John è seduto sulla sua poltrona, intento a scrivere l'ultima avventura vissuta col detective sul suo blog.
-John- Sherlock si lamenta.
John non gli dà corda, e continua a premere i tasti neri, quasi dolcemente.
Nel frattempo, le lamentele si fanno più forti e fastidiose.
-John, John!- Sherlock si lagna come un bambino.
Stanco, John chiude il portatile e volge lo sguardo verso il riccio, steso sul divano.
-Cosa vuoi?- chiede sospirando.
-Mh..-
John sospira, sa esattamente cosa vuole Sherlock.
Si alza lentamente, poggia il portatile sul tavolo e raggiunge Sherlock sul divano, che si alza per farlo sedere.
John si siede, e Sherlock poggia la testa sulle sue gambe.
Lentamente, John infila la mano fra i ricci del detective, massaggiando dolcemente, provocandogli un gemito di piacere.
Sherlock chiude gli occhi, beandosi delle attenzioni che stava ricevendo, poi li riapre e guarda John.
Prende un bel respiro e sussurra due parole. Due parole quasi impercettibili, ma non per John, che le afferra al volo e ne fa tesoro.
"Ti amo."