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Logan crollò sul letto e guardò il soffitto dopo aver sospirato. Quel ragazzo lo avrebbe ucciso a lungo andare. Uscire con Jules lo stavo consumando, non poterlo toccare come avrebbe voluto lo faceva andare fuori di testa. Probabilmente l'importanza che dava al contatto fisico derivava dall'effetto materno che era mancato nella sua infanzia. Mentre era perso nei suoi pensieri un leggero bussare alla porta della sua camera lo riportò alla realtà.
«Sì?» Disse mentre si tirava a sedere e guardava verso la porta. Sua zia entrò timorosa, sapeva che al nipote non piaceva essere disturbato quando era in camera sua.
«Tesoro, è pronta la cena. Ho fatto il tuo piatto preferito: pollo ai funghi.» Gli disse la donna sempre con quel leggero tono impaurito nella voce. Logan lo notò solo ora, non avrebbe mai pensato che la sua unica parente avesse paura di parlare con lui.
«Zia, perché hai paura di me?» Rispose schietto e diretto come al solito. Mery Anne rimase colpita dalla capacità del ragazzo di comprendere le persone intorno a lui, aveva imparato a tenere a bada il timore sordo che si manifestava nella sua voce a rivolgere la parola al giovane, o almeno così credeva.
«I-io... Logan vedi, negli ultimi anni non sei stato... il nipote perfetto diciamo così. Mi hai dato tante preoccupazioni in questi anni e solo ultimamente vedo che i tuoi atteggiamenti sono cambiati. Questa cosa mi spaventa, non mi rendi partecipe della tua vita e non posso sapere a cosa è dovuto questo cambiamento...» Disse la donna, guardando il nipote negli occhi e vedendoli incupirsi. Logan si alzò dal letto, andò incontro alla zia e dopo averla guardata un attimo negli occhi, la prese tra le braccia. La donna rimase di sasso, mai avrebbe sperato in una reazione così esplicita. Pochi attimi dopo Logan sciolse l'abbraccio e guardò la zia negli occhi.
«Ho conosciuto una persona, è bello, intelligente, sincero, molto altruista e incredibilmente cocciuto. Per ora non voglio affrettare le cose, è troppo innocente per farlo ma anche per questo mi piace così tanto. Penso sia per quello che mi vedi cambiato, sono più felice.» La donna rimase in silenzio fino alla fine del discorso del nipote, poi con uno scatto gli buttò le braccia al collo e lo abbracciò strettissimo.
«Finalmente qualcuno che è riuscito a smuoverti, a farti provare qualcosa. Quando sarà ora vorrò conoscerlo immediatamente e farlo sentire subito della famiglia.» Mery Anne si staccò e dopo aver dato un bacio sulla guancia al ragazzo si diresse in cucina, seguita da Logan. Cenarono continuando a parlare di Jules, di come lui e Logan si erano incontrati, come il loro rapporto era mutato piano piano e delle costanti paure del biondo. Dopo aver finito di cenare entrambi uscirono in veranda e si accesero una sigaretta.
«Allora questo Jules ti piace davvero, strano perché ho sempre pensato che ti piacessero i ragazzi come te, un po' più tosti diciamo. Invece ti sei invaghito di una persona completamente diversa da te, l'amore cosa fa.» Disse con tranquillità la donna dopo aver buttato fuori il fumo. Logan sorrise e aspirò dalla sigaretta.
«Detto sinceramente ho solo avuto storie di sesso fino ad ora, lui è la mia prima vera cotta.» Confessò il giovane alla zia, che rimase un po' spiazzata, si ricordava bene quante cotte lei avesse avuto a vent'anni ma probabilmente erano tempi diversi, lei era diversa.
«Beh, sei giovane, non tutti trovano qualcuno così presto, alcuni non lo trovano mai quindi puoi ritenerti fortunato. Mi sembri realmente più felice e rilassato, non può che farti bene la presenza di questo ragazzo.» Disse la donna accompagando le parole con un sorriso caldo e rassicurante. Poi guardò l'ora sul suo orologio e constatando che fosse già piuttosto tardi si alzò dalla sedia di vimini, diede un bacio sulla guancia del ragazzo e dopo avergli dato la buonanotte entrò in casa e si ritirò nella sua stanza. Logan invece rimase ancora sulla veranda, cullato dal leggero venticello primaverile. Non poteva fare a meno di pensare al ragazzo che gli aveva rubato il cuore in così poco tempo, ma doveva avere pazienza e costanza, Jules non era la solita conquista del sabato sera, era molto di più. Con questi pensieri in testa si alzò a sua volta, chiuse a chiave la porta dietro di sé ed entrò nella sua camera. Si guardò un attimo intorno e cominciò a spogliarsi, rimasto a petto nudo con solo un paio di pantaloncini morbidi addosso si buttò nel letto. Spense la luce principale e accese la piccola abat jour sul comodino. Restò a fissare il soffitto per un paio di minuti, continue immagini del viso di Jules apparivano e scomparivano come il flash di una macchina fotografica nella mente del moro e non aveva idea di come fermarle. L'unica soluzione sembrava asseconarle e ben presto da semplici immagini innocenti si trasformarono in qualcosa di più spinto. Dal viso passarono al collo e poi sempre più giù, verso le spalle, le braccia leggermente muscolose e abbronzate, il torace asciutto e modellato e ancora al basso ventre, tra gli addominali e insieme si posarono sui fianchi stretti e scesero verso l'inguine trovandovi un'erezione più che consistente coperta dai boxer e dalla tuta di cotone che indossava. A quel punto Logan aprì di scatto gli occhi, strappando in mille pezzi le proprie fantasie. Nella leggera luce della stanza si tirò a sedere e passandosi una mano tra i capelli sentì solo in quel momento la pressione al cavallo dei pantaloni.
«Dannazione!» Esclamò guardando verso il suo sesso più che duro. Si lasciò cadere di nuovo tra i cuscini e se voleva dormire nel giro di poco tempo doveva darsi sollievo. Così richiuse gli occhi, immaginò di nuovo il corpo perfetto di Jules e mentre lo faceva cominciò ad accarezzarsi il sesso congestionato. In pochi minuti le fantasie erano divenute letteralmente un video porno e con bravura ed esperienza Jules si stava occupando del sesso di Logan. Portandolo velocemente all'orgasmo, nella fantasia ma anche nella realtà. Infatti il ragazzo venne abbondantemente nella propria mano e sul petto, che si alzava in maniera frenetica. Dopo aver recuperato un minimo di autocontrollo il moro si alzò dal letto e si recò nel piccolo bagno privato della sua stanza per potersi dare una lavata. Davanti allo specchio alzò lo sguardo e vedendo i residui biancastri sul suo ventre storse il naso.
"Neanche avessi quindici anni!" Pensò stizzito e un po' imbarazzato mentre si ripuliva.

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