Partenza

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Non ero mai partita per un viaggio non sapendo nemmeno la meta che avrei dovuto raggiungere. Sapevo cosa dovevo fare, ma senza avere un indizio su dove incominciare la nostra ricerca, anche se sembrava che i nostri compagni infernali conoscessero molto bene la strada. Ci eravamo ritrovati il mattino dopo ai piedi del monte, tutti e cinque: Azrael si era rivelato un demone dalle sembianze molto umane, se non fosse stato per le corna e le mani artigliate.

Lilith aveva deciso di indossare una sorta di armatura composta da un corpetto di cuoio con le spalle coperte da due sorte di ali di metallo. La gonna era formata da strisce, anch'esse di cuoio, che coprivano un paio di pantaloni molto aderenti. Agli stinchi, come agli avambracci, aveva delle protezioni, mentre ai piedi indossava dei pesanti stivali. Lo stesso vestiario era toccato a me, gentilmente, ma non troppo, offerto da Lucifero, solo che mi ero rifiutata di mettere la gonna. Avevo preferito tenere i miei pantaloni, più pratici, comodi e coprenti. Alla cintola avevo assicurato la mia spada, due coltelli argentati e un paio di paletti. Anche se si trattava di demoni, non sapevamo che tipo di alleati potessero avere.

Ci vollero pochi minuti, dalla nostra posizione di partenza, per la demone per capire quale fosse la strada giusta da seguire. Immaginavo che riuscisse a distinguere l'odore dei fuggitivi, oppure sapeva dove si stavano dirigendo fin da subito. La mia conoscenza del testo sacro era scarsa e se dovevo stare alle informazioni di Lucifero, forse i sigilli non aprivano ciò che nella Bibbia c'era scritto.
Rimanemmo in silenzio, ognuno al proprio posto per i primi due giorni, senza che nessuno chiedesse nulla, fidandosi delle indicazioni di Lilith, che pensierosa percorreva la strada. Non ero ancora riuscita a parlare con la demone a quattro occhi e non capivo proprio che cosa potesse frullargli in quella testa. Sembrava una ragazza qualunque, molto bella, riservata in qualche modo, ma anche dall'aspetto gentile, eppure avevo sentito cose su di lei che avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque. Forse era più astuta di quello che dava a vedere, nascondendo la sua vena sadica dietro un viso da angelo, o forse ero io che cercavo di sopravvalutarla troppo.

Quando sellammo i cavalli per la terza volta dalla nostra partenza, decisi che non avrei lasciato a loro il controllo di ogni cosa: avevamo il diritto di sapere per lo meno dove stavamo andando e cosa dovevamo aspettarci. Sapevamo solo che il primo sigillo non era ancora stato rotto e non sapevamo quanto tempo avevamo per poter impedire l'apertura del libro. Avevamo un mese di svantaggio dai nostri nemici, eppure non era ancora accaduto nulla. Forse stavano aspettando qualcosa, o forse, per nostra fortuna, non era poi così facile aprire un vecchio e polveroso libro mortale.
<Voi sapete dove stiamo andando, Lilith. Ne io, ne il mio compagno ci muoveremo da qui fino a che non avremo una spiegazione. Non possiamo cavalcare alla cieca per giorni senza sapere cosa ci attende.>
Mi appoggiai al mio cavallo, tenendolo per le briglie, non intenzionata a muovermi di nemmeno un passo senza una spiegazione.

Lilith, che stava slegando il suo, guardò prima me, poi le briglie nelle sue mani, rifacendo il nodo su un ramo all'altezza del suo viso. <Avete ragione. Non ho ancora avuto modo di spiegarvi la storia, ma credo che qualche minuto in più di riposo non ci farà male.> Mi indicò un tronco abbandonato sul terreno sulla quale mi sedetti e lei di fianco a me fece la stessa cosa, tenendosi ad una giusta distanza, in modo che i nostri corpi non si toccassero. Subito gli uomini si appoggiarono a qualche albero di fronte a noi, o rimasero in piedi ad aspettare le parole della demone.
<Ci stiamo dirigendo verso la Turchia, più precisamente a Smirne, la prima delle sette chiese prescelte per la rottura dei Sigilli. È lì che si sono diretti Cvijeta e Dragos, anche se dovranno aspettare la prima notte di luna nuova per poter iniziare l'incantesimo per la rottura del Sigillo.> <Ed è così facile? Basta leggere qualche parolina e il gioco è fatto?> Chiesi dubbiosa. Non poteva essere così semplice, altrimenti chiunque ne sarebbe stato in grado e l'Apocalisse sarebbe arrivata già da secoli.

<Assolutamente no.> Mi smentì Lilith. <C'è bisogno in primis di due anelli particolari: Michele li donò alle due famiglie di Cacciatori più importanti quando non poté più tenerli per sé. Sarebbe stato pericoloso averi entrambi nello stesso posto. Uno andò alla famiglia della Rosa e l'altro alla famiglia Salvatore.> <Non ne ho mai sentito parlare. > <Perché sono stati rubati quando voi eravate troppo piccola per far parte del vostro Ordine. Vostro padre e vostro zio non sono stati uccisi per caso. Credo che qualcuno, conoscendo la storia del libro, abbia aspettato il momento adatto per avere i due anelli nello stesso sposto. Purtroppo nemmeno noi abbiamo mai saputo chi è stato, ma a questo punto, potremmo avere i colpevoli.>

<Quindi se i due demoni posseggono già gli anelli, come possiamo fermarli?> <Possiamo sperare che non sappiamo esattamente dove inserirli. La chiesa di Smirne è grande e gli anelli sono molto piccoli. Oppure possiamo sbrigarci e non dargli altro tempo di vantaggio.> Lilith alzò un sopracciglio accusatorio nella mia direzione. <Come funziona questa cosa dei Sigilli esattamente?> Chiesi invece io di nuovo, non avendo ancora intenzione di alzarmi. La demone sbuffò, prestandosi ancora una volta a darmi spiegazioni. Non sbrava una tipa particolarmente paziente o volenterosa di chiacchere. <Ci sono Sette Sigilli e ognuno di essi si può aprire con un determinante rituale, in una delle sette Chiese prescelte:Smirne, Laodicea, Pergamo, Efeso, Sardi, Filadelfia e Tiatira. Con la distruzione di un sigillo, un essere viene liberato, fino a che l'ultimo sigillo non libererà l'anticristo e sarà nostra premura impedirlo. Se quello che affronteremo sarà difficile, nulla potrebbe essere paragonato a quell'essere. Ora abbiamo finito con le domande?> Mi chiese Lilith scocciata. Io annuii alzandomi finalmente in piedi e permettendo finalmente agli altri di poter continuare a preparare i cavalli.

Mentre slacciavo il nodo alla briglia del mio destriero, sentii un paio di occhi puntati sulla schiena. D'istinto mi girai, trovando a fissare due pozzi azzurri e ghiacciati che non avevano intenzione di spostarsi dai miei. Rimanemmo a guardarci per qualche istante, mentre il mio cuore batteva all'impazzata. Come poteva dopo tutto quel tempo, farmi ancora quell'effetto? Una mano mi si posò sulla spalla, obbligandomi ad interrompere il contatto, per spostare i miei occhi su due giade molto familiari. Jarrett mi guardò con un misto di compassione e ammonimento. Lui capiva e sapeva, almeno in parte, quello che potevo provare in quel momento.
Montai in sella al cavallo osservando dall'alto i capelli corvini di Maximilian, solo per constatare che non ero più l'oggetto del suo interesse. Forse il nostro contatto era stato solo un caso, oppure era una questione di principio per lui non distogliere mai lo sguardo per primo, per dimostrare la sua superorità. Alla fine, non si girò mai verso di me nemmeno una volta e non ci fu più nemmeno un contatto fra noi, cosa che mi fece credere che il primo, fosse stato solo frutto della mia immaginazione.
Sospirai rendendomi conto di quanto mi sentissi patetica da sola. Sarebbe stata più dura di quanto non avrei mai ammesso.

Terza legge

Ubbidirete solo ed esclusivamente al vostro Signore e Re, e alla vostra Regina. Atti di insubordinazione contro i reali verranno puniti con la morte.

Dal Codice dei vampiri

Buongiorno
Un capitolo di transizione, ma che io ho adorato scrivere. Le cose da ora in poi si faranno più interessanti, ve lo prometto.

Sto lavorando al computer da stamattina per fare il video della mia estate e sta venendo fuori tutto il delirio fra me e le mie amiche. Se mi soddisfa potrei pure pubblicarlo su YouTube, ma vedrò. Intanto torno a lavoro. Ciao ciao

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La Cacciatrice: i sette sigilliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora