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Scorpius's Pov.

No.
Non può andare così.
Non può finire così.
Lei deve vivere.
Il suo cuore deve battere.
Urlo che non può succedere, urlo che lei deve vivere.
Cerco di scuoterla tra le lacrime non versate che vorrebbero scendere dai miei occhi che bruciano ma dei medici mi separano da lei e la portano fuori dalla stanza, probabilmente per operarla.
Mi dibatto, non può succedere questo.
Casco sulle ginocchia esausto lasciando che le lacrime scorrano.
«non può succedere» sussurro.
«non a lei» continuo guardando fisso a terra.
Lancio un pugno contro il pavimento.
È finita.
«è finita» 
«è finita»


Lily's Pov

Quella luce bianca si sta avvicinando sempre più, e stringo gli occhi.
Sembra quasi stia risucchiando tutto e penso alla mia famiglia, ai miei amici e a Scorpius.
Non ho mai sentito parlare di una luce bianca di questo tipo, così corro verso la stanza dove Scorpius è con me e lo trovo ancora lì vicino come se nulla fosse accaduto.
Mi avvicino sperando che si volti per vedere quella luce ma lui non lo fa.
La luce si espande diventando più luminosa, e sembra quasi che prenda tutto ciò che c'è intorno.
O forse lo sta facendo.
Ora la luce è davvero troppo grossa per non essere notata, così mi volto verso Scorpius sperando in una qualche reazione ma niente.
Poi capisco, sta succedendo nella mia testa.
Lo vedo solo io perché...
Rimango ferma mentre la luce mi viene addosso, e la mia testa inconsciamente fa una domanda:
Scorpius mi avrebbe amata anche senza riuscire a camminare?

Scorpius's Pov.

Guardo Lily attaccata a tantissimi tubi salire in un ascensore con alcuni medici.
Ho gli occhi ancora rossi, e devo essere ridotto molto male ma non mi interessa, l'unica persona di cui m'interessi l'opinione non è qui, e anzi forse non potrà mai più esserlo.
Stringo i pugni dalla rabbia e il dolore.
Vorrei salire, aspettare risposte ma so che non sono l'unico ad avere il diritto di averle.
Anzi forse sono l'unico fuori posto.
Sento una mano posa sulla mia spalla e mi volto di scatto trovando una dottoressa abbastanza in carne e con un cipiglio severo.
«che cosa ci facevi nella stanza di Lily Potter?»
Mi chiede con gli occhi che sembrano ardere di rabbia.
Io resto zitto non trovando nessuna scusa adatta.
«era vietato l'accesso a tutti» rincara furiosa.
Ma io non ce la faccio, la ragazza che amo sta morendo di sopra e lei mi viene e chiedere di darle spiegazioni sul perché io mi trovassi con lei.
Tanto ormai il disastro l'ho fatto, penso.
Punto la bacchetta contro il suo viso e sussurro:
«Confundus»
La donna si blocca un secondo sul posto, così approfitto per parlare:
«avevo un permesso non ricorda?»
Lei mi fissa un attimo, poi esclama:
«giusto! Mi scusi per il disturbo»
E se ne va lasciandomi solo.
Mi giro e vedo tutta la famiglia Potter e le amiche di Lily che parlano con un dottore.
Osservo tutti quanti:
Harry ha le lacrime che gli scendono copiose sul viso mentre parla e annuisci al dottore,
Ginny ha gli occhi rossi e lucidi ma nessuna lacrima è uscita dai suoi occhi.
Ad Albus scendono poche piccole lacrime, e si veda nella sua fronte lo sforzo di cadere in un pianto.
James ha gli occhi rossi e stringe i pugni, e lo si sente tirar su con il naso.
Ron abbraccia Hermione che piange come una fontana mentre Rose si è fatta prendere da un palesemente finto pianto con tanto di finti singhiozzi.
Hugo invece ha un volto triste e tiene gli occhi bassi, lui tiene veramente alla cugina.
Le sue amiche invece stanno tutte piangendo silenziosamente.
«quante possibilità ci sono che riesca a sopravvivere all'intervento?»
«scarse»
Queste sue frasi hanno il potere di una lancia su di me, e sento le gambe cedermi.
Lei è forte, mi ripeto.
Ma non serve a nulla.
Perché la vita può essere così cattiva?
Lei potrebbe non sentire l'emozione di prendere i GUFO, potrebbe non diplomarsi, mai realizzare il lavoro che sognava di fare, mai indossare l'abito bianco alle sue nozze, mai sentire la risata del suo bambino, i suoi primi passi.
E io non avrò tempo di baciarla, di amarla, di farla ridere, di renderla felice.
Forse non avrà più tempo.
Tempo.
Il tempo ecco cosa.
Esco dall' ospedale sotto gli occhi stupiti di tutti, sento la voce debole di Albus che tenta di richiamarmi ma sono tutti troppi deboli e sconvolti per fermarmi.
Esco e corro nelle vie Londra fino a che non arrivo davanti ad una cabina telefonica rosso fuoco.
Mi guardo intorno, dopo il casino che ho fatto all'ospedale non devo farne altri.
Entro dentro la cabina e digito il numero che mi da accesso al Ministero della Magia.
«il suo nome?» mi chiede una voce femminile neutra.
«Scorpius Malfoy» dico in fretta.
«è venuto qua in visita?» mi chiede.
«si» rispondo velocemente.
Dal buco degli spiccioli esce un cartellino con su scritto il mio nome e il motivo della visita.
Me lo infilo nella felpa, e intanto la cabina scende.
Arrivato al Ministero della Magia corro fino all'ascensore.
Dovevo andare da mio padre.
Da solo avrei fatto un casino, e probabilmente mi avrebbero mandato ad Azkaban, ma forse mio padre mi avrebbe potuto aiutare.
Premi sul pulsante del suoi uffici e aspetto che l'ascensore scenda.
Non oso immaginare come sia il mio aspetto.
Devo avere pianto forse, ma non mi interessa, Lily ha strappato tutti i miei modi da Scorpius Malfoy.
Scendo dall'ascensore e corro verso i suoi uffici, apro la porta del suo enorme studio e lo guardò fisso negli occhi.
Lui appena sente aprire la porta alza lo sguardo e vedendomi si alza in piedi di scatto.
«papà...» faccio sforzandomi di parlare, ma mi rendo conto che esce solo una voce strozzata.
Lui è sorpreso.
Non mi ha quasi mai visto piangere, e neanche andare in giro come un patetico ragazzino con le lacrime agli occhi.
«Scorpius...» fa lui venendomi in contro.
Ha capito è ovvio.
«papà ti prego aiutami» gli dico imprimendo tutto il dolore che stavo provando.
«come devo fare...» inizia mio padre, ma io lo interrompo.
«Lily sta morendo, se non è già morta e...» mi rende conto che non riesco a continuare.
Dirlo lo ha reso più reale di quanto già non fosse.
Lui spalanca la bocca, e inaspettatamente mi abbraccia.
È strano essere abbracciati dal proprio padre.
Vorrei potermi fare rassicurare da mio padre come quando ero piccolo, ma non ho tempo.
«Papà mi deve aiutare» dico cercando di prendere tutta la forza che mi è rimasta.
«Certo, come devo...»
«Una Giratempo, papà, ho bisogno di una Giratempo»

Please don't leave me    (Scorily)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora