. Nulla impedisce a un ragazzo di 24 anni di crescere e desiderare una vita più stabile. Lui non era riuscito a far crescere le sue prospettive dopo una relazione di più di sette anni, figurarsi cosa avrebbe potuto fare in futuro. Non voleva una cosa del genere, non voleva un'altra trappola, ecco. Dunque, se il paragone più vicino ad una relazione era una trappola, forse Riccardo non era poi tanto diverso, no? "Tu hai paura di Riccardo. Hai paura di volere quello che hai rifiutato fino ad oggi. E soprattutto hai paura che non lo voglia lui". La voce nella sua testa era tornata a sussurrargli la soluzione più maligna che mai. Aveva chiuso gli occhi, strizzandoli con aria sofferente.
"Ho mal di testa" si era lasciato scappare in un sussurro. Riccardo si era voltato a guardarlo, così si era alzato e semplicemente era andato a sciacquarsi il viso in bagno. Neanche adirlo, qualche secondo dopo l'altro era dietro la porta a bussare in maniera timida ma preoccupata.
"Nico, stai bene?"
"Benone"
"Non dire scemenze" - aveva detto invece dopo qualche secondo di indecisione, poi aveva aperto la porta - "vuoi che vada a prendere qualcosa in farmacia? O posso chiedere ad Andreas, lui ha sempre -"
"Perché non mi lasci in pace?" aveva ringhiato Nicolas con gli occhi ancora chiusi in una smorfia di dolore. Non aveva potuto vedere la reazione di Riccardo, lo aveva sentito solo sbattere una mano contro la porta.
"Sai cosa? Vaffanculo." - aveva sputato alla fine guardandolo attraverso lo specchio. Lo Strego non aveva sollevato lo sguardo - "Vaffanculo veramente, Nicolas.Aspetto di dirtelo da un po', guarda"
"Sì, okay, incazzati e ci vediamo dopo"
"Non capisco perché devi umiliarmi sempre in questo modo, mi hai veramente scocciato, tu e il tuo ego spropositato e io – lascia perdere"
Con un ultimo colpo alla porta, il ventiquattrenne aveva lasciato la stanza, buttando a terra metà delle cose ferme sui comodini di ognuno dei due. Nicolas aveva ringraziato mentalmente l'assenza di Rosario che probabilmente sarebbe tornato in serata, giusto in tempo per non lasciarlo da solo con Riccardo così ferito e con quel pensiero che lo perseguitava fino all'emicrania. Qualche ora più tardi e un mal di testa dopo, si era deciso ad andare a bussare alla porta di Andreas, giusto per assicurarsi che Riccardo non fosse troppo arrabbiato e magari per chiedere scusa, se lui non lo avesse aggredito subito.

"Cerchi Riccardo?"
Andreas gli stava restituendo l'occhiata seccata di chi la sapeva lunga. Nicolas aveva sospirato e annuito brevemente.
"Te m'hai rotto il cazzo, lo sai?"
"Andrè, ero nervoso e l'ho sfogato su di lui, lo so, però - "
"Però niente, Nico" - aveva risposto pronto l'altro chiudendosi la porta alle spalle - "ci sono un paio di cose che dovresti capire, lo sai?"
"Ti prego, non ti ci mettere pure tu"
"Senti, io non voglio sparare sentenze affrettate, però – vabbè, io l'anno scorso ho incontrato due persone proprio qui e sono diventate mie amiche. Eravamo tutti amici insomma, poi fra loro hanno cominciato a non essere più tanto amici e noi abbiamo dovuto costringerli a capire che le cose erano cambiate. Tanto cambiate. Mi segui?"
"No"
"Vabbè, comunque dovresti cominciare a fare i conti con un paio di cose, perché - "
"No. Andreas,stai zitto, okay? Io non so cosa ti abbia detto, però davvero, non ho bisogno di altre opinioni"
"Non mi dice niente. Niente di niente. Viene solo in camera mia a piangere, ma non parla. Se però esci fuori e lo trovi con Giulia forse sei più fortunato: a lei sembra dire tutto"
Senza neppure salutare il ballerino, Nicolas si era lanciato fuori dall'albergo in cerca dei due ragazzi. Non ci aveva messo molto a trovarli, seduti vicinissimi mentre continuavano a parlare fitto, lui con le mani strette in quelle di lei. Lo avevano notato dopo solo qualche minuto e sia Giulia che Riccardo avevano alzato lo sguardo interrogativi.
"Io e te dobbiamo parlare." - aveva detto senza collegare in alcun modo il cervello alle corde vocali - "Adesso"
Riccardo si era alzato sbuffando, lasciando con riluttanza le mani della giovane ballerina che era rimasta in disparte.
"Cosa hai detto ad Andreas?"
"Niente"
"Mi ha fatto un discorso strano prima, è ovvio che gli hai detto qualcosa"
"Rilassati, non ho rivelato a nessuno quello che ti piace a letto"
"Riccardo-"
"Zitto, non dire altro. Posso tornare da Giulia ora che abbiamo chiarito l'unica cosa che ti interessa?"
"Mi dispiace"- aveva sbuffato alla fine Nicolas trattenendo il ragazzo più giovane per un polso - "sono un cafone, hai ragione"
"Lo so benissimo di aver ragione. E lo stai dicendo solo perché vuoi sapere se ho parlato di noi ad Andreas"
"Dovrebbe esserci un noi per poterne parlare" aveva ringhiato a quel punto strattonandolo leggermente. Riccardo gli aveva restituito uno sguardo mortalmente ferito, poi si era liberato dalla sua presa ed era rientrato in albergo, fermandosi solo per chiamare l'ascensore. Neanche a dirlo, Nicolas lo aveva seguito immediatamente e quello, di rimando, si era lanciato su per le scale appena aveva capito che l'ascensore non lo avrebbe salvato in tempo.
"Riccardo, fermati, Cristo Santo!"
Il ragazzo, testardo come non mai, aveva completamente ignorato ogni suo richiamo e aveva fatto per aprire la porta della loro camera, con l'idea di chiuderlo fuori. Fortunatamente, con l'ausilio di un piede a ostacolare la chiusura, era riuscito ad evitare di esser lasciato fuori e Riccardo si era arreso con un sospiro arrabbiato.
"Smettila di comportarti così, ero nervoso, mi dispiace, che altro ti devo dire?"
"Cosa vuol dire che non esiste un noi?"
"Ne abbiamo già parlato"
"No, Nicolas, tu ne hai parlato! Io no!Perché non starà andando avanti ma qualcosa c'è stato eccome e lo sai"
"Ti ho già spiegato come stanno le cose per me"
"Oh, ti prego" - aveva risposto il più giovane con una risata amara e nervosa che ricordava tanto quelle dei primi tempi quando si punzecchiavano e flirtavano continuamente - "lo so cosa pensi tu: non è era niente di serio, un'attrazione come un'altra perché sì Riccardo Marcuzzo avrà pure gli occhi azzurri ma di starci insieme non se ne parla, perché sei troppo più intelligente, giusto? Lo so bene cosa cazzo pensi, non è quello che mi dà fastidio. Sembra che tu stia lì a cercare di rimuovere dalla realtà il fatto che a letto con me ci sei venuto per davvero! Perché è successo, Nicolas! E nonostante sia successo, io non l'ho detto a nessuno perché ti rispetto. Neppure a mio fratello l'ho detto e non gli ho mai nascosto nulla di rilevante in 20 anni!"
"Cosa vuoi che faccia, che ti permetta di mettere i manifesti?"
"Vorrei che smettessi di far finta che non è mai successo, anche se ti fa schifo l'idea. Mi farebbe stare molto meno di merda, in realtà"
Lo Strego aveva sospirato. Improvvisamente il mal di testa era tornato all'attacco più cattivo che mai. "Va bene." - aveva detto alla fine guardandosi le scarpe - "Adesso basta, okay? Non devi stare di merda, non c'è nulla per cui stare di merda. Non mi fa affatto schifo quello che è successo, ti ho spiegato come stanno le cose per me ma resta tremendamente complicato. Richi, i miei problemi non sono i tuoi problemi. Non è colpa tua se qualcuno non ti ricambia come dovresti esser ricambiato, mi segui?"
"Mi hai baciato dopo la festa di Michele Perniola. E' vero?"
Non poteva averlo detto.Nicolas aveva sollevato di colpo la testa, gli occhi fissi in quelli blu e pieni di lacrime del suo interlocutore. Dall'espressione del suo viso poteva capire quanto stesse cercando di non piangere e improvvisamente tutti gli anni che li separavano erano lì, palesi e insormontabili come tante, troppe altre cose che erano fra loro.
"Io– veramente non sono stato io, è che tu eri ubriaco e diciamo che io non mi sono opposto"
"Nicolas, ero fuori gioco, ubriaco perso. Avresti potuto fermarmi con un dito prima che succedesse"
"Io-"
"Lo capisci di cosa parlo?" - aveva detto il ragazzo chiudendo per un secondo i suoi occhi blu, il viso ormai rigato dalle lacrime - " Avresti potuto fermarmi immediatamente, non ero abbastanza reattivo da oppormi e questo immagino che tu lo capisca. Tu ti vergogni di ammettere che in qualche modo sei attratto da me. Non lo so come, quanto, però è così e tu lo sai. Ti vergogni. Quando mi hai detto che non provavi nulla per me, io ci son stato davvero di merda. Non ho capito, poi l'ho accettato perché che fare?"
"Riccardo, per favore -"
"L'ho accettato, Nicolas, perché ti rispetto profondamente,nonostante sia ovvio che mi rendi un idiota. Non sono così idiota da provare qualcosa per qualcuno che si vergogna di se stesso o di me. Soprattutto di me. Perché Nicolas, potrei accettare qualsiasi tuo problema con te stesso, ma non posso permetterti di farmi sentire come se valessi niente. Come se meritassi di aspettare qualcuno per ore"
" Non te lo meriti. Non ho mai pensato che tu lo meritassi"
" Credo di aver capito solo adesso quello che dovevo capire, lo sai? Tu non provi niente per me. Prima di questa sera avevo inconsciamente confuso l'attrazione con i sentimenti, il perché non lo so. Mi dicevo che non era possibile che tu non provassi nulla perché dannazione, eravamo andati a letto insieme più di una volta. Erano mesi, Cristo, tu - tu non stavi dicendo quello,anche se ti piacerebbe fosse il contrario. Tu sei attratto da me, ma non provi davvero niente, ed è molto diverso. Ti vergogni, come puoi provar qualcosa?"
A quel punto, Lo Strego non ce l'aveva fatta e aveva preso il viso di Riccardo fra le mani, come se la sola presa sul suo volto potesse suggerirgli quello che stava davvero provando.
"Cosa stai dicendo? Io non mi vergogno affatto di te,Riccardo, hai capito? Mi dispiace, mi dispiace, non mi vergogno dite. Non devi sentirti in colpa per – Riccardo, hai capito che non mi vergogno di te?"
Quello aveva scosso la testa un paio di volte, poi con stizza aveva allontanato le braccia dell'altro,fissandolo con nuovo astio. "Io lo so che non ti vergogni apposta, Nico. E lo sai anche tu, però di fatto è così. E io non ce la farei comunque. Per cui va bene così. Volevo solo liberarmi di tutto questo peso che, Cristo, come te lo spiego io?"
L'unica risposta che era riuscito ad opporre al balbettio confuso di Riccardo era stata una presa più ferrea sul suo viso e un bacio irruento sulle labbra che però l'altro aveva respinto subito.
" Lo vedi? Possibile che non capisci?"
"Mi dici se c'è qualcosa con Giulia? Per favore"
"Ma ti senti? Sei ridicolo, Dio santo"
"Non mi vergogno di te"
Riccardo lo aveva allontanato per l'ultima volta, aveva afferrato la maglia del suo pigiama e il cellulare e con un ultimo sguardo all'arredamento della stanza, aveva aperto la porta, contemplando prima il corridoio e poi di nuovo Nicolas. A quel punto era accaduta una cosa che non avrebbe dimenticato mai: Riccardo aveva studiato il suo viso per qualche secondo, come a volersi imprimere nella memoria ogni impercettibile cambiamento della sua espressione mentre gli spezzava il cuore per l'ultima volta, la definitiva. "Tu non ti vergogni di me, Nico. Il problema è che sono io a vergognarmi di te". Con quell'ultima battuta e un sospiro triste, si era voltato in fretta e aveva superato per miracolo Rosario, che aveva appena fatto la sua infelice comparsa armato di valigia. Ad ogni modo, Lo Strego non lo aveva sentito salutare. 


Eccomi qua. 
Lo so che non abbiamo molto da dirci ad ogni cavolo di aggiornamento, però niente, mi sembra giusto farvi presente che ho scritto tutto di getto e mi sta risultando difficile spezzare in parti. Mi auguro sia fatto nella maniera più chiara possibile. Se avete consigli, bestemmie o non so che altro per questa storia vi ricordo che ci sono sempre i commenti, anche se non scrivo esattamente dei "cool kids" di Wattpad e Amici16. Per i big likes dovevo darmi ai Giuliardo o ai Rederica (ewewewEW EW EW). 
Però gente non sono mai stata una dei cool kids né una che insegue i big likes. E soprattutto sono una shipper abbastanza di nicchia ma (non per vantarmi) sono sempre quella che alla fine ha ragione. La butto là eh
Baci
Gab

La costruzione di un amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora