Dear Louis

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11/17/1954, Londra

Caro Louis, come stai?
Te lo chiedo perché mi interessa. Sono passati anni dall'ultima volta in cui ho incrociato il tuo sguardo, dall'unica e ultima notte che abbiamo trascorso insieme.
Sono riuscito a superare quegli ultimi esami e sono riuscito a realizzare il mio sogno di diventare medico dell'esercito. Lavoro insieme a tante infermiere ed infermieri, e sono tutti gentili. Il lavoro è tanto e bisogna essere sempre disponibili, ma non è un problema, amo il mio lavoro. Il mio poeta è ancora Wilde, e qualche volta leggo ancora la Dickinson prima di andare a dormire. Il tempo non ha indurito il mio cuore.
Come stai, quindi, Louis? Non so nemmeno se posso ancora chiamarti così, o se sia questo il tuo indirizzo. Sono trascorsi quasi vent'anni, è improbabile che tu viva ancora con i tuoi.
Spero la vita ti abbia dato ciò che desideravi, e che tu sia felice con la scelta che hai fatto. Spero la tua sposa stia bene, insieme a lei i bambini che avrete avuto e tutti coloro che ti sono attorno. Ti auguro tutto il bene che, permettimi di dirlo, tu hai tolto a me.
Non ti rinfaccio nulla, solo avresti potuto dirmi addio. Ma non lo hai fatto, e ora te lo dico io.
Come stai, Louis? Te lo chiedo perché mi interessa, perché sei stato come il nostro amore, breve e allo stesso tempo eterno.

Harry

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