VII. OSSERVAZIONI SPARSE (aggiornata)

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Riesumo questa raccolta per riportare alla ribalta alcune tematiche a me molto care, che non riguardano tanto le ambientazioni medievali in sé, quanto la narrativa storica in generale.
Non so se questo capitolo sarà umoristico. E forse no, non lo è: sarà brutale, scurrile e dissacrante, così come il mio umore mentre lo scrivevo.
Talvolta potrei scrivere di getto ed essere autoreferenziale, senza ovviamente citare i riferimenti diretti ai fatti che mi hanno toccato di persona.
Possibile presenza di rant.

Nota bene: qui scrivo tutto quello che mi passa per la testa, pertanto il capitolo verrà aggiornato di volta in volta.

Per l'aggiornamento del 21/08/19: vedere punto 4...


1) I romanzi storici non sono "saggi"

Questa massima vale sia per il lettore che per lo scrittore.
Così come il lettore non è tenuto a snobbare la narrativa storica di per sé, credendola pedante e tediosissima saggistica (anche su questo ci sarebbe da discutere per ore, ma diamo per assunto che il lettore medio legga solo per svago e mai per arricchimento culturale), lo scrittore ha il DOVERE MORALE di contestualizzare ciò che scrive senza ammorbare le palle del lettore con digressioni infinite che non servono a un benemerito cazzo.
Tra i doveri morali dello scrittore/scribacchino/imbrattacarte dedito alla narrativa storica rientra anche la sacrosanta missione del "ludere docendo" - divertire insegnando - ovvero trasmettere qualcosa a chi legge senza per questo dargli l'impressione di trovarsi di fronte a un trattato storiografico.
Questo vuol dire che, oltre alle immani rotture di palle dello studio, vostro sarà l'onere di trovare un modo per veicolare informazioni che non pesi al lettore, attraverso vari espedienti narrativi (come dialoghi, dettagli inseriti nella trama, allusioni, scene di vita quotidiana, racconti e quant'altro) ed evitando il più possibile i famigerati "spiegoni", che se nei romanzi normali sono fastidiosi, nei romanzi storici sono la condanna al patibolo.

2) La narrativa storica è da sfigati

No, ma anche sì.
Mi spiego: per scrivere narrativa storica bisogna SOFFRIRE. Lo scribacchino di romanzi storici dovrà sudare sette camicie, ammazzarsi di ricerche, piangere lacrime e sangue per rendere il contesto credibile in ogni suo aspetto - dai comportamenti dei personaggi, alle situazioni, al registro usato, a tutto - e al contempo lavorare su una trama coerente e senza buchi, come farebbe qualsiasi altro romanziere. Si può dire, anzi, che le due cose vanno di pari passo e non possono essere scisse l'una dall'altra, perché ogni tassello deve occupare il posto che gli spetta.
Lo scribacchino di romanzi storici, oltre a venire snobbato dal 75% della comunità di Wattpad, deve resistere stoicamente alle provocazioni, alle lusinghe, agli illetterati che giudicano senza sapere, alle mefitiche tendenze editoriali e ai dardi scagliati dalla sorte beffarda, farsi le spalle quadrate e andare dritto per la propria strada, a testa alta.
Si può dire che questa è la sua sacra missione, da portare avanti con costanza e abnegazione: lavorare per migliorarsi, per limare le imprecisioni storiche o quelle stilistiche, ma MAI cedere agli inutili modernismi che appestano la narrativa attuale. Anche a costo di venire deriso e ignorato: purtroppo è qualcosa con cui, prima o poi, bisognerà scendere a patti.
Perché lo scribacchino di romanzi storici è spesso un povero sfigato che pensa all'antica, un nerd che non ha nessuno con cui condividere interessi, incapace di adattarsi al mondo attuale o profondamente in polemica con esso. Ma ciò è anche il suo punto di forza, un degno motivo di vanto: perché lo scribacchino, facendosi forza, si consacra Cavaliere votato alla Causa.

3) Non basta una storia d'amore "in costume" e/o ambientata nel passato per parlare di narrativa storica.

No, non basta.
NO. NO, e ancora NO.
Per quanto l'ambientazione storica sia figa, col fascino dei costumi d'epoca, i modi galanti e la "mentalità retrograda" che costituisce un'ottima cornice per una storia di amori torbidi e matrimoni combinati, non mi stancherò mai di ripeterlo: NON BASTA.
Se leggete su Wikipedia (che lo spiega sicuramente meglio di me):

Il romanzo storico è un'opera narrativa ambientata in un'epoca passata, della quale ricostruisce le atmosfere, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale, così da farli rivivere al lettore. Un romanzo si definisce storico quando è ambientato in un'epoca storica e intende trasmetterne lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali attraverso dettagli realistici e con un'aderenza ai fatti documentati. Può contenere personaggi realmente esistiti, oppure una mescolanza di personaggi storici e di invenzione.

...capirete da voi che per scrivere un romanzo storico ci vuole pazienza, dedizione e fatica.
Che sia una storia d'amore, un thriller o un romanzo d'avventura, un'ambientazione curata e verosimile è INDISPENSABILE se volete avere la presunzione di far passare le vostre opere per "narrativa storica". Quindi, mi duole dirlo, ma anche voi dovrete spaccarvi il culo, la schiena e la testa per ricostruire il contesto di appartenenza.
Chi scrive romanzi storici (o presunti tali), ve lo dico francamente, si sente offeso da chi spaccia per tali dei romanzi rosa in cui il contesto è ricostruito sulla base del sentito dire, su nozioni scolastiche e/o pescate da chissà quali opuscoli divulgativi. Gente, se ritenete di non avere la spina dorsale per consacrarvi alla Causa... davvero, lasciate perdere. O almeno abbiate la decenza di rifuggire l'infame categoria dei romanzi storici: farete contente molte persone.

4) Non è il periodo storico a rendere una storia "originale"

Una volta, neanche tanto tempo fa, ho sentito qualcuno dire che il Medioevo sarebbe un'epoca - a differenza di tante altre, come ad esempio la seconda guerra mondiale (sic!) - che non si presta a particolari sviluppi di trama; pertanto, tale scelta andrebbe a discapito dell'originalità di una storia.
A parte il senso di tale osservazione - che mi sfugge e che non ho voluto indagare a fondo solo per non macchiarmi del disonorevole atto di infierire su un inerme - non comprendo neanche il discorso che ne è conseguito, quello sugli sviluppi di trama, tanto che quasi fatico a commentarlo.
Come dicevo sopra, ogni periodo storico che si rispetti si presta a decine, centinaia di trame diverse, con variazioni di luogo, di personaggi, di tematiche e di risvolti - e di esempi ne ho fatti tanti anche qui, seppur in chiave goliardica e attaccando i vari cliché di genere.
Uno può scrivere una storia ambientata nel periodo meno cagato del mondo ma con una trama squallida e scontata (si vedano, a tal proposito, i soliti romanzetti pseudo-harmony che hanno un'ambientazione insolita giusto per far da cornice), oppure creare una trama originale e collocarla in uno dei periodi storici più inflazionati (e sì, a questo novero appartiene anche la seconda guerra mondiale, sulla quale ho letto talmente tanti sfondoni e storie agghiaccianti che quanto a dir quali erano è cosa dura).
Per quanto riguarda i cliché sulla narrativa storica ambientata nel Medioevo, penso di aver già dato nei capitoli precedenti, ergo ritengo superfluo rivangare sulla questione.
Il problema è che tali assurdità (e ciò si applica in generale a tutti i periodi storici) sono apprezzate e premiate dalla comunità di Wattpad, che ovviamente non ha la minima nozione di Storia e, anzi, dichiara apertamente di odiarla, mentre chi prova a fare della buona narrativa, basata su fonti, ricerche, evidenze storiche e cazzi e mazzi deve stringere i denti e subire i dardi scagliati dall'oltraggiosa plebe.
In alto gli scudi, cavalieri. Non si è perduto niente quando ci resta l'onore.

(to be continued...)

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