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Pov Margot
Una settimana senza di lui è stata un inferno. La notte gli incubi bussarono sempre alla mia porta ma non c'era nessuno ad affrontarli al posto mio e a cacciarli. Tutti i giorni vederlo ma non parlargli, vedere i suoi occhi spendi. E poi vedere Susan soddisfatta mi faceva salire la voglia di strangolarla, ma per non fare scenate mi subisco i suoi sorrisini soddisfatti e i pettegolezzi con le sue amiche.
Susan: allora Frost il tuo amore? Ti ha già abbandonata?
Rimasi indifferente alle sue parole che in verità mi stanno distruggendo dall'interno, devo mostrarmi forte o lei vince e lei non deve vincere, non contro di me. Come diceva una citazione "non si perde mai, o si vince o si bara".
Io: e il tuo Susan? Ah no scusa non ce l'hai il mate o magari non ti vorrà nemmeno da quanto sei navigata
Me ne andai in classe soddisfatta per averla zittita. Non seguí le sei ore di lezione, sinceramente non c'erano materie interessanti. Tornai a casa. Aprí la porta di ingresso e il suo profumo mi invase le narici, quel profumo che è meglio della droga per me. Mi feci un panino e salí al piano superiore, mangiai e mi cambiai. Indossai i pantaloni della tuta grigi, top sportivo grigio scuro e la prima felpa che ho fregato a Tyler. Presi le cuffiette e il telefono e li misi in tasca. Presi il mio album da disegno e l'astuccio con tutto il materiale per disegnare. Presi il libro è il quaderno di algebra, il diario e la penna e scesi al piano inferiore per poi andare in giardino. Poggiai il materiale sul tavolo e mi sedetti. Incrociai le gambe. Presi il telefono e collegai le cuffiette e le indossai. Misi una playlist tranquilla per fare algebra. Ho dimenticato gli occhiali di sopra cavolo. Tornai al piano superiore e presi gli occhiali e un elastico. Mi feci uno chignon e indossai gli occhiali in testa. Tornai in giardino e presi il diario e guardai gli esercizi da svolgere. Svolsi tutto in un'ora, intanto sentivo i suoi occhi puntati addosso. Tolsi gli occhiali e li appoggiai sul tavolo. Presi un immagine che avevo salvato un po' di tempo fa.

Presi l'album è ricopiai le cover raffigurate nell'immagine

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Presi l'album è ricopiai le cover raffigurate nell'immagine.
Ma feci entrambi gli occhi azzurri, ma quello con la scritta King lo feci più blu, come i suoi occhi.
Continuai a disegnare fino a esaurire le canzoni. Tolsi le cuffiette e sentí i suoi passi. Sta andando in cucina, avrà fame. Be ora che ci faccio caso anche il mio stomaco reclama del cibo. Guardai all'interno della casa e vidi la sua ombra muoversi in cucina. Uscí dalla cucina con un panino in mano, stranamente non ha addosso solo i pantaloncini. Appena lo vidi salire andai in cucina e mangiai la pasta avanzata dalla sera precedente.
Raggruppai le mie cose sul tavolo e le portai in camera mia. Lasciai gli occhiali sulla mia scrivania e tornai nella cucina, mi feci un panino con la Nutella e tornai in camera mia. Mangiai il panino e presi il telefono. Trovai vari messaggi da ragazzi che ci provano, ma il mio cuore appartiene a solo un ragazzo. Presi le cuffiette e le collegai al cellulare. Indossai gli auricolari  e iniziai ad ascoltare la musica. Mi sedetti sul davanzale della finestra a guardare fuori sul giardino.
...Sono anni che le cose più belle le perdo... questa canzone mi rappresenta molto. Una lacrima solitaria rigó la mia guancia. Tolsi la musica e mi sdraiai sul letto.
Cercai di dormire ma in vano, gli incubi mi vennero a fare visita e Tyler non c'era per mandarli via.
Quando mi alzai dal letto erano le 6:30. Feci una doccia cercando di rilassare i muscoli tesi per colpa di questi continui incubi che mi perseguitano ogni notte. Uscí dal box doccia, mi asciugai e mi vestí. Ho delle occhiaie da far invidia a Drake quando Hope lo tiene sveglio. Feci la solita linea di eyeliner e misi il mascara. Rinunciai subito all'idea di cercare di coprire le occhiaie, non ci sarei mai riuscita. Presi le chiavi della Lamborghini nera opaco. Non riuscirei a guidare la moto. Misi due materie totalmente a caso nello zaino e andai in garage. Mentre venivo qui l'ho intravisto bere il suo caffè. Entrai nella macchina e accesi il motore. Uscí dal garage e mi diressi a scuola. Lasciai la macchina nel parcheggio dell'istituto e dopo aver preso lo zaino mi diressi al suo interno. Ovviamente Susan con le sue gallinelle inizió ad assillarmi ma le parole non mi scalfirono. In queste due settimane dove sono stata lontana da lui ho iniziato a smettere di provare emozioni, è una cosa involontaria che a volte mi succede, non è la prima volta, ma spero che questa sia l'ultima.
Sentí qualcuno urlare il mio cognome al di fuori della struttura. Uscí a vedere chi fosse il decerebrato che mi stava facendo perdere abbastanza la pazienza. Vidi Tyler sorpreso ma poi i suoi occhi diventarono rossi e sul suo viso c'era dipinta la rabbia. Mi bloccai vedendo chi avevo d'avanti. Un ribelle ma non un semplice ribelle, è uno di quelli che mi aveva violentata. Lo fissai annoiata, gli voltai le spalle e feci per tornare nella struttura.
Andrew: cos'è non combatti più? Eppure eri una vera guerriera, non ti arrendevi facilmente. Una vera e propria ribelle.
Io: non perdo tempo con persone come te
Andrew: allora me la prenderò con il tuo mate se tu non vuoi combattere
Lo guardai negli occhi. Tyler si sa difendere benissimo da solo. Feci scoccare la lingua sul palato.
Io: sai una cosa che ho imparato in questi anni? che se ti metti contro uno dei fratelli Smith non ne esci illeso, soprattutto se uno di quei tre è un alpha.
Andrew: combatti
Io: ripeto, non spreco le mie energie con persone come te
Gli diedi le spalle e mi diressi all'interno della struttura.
Andrew: Frost. Credo che peró il tuo fratellino non si sappia difendere come te.
Davide non lo deve nemmeno sfiorare. Dietro di lui arrivarono due ribelli insieme a mio fratello, lo tenevano fermo dalle braccia e aveva un graffietto sulla guancia destra.
Io: "ti hanno fatto del male?"
Dav: "combattono come femminucce"
Buttai lo zaino a terra annoiata più che mai. Odio combattere di prima mattina soprattutto se ho avuto una notte d'inferno. Andrew si trasformó nel suo lupo grigio e io feci la stessa cosa. Lo sovrasto essendo una creata. Indietreggió leggermente. È consapevole che sono molto potente essendo figlia di due Alpha creati e nata alpha. Ringhiai leggermente mostrando le mie fauci. Girammo in cerchio studiandoci a vicenda e aspettando che uno dei due attacchi l'altro per primo. Fece un balzo verso di me che schivai con facilità. Lo azzannai al collo senza prendere punti vitali e lo scaramentai a terra. Si alzó mugolando. Mi leccai il muso.  Fissandolo negli occhi ringhiai. Non si arrese e provó ad attaccarmi altre due volte ma in vano, lo buttai a terra, lo morsi e graffiai. Mi ritrasformai completamente illesa e camminai verso l'entrata della scuola. Lo sentí ringhiare e in seguito mugolare di dolore, Tyler gli è saltato addosso, lo sta mordendo.  Si fermò un secondo e vidi i suoi occhi non essere più oro, ma rosso rubino, è arrabbiato. Tornó a massacrare il ribelle. Non lo fermai, non perché sono arrabbiata ancora con lui, ma perché sta facendo quello che io mi sono trattenuta dal fare, ovvero fare a pezzi quel bastardo.

Opposites attract {Da Revisionare}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora