Il tradimento

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Lucifero's pov

Se c'era una cosa che odiavo più degli inutili esseri umani in quella stupida terra, erano gli imprevisti. Non sopportavo essere preso alla sprovvista e capitava di rado che succedesse, quindi il non essere pronto all'evento nemmeno minimamente, mi faceva innervosire.
Me ne stavo seduto sul mio trono, con la mia bellissima ed eterna moglie di fianco, che annoiata, stava sdraiata, in una posizione piuttosto acrobatica, sul suo trono. Era tutto come al solito, la nostra pace, qualche demone rompipalle che veniva a chiedere qualcosa, qualcuno da torturare, un giretto a dannare le anime più infime sotto i miei piedi e poi si andava a dormire. Una delle solite tante giornate da Re dei morti e delle creature oscure, fino a che non suono un allarme troppo potente per poter essere ignorato. Proveniva direttamente dalla mia ala privata, così scesi in un balzo dalla mia seggiola regale e corsi verso le stanze dove ogni cosa era contenuta. Ogni segreto, incantesimo proibito, libro magico, o strumento, era contenuto li dentro, nelle sue preziose teche, o negli scaffali, dove nessuno avrebbe potuto rubarli. Solo io possedevo la chiave di quel posto e mia moglie aveva la copia e solo un demone, oltre a noi, ne conosceva l'esistenza.

Arrivai alla sala e con mia enorme sorpresa trovai le porte aperte. Mi avvicinai al centro del mio interesse ritrovandomi ad osservare una teca vuota, dove una volta riposava il libro dei Sette Sigilli. Una nube di rabbia oscurò ogni cosa facendomi stringere la teca fra le mani, sbriciolandola, per poi buttare a terra il suo piedistallo in marmo e farlo a pezzi. Due piccole mani si appoggiarono sulle mie spalle per calmarmi e in parte ci riuscivano. Lilith era l'unica cosa razionale della mia vita che mi impediva di essere solo il mostro. Nei suoi occhi vidi solo la forza per infondere a me il coraggio per reagire nel modo giusto.

Tornai alla sala del trono, dove già un orda di demoni superiori si era ammassata per chiedere spiegazioni. Dopo un enorme brusio che iniziava a salire sempre di più, sembrando uno sciame di api affamate, facendomi così salire il mal di testa, deciso che dovevo fare qualcosa. <SILENZIO!> La sala si zittì al mio ruggito, tornando ad essere i cagnolini ammaestrati che erano. <Qualcuno mi porti le guardie ai cancelli di ronda al momento del furto, tutti gli altri, spariscano dalla mia vista!>

Stava diventando una delle serate più brutte della mia vita e non ero nemmeno riuscito a fare la mia solita ronda per bearmi delle dannazioni altrui. Ci vollero pochi minuti perché due trafelanti e mal ridotti demoni si presentassero, in ginocchio, di fronte al mio trono. Uno aveva una delle due corna spezzate, mentre l'altro si teneva un braccio, probabilmente rotto. <Erano in due nostro Signore. Un demone verde dalle corna bovine e con tanti muscoli e la sua compagna dalla pelle viola, Signore.> Parlo tremante uno dei due, senza alzare lo sguardo su di me. <Erano Dragos e Cvijeta,Padre, li ho riconosciuti. Portavano un fagotto sotto braccio.> Parlò l'altro con più decisione.

Mi alzai di scatto in piedi andando a prendere quest'ultimo per il collo, stringendolo talmente forte da far diventare la sua pelle da giallognola a bluastra.<Ne sei sicuro? Sai che non tollero i bugiardi.> Dissi a denti stretti non controllando più la rabbia. Il demone guardiano annuì e io lo lasciai cadere in terra.

Gli voltai le spalle, passandomi le mani sul volto, in segno di flustrazione. <In quanti li hanno visti e sanno della faccenda?> Chiesi infine ad alta voce. Dovevo cercare per lo meno di tenere le voci a bada, non volevo di certo rischiare una rivolta da parte dei miei sudditi. Sarebbe stata decisamente troppo per quel giorno. <Solo noi due Padre. Gli altri demoni erano tutti nelle loro stanze e non c'era nessun altro di guardia alla porta. >

Mi voltai verso di loro e appoggiai su entrambi una mano sul capo. In qualche istante divennero cumuletti di cenere. Nessuno sarebbe dovuto venire a conoscenza di quel fatto. Nessun doveva sapere che i miei due demoni più fidati, gli unici due che avevo trattato come se fossero figli miei e che erano a conoscenza di troppe cose, mi avevano tradito. Avevano preso l'unico oggetto che potessero rivolgere contro il loro Padre e lo avevano fatto sotto al mio naso. Non glielo avrei perdonato. Li avrei cercati in ogni angolo del mondo, anche da solo se necessario, per vederli chiedere pietà e torturarli fino a che non bramassero la morte.

Lilith nel mentre stava seduta sul suo trono, porgendomi un mano, per farmi avvicinare a lei. Con poche falcate le ero di fronte e mi lasciai stringere dalle sue sottili braccia. <Li prenderemo, ma se veramente hanno quel libro e sanno come utilizzarlo, dovremo chiedere aiuto, non pensi?>
<Non possiamo fidarci di nessuno qua dentro, potrebbero spargere la notizia. A questo punto chiunque potrebbe essere un dannato traditore!>

Lei sorrise, avvicinando le sue labbra alle mie con fare sensuale. Ed eccola la Regina della tentazione che cercava di sedurmi per accettare le sue idee. <Oh, ma io non parlavo di uno di noi... Ci sarebbe una persona che potrebbe aiutarci... Ho saputo che sta per essere incoronata Altezza proprio in questi istanti.> <Lei non ci aiuterà mai!> <Sarà obbligata dalle circostanze. È la nostra unica possibilità. >

Sospirai accettando la sua idea e chiamando uno dei miei vampiri messaggeri. Si presentò un centenario dal aspetto di un ragazzino poco più che sedicenne. <Voglio che porti la nuova Altezza Cacciatrice da me. Non dovrai dirlo a nessuno e non provare ad aggredirla: saresti morto ancora prima di formulare il pensiero. Ora vai e non tornare da solo.> Il ragazzino uscì dalla stanza di corsa, per poco non investendo un altro vampiro, che con eleganza avanzò verso di noi. Il suo corpo alto e muscoloso era il tempio perfetto per una mente acuta come la sua, oltre al fatto che apprezzavo la sua tenacia e la sua lealtà verso me e mia moglie, nonostante tutto. <Mi avevate fatto chiamare, Padre?> Chiese con la sua solita cortesia, o forse indifferenza, non ero mai riuscito a capirlo.

<Si. Segui Nikolai, non mi fido del tutto di lui e accertati che la nostra ospite arrivi integra a me. Confido in te Maximilian.> Il vampiro millenario fece un breve inchino prima di sparire dalla mia vista, lasciandoci di nuovo da soli, avvolti nella tranquillità della sera. <Fra tutti i vampiri> Iniziò a dire Lilith <Perché hai mandato proprio lui per poterla da noi? > <Perché è l'unico di cui mi fido... e perché voglio vedere cosa succederà. In fondo questa storia della sua cieca lealtà e del suo muro impenetrabile contro il mondo, mi stava annoiando.>
Lilith rise per la mia espressione melodrammatica, prima di iniziare a baciarmi con passione, come solo una Regina degli Inferi saprebbe fare. <Questa caccia al demone diventerà parecchio interessante.>

Buongiorno
È incredibile come io mi imponga delle cose e in un modo o nell'altro non riesco mai a mantenerle...
Scusate che non aggiorno mai, ma ho avuto dei giorni difficili, in più è entrato un ragazzo nella mia vita (sfortunatamente non è Max, ma ci accontentiamo lo stesso), quindi poco tempo. In compenso il mio tasso alcolico è aumentato ( per i minori di 18, non leggete queste brutte cose scritte dalla mia brutta persona.)

Delirio a parte, un capitolo un pò insolito dal punto di vista di un personaggio insolito, ma a noi le cose strane piacciono.
Seguitemi sui social che almeno li non vi abbandono del tutto e vi faccio un pò di compagnia. Ciao bellezze.

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La Cacciatrice: i sette sigilliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora