Sherlock è seduto sul pavimento, davanti la sua poltrona. È triste ed arrabbiato col mondo, nessuno sa per quale motivo. La signora Hudson è in cucina a preparargli un the.
Quando John rientra in casa e lo vede in quello stato, si avvicina alla signora Hudson.
-Cos'ha che non va?- le chiede preoccupato.
-Non lo so, non vuole dirmelo. Gli sto preparando il the, ma sicuramente non lo prenderà. È seduto in quella posizione da un'ora ormai.-
Nel frattempo il the è pronto e la signora Hudson lo versa in due tazze.
-Lasci fare a me, lei vada pure a fare quello che deve, penso io a lui.- dice John prendendo le due tazze con cautela.
-Va bene, caro- dice, per poi scendere di sotto.
John si avvicina a Sherlock e si siede di fianco a lui. Gli porge la tazza, ma il moro non sembra abbia intenzione di muoversi. John sospira e poggia la tazza sul tavolino, per poi fare un sorso dalla sua.
-Mh, buono questo the.- dice senza ricevere alcuna risposta.
-Senti Sherlock, qualunque cosa tu abbia, io sono qui, sempre. Puoi dirmi tutto, io rimarrò qui ad ascoltarti.-
John sposta lo sguardo dal viso di Sherlock alla sua mano aperta, poggiata sulla gamba destra.
Non sa se è una buona idea, ma lentamente intreccia la sua mano con quella del detective.
Sherlock guarda la mano di John nella sua, poi si volta verso John, stupito.
John sorride, non appena Sherlock stringe la sua mano contro quella del suo amico, in modo da formare un intreccio di dita meraviglioso.
Continuano a guardarsi per molti istanti, mentre la tensione fra i due sale.
E poi John lo fa. Appoggia una mano contro la guancia di Sherlock, e azzera la distanza fra di loro con un dolce bacio, che Sherlock dapprima non ricambia, per poi lasciarsi andare fra le labbra del suo amico, che ormai era qualcosa in più di un semplice amico.
