-Allora, com'è andata oggi a scuola alienetta?- Domandò sua mamma, mentre poggiava un piatto di pollo con insalata al posto in cui la ragazzina era solita sedere.
Onice posò la sua tracolla vicino l'entrata, si tolse il giubbino pesante invernale e raggiunse la sua famiglia a tavola.-Non male. I professori non sembrano cattivi, anche se spesso evitano di guardarmi, al contrario dei miri compagni.-
La ragazza si mosse in direzione della madre, le schioccò un bacio rumoroso sulla guancia e prese il piatto che aveva tr le mani, posandolo al suo posto.-Ti davano fastidio i tuoi compagni?- Suo padre, un uomo mooolto più alto di lei e sua madre, entrò nella sala da pranzo con una bottiglia d'acqua e la posò sul tavolo, sedendosi poi a capotavola.
Non era un tipo severo, era solo diffidente. Spesso risultava apatico, ma in realtà teneva molto a come si sentisse tra gli altri.-No, in realtà non ho parlato molto. Solo un po' con la mia compagna di banco, Manuela, è molto simpatica, ma introversa. Poi ho parlato un po' con il ragazzo che abita qui di fronte...-
Si sedette alla desrea di suo padre ed aspettò che anche sua madre si accomodasse con loro per iniziare a mangiare.
L'odore di pollo le invase le narici, era caldo ed invitante, con un po' di sugo che le faceva venire l'acquolina ed insalata ben condita, le sembrava un pranzo da regina.-Ah, giusto,Simone, vero?-
-Si, lui. Se ne sta un po' sulle sue, ma sotto sotto è simpatico.- La sua, più che affermazione, fu una speranza, sentiva che non era cattivo,solo intimorito dall'apparenza.
-Pan come sta?- Domandò cambiando discorso.
Pan era suo fratello più piccolo di un anno, era molto simile a lei, poco più basso della sorella e gli stessi ricci, solo castani, avevano entrambi la stessa espressione curiosa ed il nasino all'insù da combina-guai. L'unica cosa che, effettivamente, facesse dubitare della loro parentela erano gli occhi, lui aveva due nelle iridi verdi, non due pozzi neri come i suoi.
Non le aveva mai dato fastidio ciò, mai sentita inferiore o sfortunata in confronto a lui, però spesso Pan sembrava leggere in lei una certa tristezza, perciò si ostinava a voler assomigliare a lei. Per non farla sentire sola. Era un bambino d'oro, il loro rapporto era stretto, loro erano inseparabili, si sostenevano sempre, erano sinceri fra loro, il loro era vero affetto e calore fraterno.Si era sentita in colpa quando il fratellino prese l'influenza, come se non fosse stata abbastanza attenta e forte da proteggerlo, non era nulla di che, ma Onice non ci poteva far nulla, si preoccupava troppo per lui, era la sua pietra preziosa, senza di lui sarebbe stata davvero sola.
-Bene, sta riposando, la febbre gli è scesa, magari dopodomani potrà venire a scuola con te, se il dottore gli darà l'okay.- La mamma le scompigliò i ricci e si sedette accanto a lei, diede il buon appetito ed iniziarono a pranzare.
Anche se era più piccolo, Pan aveva fatto la primina e, di conseguenza, era un anno avanti, perciò frequentava la prima media con lei, fortunatamente erano nella stessa classe.
Si sarebbe sentita più sicura con lui vicino, magari l'avrebbe aiutata a far amicizia o ad aprirsi.
Senza di lui sarebbe morta.-Mamma, a scuola c'è un corso di giornalismo in cui si realizza anche un giornale scolastico, sembra molto interessante...-
Onice si bloccò ripensando a ciò che, precedentemente, l'era capitato.
Non doveva pensarci, ma era più forte di lei, aveva sofferto molto internamente ed i suoi se n'erano accorti dal principio.
Era questo ciò che odiava ed amava di loro, non era lei facile da leggere come un libro, erano loro estremamente bravi a capirla, percepivano ogni suo cambiamento. Forse penserete che tutti, o quasi, i genitori sono dotati di questa abilità coi figli, ma loro- specialmente suo padre- erano ad altri livelli, era un vero e proprio potere. Intuivano ogni sentimento o cambio di umore di chiunque gli passasse vicino.
Spesso capitava anche a lei, magari aveva imparato da loro o era proprio una dote di famiglia.

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Smoky Eyes
Paranormal-Da quanto tempo li hai così?- Le domandò tamponandole lo zigomo sinistro, rosso per il colpo incassato, con un panno e del ghiaccio. -Forse da quando ne ho memoria. Credo da quando ho iniziato a parlare, ma non ne sono certa, sai, non ne ho le pro...