In una storia stereotipata ambientata in un luogo stereotipato, non possono mancare personaggi stereotipati. Qui dovrete decidere se imperniare il vostro racconto intorno a una figura storica, sparando un sacco di cazzate sulla suddetta perché ovviamente non capirete che, per raccontare la storia di un personaggio realmente esistito, dovete ammazzarvi di biografie sul suo conto quasi fossero le sigarette che fumate ogni giorno (puah!), oppure se basarlo su personaggi inventati. Mi soffermerò sui secondi.
Il protagonista: solitamente un servo della gleba, un contadino o un modesto artigiano (che non sono la stessa cosa, ma basta che sia povero!), innamorato perdutamente della figlia del conte ma consapevole di non avere alcuna speranza perché lei è destinata a sposare un vecchio bavoso alleato del padre, deciderà di arruolarsi come soldato di ventura al servizio del re di Francia (o di partire per le Crociate) e, pur non sapendo nemmeno come si impugna la balestra, darà un apporto determinante alla vittoria in battaglia e verrà fatto cavaliere e omaggiato con onori e castelli. Questo giungerà alle orecchie della bella giovane, la quale - guarda caso! - rimarrà vedova del marito che - molto casualmente! - è scivolato sullo sterco del suo cavallo, ha picchiato la testa ed è morto - lo ritroverà e, dopo un amoroso congiungimento (leggere: scena di sesso di quindici pagine) lo sposerà.
La principessa nella torre: è una ragazza molto bella, con gli occhi grandi e i capelli biondi, rossi o neri (mai castani! Il castano è un colore plebeo). Figlia di un vecchio nobile vedovo, sarà costretta suo malgrado, alla tenera età di tredici anni, a sposare un vecchio impotente e brutto come un frignolo ner buo der culo impostole dal padre, e a vivere la sua adolescenza solitaria e desolata, vittima di violenze domestiche, senza amiche con cui confidarsi. Si innamorerà perdutamente del protagonista e farà l'amore selvaggio con lui, nel bosco o nel talamo del vecchio, ma verrà sputtanata da qualche vescovo stronzo e accusata ripetutamente di adulterio, infamia e stregoneria, messa alla gogna, stuprata, messa al rogo, messa alla berlina, derisa, accusata di stregoneria, calunnia, truffa e concussione, e infine, dopo mille stravaganti peripezie, riuscirà a coronare il suo sogno d'amore.
Il vescovo: lo stronzo di cui sopra, che non farà altro che mettere i bastoni tra le ruote ai due poveri protagonisti. Ripetere questo come un mantra: gli uomini di chiesa sono viscidi, sodomiti, simoniaci, pedofili, lussuriosi, avidi di denaro, sodomiti, laidi, viscidi, ignavi, golosi, accidiosi, irascibili, superbi, invidiosi, sodomiti, gobbi, juventini, pedofili, avari, vandali, unni, visigoti, nibelunghi, ma soprattutto pedofili e sodomiti.
Il nobilotto k@tt1v0: altro antagonista, in combutta col vescovo. Cattivo come Ramsay Bolton, arrogante come Don Rodrigo e vizioso come Silvio Berlusconi. Infama la protagonista, ma il suo segreto disìo è quello di tòrla per bene per dare sfogo ai suoi selvaggi istinti animali, e cercherà di escogitare sempre un nuovo stratagemma per averla alla sua mercè. Il suo hobby preferito è saccheggiare e dare fuoco ai villaggi del suo contado. Ma in fondo in fondo, è un grullo 'he crede che si possa frigge' coll'acqua, e la sagacia del protagonista illetterato sarà sempre superiore alla sua.
Il monaco: opposto del vescovo, ultimo baluardo di santità in un ricettacolo di chierici viscidi, sodomiti, simoniaci, pedofili, lussuriosi, avidi ecc. Sarà una specie di Gandalf tonsurato e vestito di nero, anche se domenicano.
Il cavaliere senza macchia e senza paura: i cavalieri sono empi e infami, è risaputo, ma lui no. Lui è il cavaliere senza macchia e senza paura per antonomasia. Da sempre innamorato della protagonista, farà di tutto per conquistare le sue grazie, ma il perfido padre di lei, in combutta coi cattivi™ della storia, preferirà gettarla in pasto al vegliardo sdentato e laido. Di classe umile, figlio di ministeriali (no, non quelli che lavorano per il Ministero! Quelli si chiamano ministri!), si conquisterà gloria e onori in terra straniera avendo sempre nel cuore la sua bella, e sconfiggerà Ulrich von Liechtenstein durante una giostra indetta dal re, armato solo d'una picca spezzata (se vi salisse la curiosità di sapere chi è Ulrich, sappiate che Wikipedia non parla della sua attività torneale, quindi dovrete esplorare i meandri di Google un po' più a fondo se volete sapere di chi si tratta...). Ma nonostante tutto, quella cagna ingrata™ della protagonista non lo degnerà mai d'uno sguardo, al limite lo omaggerà con un paio di pagine di sesso sfrenato per esprimere la sua gratitudine, ma poi lo condannerà alla famigerata friendzone (leggere: fossa dei leoni). Fingendo di sopportare stoicamente il rifiuto, il cavaliere senza macchia e senza paura, distrutto dentro e privato per sempre delle sue speranze, si farà crociato (anche se siamo nel 1386, non importa, sarà lui a indire una crociata tutta per sé) e morirà da eroe alle porte di Gerusalemme. Requiescat in pace.
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COME SCRIVERE UN ROMANZO STORICO AMBIENTATO IN EPOCA MEDIEVALE - guida pratica
HumorMentre appronto le ultime modifiche alle bozze semi-ufficiali del mio romanzo, mi diletto a dispensare consigli a tutti coloro che che intenderanno seguire il mio stesso percorso. Si prega di maneggiare con cura. Potrebbe contenere tracce di turp...