Sua Altezza Cacciatrice

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Non mi era mai capitato di entrare in un lungo, dopo tanto tempo, e notare che il tempo non aveva cambiato nulla. Guardare la navata di Santa Croce in Gerusalemme, invece, mi fece provare quella sensazione. Era come se li le lancette dell'orologio si fossero fermate. Ogni cosa era esattamente nel posto il cui io la ricordavo: la navata era vuota e un unico monaco stava in piedi di fronte all'altare. Erano passati troppi anni perché io mi ricordassi il suo nome, ma il volto era lo stesso del monaco che cinque anni prima ci aveva scortati fra i cunicoli dell'Ordine.
Mi fece un breve inchino prima di lasciarci passare. Notai che altre persone erano presenti nella sala, tutte intente a sistemare lembi di stoffa bianca, rose e ad allestire l'altare. Tutti si stavano preparando per l'incoronazione che sarebbe avvenuta da lì a tre giorni.

Seguii Faust fino sotto la chiesa stessa, lungo il corridoio che ci avrebbe portati alla stanza circolare con la fontana di acqua benedetta al centro. Gli infiniti corridoi erano illuminati da delle fiaccole e noi ne imboccammo uno, apparentemente a caso. <Le tue cose verranno portate nella tua futura stanza. Tutto è pronto per il rituale, devi solo cambiarti, dopo di che ti scorterò nel posto designato.> Disse aprendomi la porta per una stanza quasi del tutto vuota. Vi entrai e la porta mi fu chiusa alle spalle. La stanza era illuminata da un unica lampada ad olio posta al centro che illuminava un letto spoglio e un armadio. Sull'anta esterna di quest'ultimo vi era appeso un abito lungo e bianco.

Con estrema facilità mi spogliai del mio semplicissimo abito borgogna, senza nessun tipo di abbellimmento, l'ultimo che mi ero fatta confezionare dalla mia vecchia sarta. Lasciai che il tessuto cadesse in terra, ai miei piedi, prima di scavalcarlo, abbandonando anche le scarpette di fianco ad esso. Mi tolsi il corpetto sottostante e la sottoveste, rimanendo completamente nuda e un pò tremante. Non faceva poi così caldo a così tanti metri sotto terra. Tolsi dalla gruccia di legno l'abito, facendo scivolare il tessuto morbido fra le dita, prima di indossarlo. Mi arrivava alle caviglie ed abbracciava il mio corpo in ogni sua curva, senza nasconderlo minimamente e senza costringerlo. Sciolsi i capelli e cercai di pettinarli il meglio che potevo, ma senza grandi risultati.

Uscii dalla stanza e Faust mi stava attendendo appoggiato al muro, con le braccia incrociate ed un ampio sorriso. Mi fece cenno di seguirlo e così proseguimmo nello stesso corridoio fino ad un altra rampa di scale. Lo stomaco era sotto sopra per l'agitazione, forse perché il luogo che stavo per vedere era stato solo un frutto della mia fantasia dopo tanti racconti. Infatti nessun Cacciatore se non le Altezza, avevano il consenso di vedere ed entrare in quella dimora sacra. Alla fine delle scale, infatti, Faust mi lasciò e se ne tornò indietro, lasciandomi sola di fronte ad un enorme porta, molto simile a quella della stanza del Consiglio, solo che su di essa, vi erano incisi tratti della nascita del mondo della Bibbia.

Appoggiai le mani tremanti sui pomelli e aprii la porta, ritrovandomi un stanza completamente al buio, illuminata solo dalla luce che veniva alle mie spalle. Era tutta completamente fatta di pietra fredda, con decori su tutte le pareti e sul pavimento leggermente bagnato. Non dava alcun tipo di odore e non si percepiva alcun suono, nonostante dal muro in fondo, da uno spiraglio, scendesse una cascata d'acqua santa. Entrai sentendo con i piedi l'umidità del pavimento, e mi chiusi la porta alle spalle, rimanendo nella più completa oscurità. Camminai lungo tutta la stanza, lentamente, fino a trovarmi sotto il getto d'acqua fredda. Mi inginocchiai sotto di esso ed iniziai a pregare: era questa la santificazione che ogni Altezza riceveva. Dovevamo pregare, in ginocchio, sotto la cascata che ci avrebbe purificate da ogni nostro peccato, per tre giorni e tre notti, in un luogo dove alcun senso funzionava se non il tatto. Tutto il resto era inutile, per aiutare a concentrarsi sulla preghiera. Niente cibo, niente riposo e non potevo bere l'acqua santa: privazioni necessarie per abbandonare i vizi corporei ed abbracciare la spiritualità dell'Ordine.

Respirai profondamente perdendomi nelle preghiere e cercando di capire chi fossi veramente e cosa sarei diventata poi. Tutto il peso delle scelte prese fino a quel momento, della vita vissuta, delle esperienze fatte e delle emozioni provate, veniva lavato via, perdendo di significato. Mi sentivo sempre più leggere e immacolata, non solo fisicamente. Non sentire nulla era proprio ciò di cui avevo più bisogno e non mi opposi al processo, ma lo assecondai come un pesce asseconderebbe la corrente di un fiume. Io non ero il salmone, non in quel istante.

Persa nello spirale di vuoto, un unico tocco leggero mi fece aprire gli occhi. Era arrivata la mia ora. Mi alzai da quella posizione, facendo fatica a trovare stabilità sulle gambe addormentate dopo tre lunghi giorni di meditazione. Uscii dal raggio della cascata con i capelli fradici appiccicati al volto e il vestito, probabilmente trasparente, ad avvolgermi completamente il corpo, senza segreti. Percorsi tutto lo spazio che ricordavo dividesse me dalla porta, fino a tastare la parete e trovare finalmente la maniglia. Una volta aperta, ai miei piedi c'era un asciugamano bianco, che avvolsi intorno al corpo prima di salire le scale.
In cima, ad aspettarmi, c'era Faust nel suo completo bianco, con il simbolo dell'Ordine, tutto tirato per la cerimonia. Mi condusse alla stessa stanza in cui avevo lasciato i miei abiti, ma ad attendermi c'era un altro abito. Ricordava un pò un abito medievale, con le ampie maniche e gli ornamenti semplici, del solito bianco candido, accompagnato da un mantello pesante con un cappuccio. Infilai il tutto, lasciando che l'abito della purificazione cadesse in terra con un pesante tonfo bagnato.

Calai il cappuccio sulla testa, prima di uscire e dirigermi verso la sala dell'incoronazione. Scalino dopo scalino il gremito dei Cacciatori nella navata della chiesa diventava sempre più forte, fino a che non li vidi con i miei occhi. La chiesa era affollata di Cacciatori, i più importanti, venuti da ogni angolo per assistere alla mia incoronazione. Sull'altare sette sedie erano disposte a semi cerchio alle spalle di Barrius, uno dei membri più anziani dell'Ordine, che non faceva parte dei Sette. Sarebbe stato lui a completare la cerimonia. Io camminai decisa fino al centro, proprio di fronte alla sala, fermando così il chiacchericcio. L'uomo alle mie spalle iniziò a parlare a gran voce.

<Elenius Doria, primo membro del Consiglio; Gaius Altieri, secondo membro del Consiglio; Lucio Salviati, terzo membro del Consiglio; Nepius Grazioli, quarto membro del Consiglio; Caelius Lante, quinto membro del Consiglio; Ovidio Caetani, sesto membro del Consiglio; Romano Altemps, settimo membro del Consiglio. Sotto il vostro sguardo, permesso e testimonianza, io nomino Rosalinne Scarlet della Rosa, Altezza Cacciatrice dell'Ordine, conferendole pieno potere spirituale, giudiziario e legislativo dell'Ordine. Con questo marchio verrà identificata come tale, e ogni Cacciatore sarà tenuto ad inchinarsi a lei, sola e unica nostra giuda, non prestando devozione a nessun altro.> Detto questo prese dal suo lato un attizatoio bollente, immerso nelle braci ardenti fino a qualche secondo prima. Sulla cima vi era il marchio dell'Ordine. Prese la mia mano destra e io gliela porsi con il palmo aperto. Lui vi poggiò il marchio così che il fuoco potesse imprimerlo a vita sulla mia pelle.

Trattenni un rantolo di dolore, mentre mi sentivo bruciare fin dentro le ossa. Una volta tolto, la mia mano pulsava incessantemente e una enorme cicatrice rossa vi era rimasta incisa. Barrius posò al suo posto l'oggetto e mi tolse il cappuccio, rivelando il mio volto a tutti nella stanza, per poi prendere la corona posta in una teca sull'altare e posarmela sulla testa. <Lunga vita alla nostra Altezza!> La sala esplose in un coro unico e per un attimo mi sentii bene, forte, libera e allo stesso tempo, per sempre incatenata a quella vita che non sapevo ancora bene quanto mi appartenesse, ma non c'era più via di fuga.

Feci un passo più vicina alla folla, schiarendomi la voce, pronta a pronunciare la prima decisione come Altezza e sapevo esattamente cosa avrei detto. <Cacciatori di tutto il mondo e membri dell'Ordine, come mia prima decisione in quanto vostra Altezza, dichiaro ufficialmente sciolto il Consiglio dei Sette.>

Buongiorno
E vorrei solo dire: boom bitch!
Ah, quanto è bella la vendetta servita fredda e tagliente.

Comunque per chi fosse interessato alla mia vita, sto prendendo del sole!!! Cosa tipo impossibile per me che ho la carnagione di un vampiro (e non scherzo, non mi abbronzatura MAI). Oltre al fatto che fra poco, potrei andare nell'unico post in cui il sole lo prenderò per forza, ma quella è un altra storia. Appena avrò certezze avrete una bella notizia a riguardo ;)

Per quanto riguarda la storia, direi che sto riuscendo a fare almeno un aggiornamento a settimana, niente male. Dovrei applaudirmi, ma sto scrivendo.
Buona giornata :*

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