Capitolo 1

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Il mio nome è Jennifer, e faccio piangere i nerd
-Jennyfer

-Chi ha preso i miei libri?- chiese Joshua a tutta la classe.

Le persone dentro alla stanza ammutolirono. Alzai gli occhi, disinteressata, e tornai a concentrarmi sul colore scarlatto del mio smalto per unghie. Qualcuno doveva inventare un applicatore per lo smalto, pensai. Odiavo ritoccarlo tutti i giorni.

Sentii alcuni mormorii, e dopo dei passi fermi che si avvicinavano a me.

-Ridammeli- esigette una voce accanto a me, però continuai ad essere immersa nel mio mondo.         
-Ho detto ridammeli- ripeté con maggiore forza.

Quando mi resi conto di chi avevo accanto lo guardai. C'era Josh Hutcherson, che cercava di essere autoritario e che però non ci riusciva e falliva miseramente nel suo intento. Pensai che la sua faccia era squadrata e che i suoi lineamenti erano molto mascolini, però il suo sguardo da pesce lesso e le sue lentiggini da bebè gli facevano perdere qualsiasi traccia di uomo dal suo viso. Più i suoi occhiali squadrati con le lenti spesse e i capelli pettinati pateticamente con una riga nel mezzo non lasciavano dubbi. Nell'insieme, la sua faccia gridava "sono un nerd!".

-Ridarti cosa?- dissi spostando gli occhi sul suo Jersey verde, i suoi pantaloni di flanella grigia e le sue scarpe nere e brillanti.

-I miei libri- ripeté.

Alzai lo sguardo rapidamente, è un colorito rosso si formò sulle guance.

-Di che libri parli?- indagai guardando ognuno dei miei compagni, che stavano aspettando la mia reazione.

-Quelli che erano sul mio banco e che tu mi hai preso. Ridammeli!-

Sentii delle risatine intorno a me, che sembravano aspettarsi una scenata di rabbia davanti a loro. Quindi volevano una scenata eh? "Cosa si poteva dire in più di me?" Mi chiesi. Alla fine, tutte le cose peggiori le avevano già dette. Chissene importava se mi davano di rubalibri.

-Non te li ridarò, sappilo.- dissi con arroganza, tornando a guardarmi le unghie delle mani. Era una risposta da vera stronza.

Non avevo mai parlato con Joshua, voglio dire, non sarebbe mai esistito un punto d'incontro tra una cagna come me e un nerd come lui. Da quando avevamo cominciato la scuola lui viveva chiuso nel suo mondo, tra pagine e pagine di libri, suppongo. E nei tre anni nei quali avevamo fatto le stesse materie insieme, non avevo mai pensato di prenderlo in giro e di burlarmi di lui (cosa che agli altri rimaneva molto strana, e che non era stata aggiunta alle cose brutte che avevo fatto). Voglio dire, perché avrei dovuto prendere in giro lui quando potevo passare il tempo a fare sesso con mezzo mondo, ad abortire bambini, a rompere cose intorno a me e a sedurre professori? Logico,si.

-Mi servono- continuò Josh.

Quando lo guardai il vetro dei suoi occhiali si stava appannando. Stava piangendo? Merda, no.

Il resto dei miei compagni cominciò a ridere e in quell'istante sarei voluta tornare indietro nel tempo per non rispondergli così male. Sapevo cosa voleva dire essere l'oggetto delle risate degli altri. Orribile. Le stesse cose le avevo vissute i primi anni di scuola, quando sentivo tutti che mormoravano cose terribili alle mie spalle. Piangevo quando tornavo a casa. Solo che mi ero abituata ormai. Non a piangere, a sopportare.

Però ora ero io che avevo fatto sentir male un'altra persona. E di solito non era così. O meglio, offendevo solo le persone che se lo meritavano.

-Complimenti Jennifer- squillò una voce dietro di me -hai fatto piangere una persona-

Girai la mia testa di centottanta gradi e i miei occhi incontrarono quelli di Paul. Maledetto idiota. Non so come aveva fatto a piacermi gli anni passati. Forse mi avevano stregata i suoi occhi blu, però non potevo accettare che mi facesse cambiare l'umore e mi trattasse con arroganza con quei sorrisetti falsi che mi faceva. Finí di piacermi quando baciò Claire, un anno prima. Grazie al cielo.

-Sei il prossimo della lista-lo rassicurai con un tono che più di minaccia sapeva di promessa.

-Provaci. Cagna.- mi minacciò.

Ruotai gli occhi e feci tornare i miei occhi giù, per scandagliare la stanza. Josh non c'era più. Non c'era traccia del suo viso.

-Chi gli ha preso i libri?- chiesi sapendo che qualcuno gli aveva fatto uno scherzo di cattivo gusto.

-Tu- accusò Emma, stirando con un dito un lungo riccio castano dei suoi capelli.

-Chi gli ha preso i libri?- ripetei ignorandola. Lei era castana, tuttavia era stupidì quanto alcune bionde dei film. Nessuno rispose.
-Rispondete- esigetti senza sapere perché il loro silenzio mi dava così tanto fastidio.

-Sono stato io-messe Aaron. Era ovvio che fosse stato lui, imbecille. Me lo sarei aspettata. Il ragazzo figo che prendeva in giro il nerd. Originale!
-Volevo solo vedere se il timido Josh ti avrebbe sfidato- ridacchiò.

-Perché gli dicesti che ero stata io?- chiesi con un po' di insicurezza.

-Che cagna.- mi disse guardandomi con disprezzo. -come si nota che sei egoista eh? Non ti guardi nemmeno intorno, esisti solo tu. Per te tutto è "io questo, io quest'altro". Io,io,io. Tipico di cagne come te.- sentenziò scuotendo la testa. -Sei così presa da te stessa che non ti rendi nemmeno conto che lo stupido è timido nerd che hai appena finito di insultare è pazzamente innamorato di te.-

-Serio?- Risi con forza.

Non gli bastava dire che ero un'assassina, che uccidevo i bambini che portavo nella mia pancia concepiti a causa di rapporti sessuali mai avuti, ora creavano pettegolezzi anche sul nerd innamorato di me. Incredibilmente penosa la mia vita, si.

-Smettila di dire stupidaggini, Aaron.- dissi senza poter nascondere la mia indignazione e incapace di trattenere la risata che mi causava questa situazione. -E per favore, ridai i libri a Josh.-

-Non mi dire che ora ti preoccupi di un nerd come lui.- disse Paul intervenendo e facendo sentire a tutti il suo tono sarcastico.

Arricciai il mio naso.

-Ovvio che no, idiota. Solo che non voglio che la mia coscienza continui ad esistere con questi sensi di colpa.- dissi scettica, e mi sedetti compostamente aspettando che la professoressa di storia entrasse nella classe.

Stupido Josh/traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora