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Jules era pensieroso quella mattina, forse fin troppo. Girava e rigirava il cucchiaino nella sua tazza di the, trincerandosi dietro al suo mutismo.
«Tesoro, cosa succede?» Disse sua madre leggermente preoccupata per il figlio, dopotutto Jules con lei non aveva segreti. Il ragazzo alzò la testa dalla sua colazione e guardò per un secondo sua madre.
«Niente di particolare...» Sospirò il biondino, trincerandosi di nuovo dietro al suo mutismo.
Camille era una donna perspicace, conosceva alla perfezione suo figlio e sapeva benissimo quando qualcosa non andava.
-Magari è per quel ragazzo... Lucas, Nicolas... uff, come si chiama... Logan! Ecco, magari si tratta di Logan...- Pensò la donna bevendo dalla sua tazza enorme di caffè, fissando il vuoto.
«Mamma?» Chiese Jules sospettoso, conoscendo sua madre stava già rimuginando sul perché fosse di umore nero. La donna si riscosse come da una trance, sobbalzando leggermente.
«Dimmi tesoro.» Rispose sorridendo. Jules assottigliò gli occhi, sicuramente stava architettando qualcosa.
«A cosa pensi?» Chiese bevendo il primo sorso della sua colazione. Sua madre si spostò da un piede all'altro, visibilmente in difficoltà.
«Oh a niente di importante, non preoccuparti.» Gli sorrise ancora Camille, spostandosi vicino al lavabo per riporre la propria tazza. Quando passo dietro al figlio si fermò e gli diede un bacio sulla testa, per poi salire le scale di marmo per il piano superiore. Jules rimase da solo nella grande cucina, sospirò fissando il granito chiaro del piano della penisola. Era da un paio di giorni che si sentiva irrequieto e malinconico, senza spiegarsi il motivo. Nella sua vita tutto andava bene, aveva due genitori presenti e amorevoli, una casa magnifica, un percorso di studi che gli piaceva e un sacco di hobby che lo tenevano piacevolmente occupato e... Logan. Si accigliò leggermente pensando a come quel ragazzo strafottente e troppo sicuro di sé era cambiato nel corso delle settimane, ormai era più di un mese che lui e il bel moretto si frequentavano, e Jules era sempre più convinto che provasse dei sentimenti sinceri verso quel teppista. Aveva più volte pensato a come sarebbe stata una relazione con lui, probabilmente molto movimentata e imprevedibile, assolutamente fuori dalle abitudini di Jules. Per lui Logan era stata una scossa, un'iniezione di vita nella sua ben poco interessante, e piano piano si stava innamorando di lui. Forse era proprio quello il motivo del suo strano umore quella mattina, gli mancava Logan. Il tempo di pensare che il suo cellulare vivrò sul piano, segnalando l'arrivo di un messaggio.

Logan: Ciao bellissimo, è un po' che non ci vediamo, ti sei stancato di me?

Jules sorrise quando lo lesse, come avrebbe potuto stancarsi di lui quando era l'oggetto principale dei suoi pensieri. Decise di dire la verità, dopotutto se voleva avere qualche speranza con Logan doveva cominciare ad essere un po' più sciolto.

Jules: Ciao, no non mi sono stancato, anzi ti stavo giusto pensando...

Rispose con audacia Jules, mentre aspettava una risposta dall'altro si torturò un labbro, fortunatamente non tardò ad arrivare.

Logan: Ah mi stavi pensando? Anche io, mooolto intensamente... sotto la doccia...

Il ragazzo rimase shockato, Logan era così schietto e diretto, mentre lui faceva fatica a rispondere con meno garbo del suo solito.
Questi pensieri lo incupirono ancora di più, facendogli perdere quel poco di buon umore che aveva ritrovato parlando pochi minuti con Logan.

Logan: Ho esagerato? Se è così, mi dispiace, non volevo metterti a disagio.

Jules non sapeva veramente cosa rispondergli, da un lato il suo cervello ripudiava l'immagine di Logan che si dava piacere pensando a lui, dall'altro lo eccitava terribilmente. Per una volta giocò fuori delle regole, fece di testa sua al 100%, prendendosi quello che desiderava.

Jules: Vediamoci oggi, mi sei mancato in questi giorni. Scegli tu il posto.

Scrisse velocemente e in pochi minuti aveva finito la propria colazione e aveva un appuntamento per il pomeriggio. Decise di osare, provare qualcosa di nuovo e infatti dopo essersi fatto una lunga doccia rilassante si era piazzato davanti alla cabina armadio indeciso su cosa indossate. Ovviamente non voleva apparire come un settantenne che va ad una cerimonia, voleva apparire sexy ma sofisticato, dopo tutto Jules amava l'eleganza, non sarebbe mai andato ad un appuntamento vestito in tuta, per intendersi. Rovistando tra i vari abiti sontuosi e fin troppo eleganti sbucò, come un faro nel buio, una camicia di morbido lino color carta da zucchero, appartenuta a suo padre alla sua età. La guardò meravigliato, era un capo estremamente semplice ma aveva qualcosa di molto particolare. Un taglio quasi femminile, il tessuto morbido la faceva sembrare d'altri tempi, all'epoca dei pirati che solcavano i mari. Il colore poi si intonava meravigliosamente con i riflessi biondi e rame nei lunghi capelli di Jules. Non ci volle molto prima di trovare qualcosa da abbinarvi, l'armadio del giovane era stracolmo di jeans, dai più sobri ad alcuni che di stoffa erano ben sprovvisti. Scelse un paio con qualche strappo, non troppo marcati per non scadere nell'inadeguatezza. E ovviamente non potevano mancare le sue personalissime stringate color cuoio scuro, che davano un tocco moderno ma non troppo. Jules era particolare, un look tutto suo a metà tra il bohemien e lo stile classico europeo del '900. A volte molto rigido e formale, il resto con abiti morbidi e moderni. Anche il suo aspetto fisico era a metà tra questi due stili, i capelli erano lasciati medio-lunghi sul ciuffo, che ricadeva perennemente sulla fronte, mentre ai lati e dietro alla testa rasati corti. Dei tratti leggermente spigolosi caretterizzavano il suo fisico, tipico degli americani ma il naso sottile e un po' all'insù era caratteristico della parte francese del suo DNA. Per tutti coloro che incontravano Jules il pezzo forte erano gli occhi, limpidi e sempre in tempesta, curiosi di sapere. Di un colore caratteristico e insolito, un azzurro talmente tenue che se colpito dai raggi del sole sembrava addirittura trasparente. E poi come non notare gli innumerevoli accessori che abbellivano la sua figura: braccialetti di ogni tipo, di legno, cuoio, acciaio sottile e argentato abbracciavano il suo polso destro, su quello sinistro invece un tatuaggio in bianco e nero raffigurante un gufo con gli occhi giallo vibrante, adornava il suo avambraccio. Tutto questo insieme di stili e periodi storici aveva attratto inesorabilmente Logan, incuriosendolo a tal punto da spronarlo a fare del suo meglio per conquistarlo.
Logan aveva appena finito di prepararsi quando il suo cellulare suonò abbandonato sul letto.

Jules: Sei pronto?

Il ragazzo sospirò, nonostante la ritrovata felicità nel suo animo vi era ancora una parte nascosta, buia e fredda. Il suo passato pesava sulle sue spalle e questo peso quando era con Jules sembrava alleggerirsi ma appena l'altro si allontanava questo macigno tornava ad essere più insopportabile di prima.

Logan: Sì, sono pronto. Esco.

Appena varcata la soglia di casa, davanti al piccolo vialetto pieno di piante amorevolmente curate da sua zia trovò una splendida Camaro color verde bottiglia. Ovviamente quando riuscì a staccare gli occhi dall'auto, questi si incollarono a qualcos'altro. Jules era stupendo, i capelli lasciati sciolti, la pelle abbronzata e luminosa, gli occhi schermati da un paio di occhiali da sole stile anni settanta coronavano il suo viso. E i suoi abiti sembravano essere stati cuciti apposta per essere indossati da lui. Logan rimase impalato davanti a tanta bellezza, tanto che l'altro dovette schiarirsi la voce un paio di volte prima di attirare la sua attenzione. Logan, ripresosi, face il giro dell'auto, aprì lo sportello e si sedette sui sedili di morbida pelle color sabbia. Girò la testa dopo aver sospirato e quello che vide gli spezzò il fiato. Jules aveva tirato su gli occhiali, portandoli dietro le orecchie, e aveva fulminato sul posto l'altro con i due pozzi di acqua cristallina che si trovava al posto degli occhi.
«Prima o poi mi ucciderai...» Sussurrò Logan continuando a guardarlo negli occhi che lo scrutavano fin nell'anima, ed era spaventato a morte che ci riuscisse davvero. Jules lo sorprese appoggiando la sua mano dietro il collo di Logan e tirandolo verso di sé posò le labbra sulle sue in un bacio delicato ma intenso. Quando si staccarono, i due avevano il fiato leggermente corto e gli occhi lucidi per l'eccitazione, Jules allora si schiarì la voce e accese l'auto.
«Spero tu abbia fame, il posto in cui andremo ti piacerà sicuramente.» E partì in direzione del loro appuntamento.

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