22 maggio, 7:06
"Benjamin, preparati, oggi esci" mi chiamò Lauren.
"Cosa?!"
"Esci"
"Per sempre?"
"Benjamin, sai che non intendevo quello"
"Oh, dove vado?" sospirai
"Non lo so, tra un'ora viene Federico, mettiti questi" disse porgendomi una semplice maglia bianca con un pantalone nero, decisamente non decenti.
"Eh? E per quanto tempo?"
"Mezza giornata"
"Solo io e lui?"
"Ma la smetti di fare domande?" mi chiese sorridendo "Comunque no, anche Leo e una sua guardia" disse facendo le virgolette alla parola "guardia" per poi andare via.8:10
"Benjamin!" mi chiamò la guardia una volta giunto al posto stabilito, ovvero il giardino.
"Oh dio" sbuffai.
"Cosa c'è?" mi chiese inarcando un sopracciglio.
"Niente, cosa vuoi?"
"Oh niente"
"Allora ciao"
"Ricordati che ti ho salvato la vita"
"E allora?"
"Allora?!"
"Cosa succede qui?" ci chiese Leo.
"Niente, Benjamin si stava agitando" mentì.
"Cosa?" chiesi.
"Davvero?" chiese Leo.
Che poi, riflettendoci, che razza di nome è Leo?.
"Già" rimentì.
"Tieni, prendi queste" disse Leo porgendomi delle pillole.
"Non le voglio"
"Prendile"
"Ho detto prendile"
"No" insistetti.
"Marco, pensaci tu" disse facendo un cenno alla guardia.
Marco si avvicinò e mi bloccò le braccia dietro alla schiena.
"Cosa stai facendo?" chiesi cercando di liberarmi.
Pessima scelta, mi arrivò un pugno nello stomaco.
Ma dove cazzo sta Federico?.
"Apri la bocca!" urlò Leo.
Vidi Federico in lontananza.
Osservava tutto mentre si avvicinava man mano.
"Scusate per il ritardo, non trovavo le cose" si giustificò.
"Cosa succede qui?" chiese.
"Oh niente, il nostro pazie..."
"Benjamin" lo corresse Federico.
"Eh?" chiese confuso Leo.
"Si chiama Benjamin"
"Dicevo, il nostro paziente è un po' agitato"
"E cosa gli stavi dando?" chiese.
"Ecco, cosa mi stavi dando?" chiesi ancora con le braccia dietro la schiena.
"Lascialo" disse Federico riferendosi a Marco, il quale diede un'occhiata a Leo per poi lasciarmi libero, finalmente, e dolorante mi toccai la pancia.
"Cosa gli avete fatto?"
"Perché ti preoccupi così tanto?" chiese Leo.
"È il mio lavoro"
"No...In realtà dovresti solo stare seduto e fargli delle stupide domande"
"Scusa? Vorresti sapere meglio di me il mio mestiere?"
"Andiamo?" chiesi osservando tutta la scena in silenzio.
"Tu stai zitto" mi disse Leo.
"Sì, ora andiamo" mi disse Federico mettendosi al mio fianco, guardando male Leo.
"Dove andiamo?" chiesi sussurrando.
"Perché sussurri?" mi chiese sussurrando a sua volta.
Feci spallucce.
"Montagna" mi disse.
Sbuffai.
"Non ti piace?"
"Secondo te?"
"Dove vorresti andare?"
Ci pensai un attimo e poi risposi deciso.
"Mare"
"Mare?"
"Mare"
"Bene, allora andiamo al mare"
"Davvero?"
"Già"
"Hey tu" disse Federico chiamando l'autista del pulmino.
"Cambio di programma, non più montagna, andiamo al mare"
"Cosa?!" chiese stupito Leo.
"Non senti? Andiamo al mare" disse con fare ovvio Federico.
"Perché mai?"
"Perché sì"
"Bene ciccio" disse puntandomi l'indice contro " un passo sbagliato e tac" disse facendosi schioccare le mani.
Lo ammetto, avevo leggermente paura.
"Perché sono venuti anche loro?" chiesi a Federico una volta che si fossero allontanati.
"Perché non si fidano"
"Cioè, hanno lasciato un centro psichiatrico in mano a dei dottori?"
"Oh, non chiedermi queste cose, non saprei risponderti" mi disse alzando le mani.
10:00
"Eccoci qua!" disse Federico stiracchiandosi dopo il lungo viaggio.
"Che bello!" esclamai una volta sceso dal pulmino.
"Andiamo in spiaggia?" mi chiese Federico.
Annuii.
"Aspettateci!" gridarono all'unione gli altri due, rimasti indietro.
"Dai,sono solo 10 metri, vi aspettiamo in spiaggia"."Ti piace?" mi chiese Federico una volta sistematoci in spiaggia.
"Sì, mi piace il mare" dissi guardando le onde che si infrangevano sulla spiaggia.
"E mi piacciono anche i tuoi occhi" dissi guardandolo negli occhi.
"Oh e perché?" mi chiese sorridendo.
"Mi ricordano il mare"
"Scontato"
"Cosa?"
"Me lo dicono tutti"
"Oh..."
"Ma apprezzo" rise "a me piace tutto di te invece"
"Oh si si, ci credo" dissi roteando gli occhi.
"No davvero Benjamin, sei diverso dagli altri" disse giocando con la sabbia.
"Io non sono gli altri"
Incominciai a ridere.
"Benjamin tutto bene?" mi chiese Federico un po' preoccupato.
Mi alzai ed andai verso una persona a caso. Per essere le 10, c'era poca gente.
"No Benjamin, vieni qua" disse Federico alzandosi per poi venirmi incontro.
"Hey signorina, lo sa che mi ricorda mia sorella?" chiesi ridendo.
"Oh e come si chiama?" mi chiese sorridente.
"Benjamin su andiamo!" disse Federico tenendomi stretto.
"No, lasciami" dissi ridendo.
"Valeria, ma ora non c'è più, l'ho uccisa" dissi ridendo ancora più forte.
"Ci scusi tanto signora, ora andiamo via" disse Federico trascinandomi.
"Lasciami" urlai.
"Benjamin ti prego, stai fermo" disse Federico cercando di fermarmi.
"No" urlai.
"Bene" disse rimboccandosi le maniche.
"Prendi questa" disse porgendomi una pasticca bianca.
"Cos'è?"
"Ti farà bene"
"Cos'è?"
"Una caramella"
"Le caramelle non sono bianche"
"Le mie si, ora prendi" disse per poi buttandomela, letteralmente, in bocca.
La ingoiai.
Mi girava la testa, non capivo più niente.
Mi sentii sollevare e piano piano sentivo gli occhi farsi pesanti.