Capitolo Due- Freddezza

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Quella mattina era davvero una schifo di giornata, il cielo sembrava essere persino più grigio di lui, il freddo era arrivato a fargli congelare persino il buco del culo e probabilmente avrebbe trovato delle stalattiti sotto le ascelle.
Cosa aveva fatto di male nella sua esistenza?
Semplice, aveva abbandonato il suo letto anche quel lunedì mattina.
Ed ora era costretto a soffrire le pene dell'Inferno in mezzo alle teste di cazzo che popolavano la sua scuola.
Ma prima, avrebbe dovuto aspettare Caronte, o l'autista, che portasse alla fermata quel fottuto bus per portarlo in tempo a scuola, altrimenti si sarebbe dovuto subire anche il rimprovero da quell'Arpia della professoressa di tedesco.

Forse avrebbe dovuto iniziare ad imprecare di meno, non si addiceva ai perfetti eroi dei libri che aveva letto, quindi suppose che per ricevere qualche sorta di potere mistico/ lettera/ incontro con creature sarebbe bastato essere più fine.
Ma neanche, lui non era il tipo di persona che, di punto in bianco, sarebbe partito alla ricerca di pietre preziose, armi mistiche o risposte ad enigmi per salvare il mondo, anzi, probabilmente sarebbe morto provandoci.
Calpestato e massacrato.
Più e più volte.

-Cristoddio ora mi faccio spuntare delle ali alle scarpe e volo fino alla casa dell'autista se non muove il suo culo e lo porta qui, perché il mio sta congelando.- Imprecò sottovoce a denti stretti affondando il viso nella felpa super figa che aveva, con una stampa sul retro dei Doni della morte, coperta dal fantastico zaino con l'occhio di Sauron.
Poco fanatico, gli dicevano.

Si guardò intorno, cercando una sorta di empatia da parte di altri poveri cristi nella sua stessa situazione, tutti ricoperti dalla testa ai piedi di felponi,giacconi e ammassati vicino alla fermata.
Non era mai stata affollata come quella mattina, come se tutti i peccatori avessero deciso di incontrarsi proprio quel giorno per fare una festa a sorpresa al caro Caronte.
C'erano ogni genere di adolescente tipo che si poteva incontrare, dall'emo allo studioso, al dark al super colorato ancora legato all'infanzia, dal ribelle metallaro al bullo, alla ragazza alla moda risvoltinata anche sotto la neve, ai fanboy e fangirl di ogni tipo, ai ricconi figli di papà...

Dio santo, anche loro, quanto li odiava.
Li riconobbe subito, Marzia Bradbury e Leonardo Nisio, due cugini così schifosamente ricchi da avere monete anche al posto del cerume, chi non li conosceva nella sua città e dintorni? O meglio, nel mondo, erano seguitissimi su ogni social, potevano fare la foto di loro mentre cagavano e sarebbero stati ugualmente elogiati.
Non era soltanto invidia la sua, era più un rancore del passato, ora sembravano non riconoscerlo neanche più, come se lui fosse invisibile mentre loro sempre splendidi e visibile agli occhi di tutti.

Marzia era bella, alta, molto magra e snella, slanciata, occhi verdi e capelli rossi, vestiva sempre in modo piuttosto appariscente, non volgare, molto colorato ed alla moda, ovviamente.
Sembrava luccicare ed accecarlo, ricoperta di trucco e pagliuzze.
Leonardo era il tipico belloccio idiota, alto e muscoloso, vestiti di marca, scarpe costose ed atteggiamento intimidatorio, ovviamente aveva anche qualche tatuaggio, percing e dilatatori.

Erano più grandi di lui di un paio di anni, forse tre anni, ma ovviamente l'unico liceo Scientifico della città dove doveva trovarsi? Proprio di schiena alle medie!
Perché non gli bastava aver passato con loro una vita, ovvio.

Per quale diavolo di motivo avevano deciso di respirare l'aria e calpestare il terreno che solo i comuni mortali respirarno e calpestano? Quale onore, se lo potevano risparmiare, piuttosto avrebbero potuto continuato a scattarsi foto sulla Tour Effeil.

-E magari buttarcisi anche.- mugugnò irritato, cercando di andare il più lontano possibile da loro, rimanendo sempre vicino alla zona del cartello per il bus.
La situazione non migliorò quando lo spalleggiarono tanto da farlo cadere a terra, di culo, sulla neve, ovviamente.

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