Capitolo 7

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Quello fu un brutto Natale pei Malavoglia; giusto in quel tempo anche Luca prese il suo numero alla leva, un numero basso da povero diavolo, e se ne andò a fare il soldato senza tanti piagnistei, che oramai ci avevano fatto il callo. Stavolta 'Ntoni accompagnando il fratello col berretto sull'orecchio, talché pareva fosse lui che partisse, gli diceva che non era nulla, e anche lui aveva fatto il soldato. Quel giorno pioveva, e la strada era tutta una pozzanghera.
– Non voglio che mi accompagniate – ripeteva Luca alla mamma, – già la stazione è lontana. - E stava sull'uscio a veder piovere sul nespolo, col suo fardelletto sotto il braccio. Poi baciò la mano al nonno e alla mamma, e abbracciò Mena e i fratelli. Così la Longa se lo vide partire sotto l'ombrello, accompagnato da tutto il parentado, saltando sui ciottoli della stradicciuola ch'era tutta una pozzanghera, e il ragazzo siccome era giudizioso quanto il nonno, si rimboccò i calzoni sul ballatoio, sebbene non li avrebbe messi più, ora che lo vestivano da soldato.
– Questo qui non scriverà per danari, quando sarà laggiù - pensava il vecchio; - e se Dio gli dà giorni lunghi, la tira su un'altra volta la casa del nespolo. -
Ma Dio non gliene diede giorni lunghi, appunto perché era fatto di quella pasta; e quando giunse più tardi la notizia che era morto, alla Longa le rimase quella spina che l'aveva lasciato partire colla pioggia, e non l'aveva accompagnato alla stazione.
– Mamma! - disse Luca tornando indietro, perché gli piangeva il cuore di lasciarla così zitta zitta sul ballatoio, come la Madonna addolorata; –quando tornerò vi avviserò prima, e così verrete ad incontrarmi tutti alla stazione. –

E quelle parole Maruzza non le dimenticò finché le chiusero gli occhi; e sino a quel giorno si portò fitta nel cuore quell'altra spina che il suo ragazzo non assisteva alla festa che si fece quando misero di nuovo in mare la Provvidenza, mentre c'era tutto il Paese, e Barbara Zuppidda s'era affacciata colla scopa per spazzar via i trucioli.

– Lo faccio per amor vostro - aveva detto a 'Ntoni di padron 'Ntoni; - perché è la vostra Provvidenza. –

– Voi colla scopa in mano sembrate una regina – rispose 'Ntoni. – In tutta Trezza non c'è una brava massaia come voi! –
– Ora che vi portate via la Provvidenza non ci verrete più da queste parti, compare 'Ntoni. –

– Sì che ci verrò. E poi per andare alla sciara questa è la strada più corta. –

– Ci verrete per vedere la Mangiacarrubbe, che si mette alla finestra quando passate.–
– La Mangiacarrubbe gliela lascio a Rocco Spatu, ché ci ho altro pel capo.–

– Chissà quante ce ne avete in testa, delle belle ragazze di fuori regno, non è vero?–

– Qui ce n'è pure delle belle ragazze, comare Barbara, e lo so io.–

– Davvero? –

–Per l'anima mia!–

–O a voi che ve ne importa?–

–Me ne importa, sì! ma ad esse non gliene importa di me, perché ci hanno i zerbinotti che passeggiano sotto le finestre, colle scarpe inverniciate. –

– Io non le guardo nemmeno, le scarpe inverniciate, per la Madonna dell'Ognina! La mamma dice che le scarpe inverniciate son fatte per mangiarci la dote e ogni cosa; e qualche bel giorno vuole uscire fuori sulla strada, colla rocca in mano, a fare una commedia con quel don Silvestro, se non mi lascia in pace.

– Che lo dite sul serio, comare Barbara?–

–Sì, davvero! –

– Questa cosa mi piace! – disse 'Ntoni.

– Sentite, andateci il lunedì alla sciara, quando mia madre va alla fiera. –

– Al lunedì il nonno non mi lascerà pigliar fiato, ora che mettiamo in mare la Provvidenza.

I Malavoglia - Giovanni VergaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora