Capitolo 3

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"Non voglio mica conquistare il cielo"-Jennifer

Non vi siete mai chiesti qual è la cosa più imbarazzante che avete mai fatto? Quando hai una vita felice, quando impari a ridere di te stesso, quando non ti interessa dell'opinione altrui, è difficile rispondere a questa domanda. Però stranamente, anche se alla fine avevo iniziato a essere felice, ad aver imparato a ridere di me stessa e dei miei difetti, e soprattutto ad aver imparato a fregarmene dei giudizi altrui, mi diventò facile rispondere alla domanda due settimane dopo aver fatto piangere il sensibile e stupido Josh.

La cosa più vergognosa che mi era successa nella vita, era stato essere proclamata Regina di Insensibilità.

Come posso io, Jennifer Lawrence, essere passata da cagna ad insensibile? Molto facile, mi direte. Avendo rubato i libri ad un mio compagno nerd, e avendogli detto secchione davanti a tutta la classe. Il peggio di tutto però non era essere chiamata 'donna di ghiaccio', o 'villana antipatica' o 'ragazzina senza cuore'. Quello potevo sopportarlo, era sempre meglio che essere chiamata cagna. Quello che mi disturbava era il senso di colpa che mi accompagnava tutto il giorno,tutti i giorni, quando entravo in classe e vedevo Josh al suo banco, distrutto, e incapace di alzare lo sguardo per vedere la lavagna. O forse era sempre stato così e non me ne ero mai accorta? Mi pesava il fatto che i miei compagni di classe, anche se erano passate settimane, continuavano a ricordarmelo ogni minuto tramite accuse a voce alta, sussurri maligni o disegnini alla lavagna dove scrivevano i miei nuovi soprannomi.

Ma per caso qualcuno si era scordato che avevo detto "secchione" a Josh e lui si era messo a piangere? Non potevo crederlo. Si tutti i pettegolezzi che si erano creati intorno a me, ognuno era sparito nel giro di qualche giorno. Nessuno era durato tanto come questo. E anche se non era un pettegolezzo, non era nemmeno così grave. Voglio dire, se sentì una persona che dice che sei andata a letto con il chitarrista della banda più famosa di tutto l'Ohio, e senti un'altra persona dire che hai fatto piangere un nerd, cos'è più grave? La prima cosa, di sicuro.

Quindi perché ancora tutti continuavano  a ricordare le maledette lacrime di Josh Hutcherson?

Probabilmente era la cosa più incoerente che avessero mai fatto.

Molto incoerente.

Troppo incoerente per i miei gusti, pensai.

-Vai e chiedigli scusa, smettila di torturarlo -

Questo mi avrebbe detto un'amica. Se avessi avuto un'amica, ovvio. Però siccome io ero la ragazza più odiata di tutta la scuola, non ne avevo nemmeno una. Tutti potevano classificarmi come una che non ha vita sociale. Perché dai! Il mio gatto Cleo non contava come amico e... Chi non ha nessun amico? Ero sicura che perfino Josh, con i suoi brutto occhiali e il suo parlare da tuttologo, ne aveva almeno uno.

-Chiedigli scusa-dissi a me stessa.

Era ricreazione, e anche se molti avevano inventato che ero andata al bagno per ficcarmi due dita in gola e vomitare la mia colazione (perché si, secondo loro ero anche bulimica), io stavo guardando la mia immagine riflessa nello specchio sporco.

Respirai profondamente e aprii le mie labbra indecisa. Dovevo fare qualcosa, però non sapevo cosa. Parlare con Josh? Lasciargli un post-it sullo zaino con un messaggio di scuse? Cercarlo in biblioteca e spiegargli che non ero stata io a rubargli i libri? Pensandoci bene, non dovevo scusarmi di niente. Quindi perché il mio stomaco continuava a ritorcersi ogni volta che pensavo a lui?

- va bene, lo cercherò e... Gli dirò che... Che gli dirò?- pensai frustrata.

Sbuffai e uscii dal bagno.

Fu quando uscii dal bagno e girai l'angolo che successe la tipica scena che succede anche nei film nordamericani. Precisamente al contrario però. Mi scontrai con qualcuno, e indovinate con chi. Diavolo, si! Con Josh Hutcherson e la sua enorme pila di libri. Il suo spavento fu tale che  i suoi libri volarono insieme ai suoi appunti, prima su, poi giù fino al pavimento. Cercò di prenderli prima che cadessero, ma ogni tentativo fu vano.

Cosciente di tutta la gente intorno a noi che ci guardava e ci indicava, mi accucciai per aiutarlo a riprendere le sue cose. Poteva questa azione levarmi la nomea di insensibile?

Con lo sguardo basso Josh finì di riunire i fogli e si mise in piedi, ignorandomi completamente.

-è tuo- dissi quando lui stava per andar via dalla parte completamente opposta alla mia. -Josh!- esclamai seguendolo e facendo sì che la gente cadesse in un silenzio tombale.

Avevo sempre pensato che la gente esagerava quando dicevano 'arrossire come un pomodoro', però in quel caso era certo. Quando si girò per guardarmi il viso di Josh non aveva altri colori se non il rosso.

-Ecco qui- dissi allungando il braccio con la mano nella quale c'erano i suoi appunti. Speravo almeno che si degnasse di prendere i fogli, ma niente.

-Non ti guadagnerai il cielo con questa azione- sussurro a voce bassa.

Per un momento credetti che avevo immaginato tutto quanto. Non mi aveva rivolto queste dure parole e soprattutto con questa voce dura. Però non me l'ero immaginato; era la sua bocca quella che si muoveva quando parlava e era la sua voce quella che era piena di rabbia e dolore.

-Non voglio guadagnarmi il cielo- risposi; quindi mi girai sapendo che ero al centro dell'attenzione del resto degli studenti e me ne andai.

Stupido Josh/traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora