Mi trovo sul letto, continuo a pensare e a ripensare a ciò che è accaduto davanti alla scuola. Credevo che anche lui avesse provato strane sensazioni, invece si stava solo prendendo gioco di me. Devo togliermelo dalla testa, io ho un ragazzo, bellissimo e dolcissimo.
Prendo subito il telefono e gli invio un messaggio.
A Sebastian: Ei ho bisogno di te. Raggiungimi a casa.
Dopo pochi minuti ricevo una risposta.
Da Sebastian: aprimi la porta tra cinque minuti.
Scendo subito al piano di sotto, la casa era vuota. Harry e Eve sono usciti da poco, mio padre è a lavoro e Elisabeth, la compagna di papà, è in centro a fare delle commissioni . Sento bussare e spalanco la porta.
"Buongiorno piccola" entra e mi lascia un delicato bacio sulle labbra. Non mi basta, voglio di più. Lo prendo con forza per i capelli biondi e lo bacio con foga. Ci facciamo trasportare dal bacio e finiamo sul divano, io a cavalcioni su di lui. Sebastian ha un gran bel corpo.
"A cosa devo tutto questo affetto?" scherza lui tra un bacio e l'altro.
"Ho voglia di coccole, in più mi sei mancato oggi" gli sorrido. Ricomincia a baciarmi e io inizio ad ondeggiare sui suoi fianchi.
"Mmm Margarita, tra un po' non saprò più controllarmi e so che tu non sei pronta." Ciò che Sebastian ha sempre dato per scontato è che io sia ancora vergine, non sa però, che io l'avevo già fatto, più volte, con Harry. Non mi sono mai sentita di dirglielo, ho paura che ci rimanga male, però si merita di sapere la verità.
"Sebastian" cerco di staccarmi "Sebastian devo dirti una cosa".
"Dimmi piccola" mugola, "Sebastian io non sono vergine " gli dico di colpo. Lui mi guarda per qualche secondo e poi scoppia a ridere "si va bene, certo." Io però lo continuo a guardare con serietà e allora capisce che non stavo scherzando per niente "Margarita, se è un gioco non è divertente, dimmi ti prego che non dici sul serio". "Sebastian io..." cerco di parlare "No, no dimmi che stai scherzando, io non ci posso credere! Perché non me lo hai detto? Come hai potuto?" "Io..." cerco di nuovo di parlare ma lui mi interrompe un'altra volta "Non voglio più sentire niente" mi toglie di dosso e si alza in piedi. Si dirige verso la porta, la apre e prima di uscire si gira verso di me e mi domanda "anzi, dimmi solo una cosa, chi è stato il primo?" dice con tono duro e con le sopracciglia aggrottate.
"Harry" rispondo con un filo di voce.
Senza neanche guardarmi, chiude la porta dietro di se e va via.
Non posso credere che abbia reagito così. Si è arrabbiato con me per qualcosa che è accaduto nel passato, per una decisione sbagliata che ho preso prima di conoscere lui. Non lo chiamerò pregandolo di perdonarmi, non ho nessuna colpa, si forse glielo avrei dovuto dire prima, ma stiamo insieme da quattro mesi e prima di oggi non si era mai presentato il problema. Sono arrabbiata e frustrata, continuo a controllare il telefono per vedere se ho ricevuto qualche messaggio di scuse o una telefonata da parte sua. Niente. Zero.
Mi dirigo verso la mia camera e mi stendo sul letto. Dopo dieci minuti sento la porta di casa aprirsi e delle risate farsi spazio nella casa.
"No Harry, dai su! Non siamo neanche soli." Sento la voce di Eve.
Dopo poco sento la porta della camera di Eve, di fronte alla mia, sbattere. So che cosa avrei sentito tra poco, decido di mettermi le cuffiette e la musica al massimo volume, lasciandomi trasportare in un altro mondo.
Dopo poco, cado in un sonno profondo.
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Vengo svegliata da alcune voci provenienti dal salotto. Mi alzo e scendo di sotto. La prima persona che vedo è mio padre, seduto sulla poltrona di fronte al divano. Di fronte a lui era seduta Eve, concentrata a mettersi lo smalto sui piedi.
"Buonasera a tutti" sorrido a mio papà e gli poso un bacio sulla guancia.
"Buonasera bambina mia" risponde.
Eve mi lancia soltanto un'occhiataccia senza ricambiare minimamente il saluto. Mio padre e sua madre non sapevano della sua relazione con Harry, da quanto avevo capito lui non vuole etichettare la loro storia come un qualcosa di "serio", perciò lei ha deciso di assecondarlo.
Io penso sia una grande cavolata, non ha senso impegnarsi a metà. Una persona o ti vuole oppure ti lascia andare. Perché perdere del tempo?
"Famiglia è pronta la cena" sento la voce irritante di Elisabeth e mi alzo in piedi. Mi verrebbe voglia di dirle che io non sono parte della sua famiglia, ma visto che amo mio padre, faccio finta di niente e mi dirigo verso la cucina.
"Ragazze mie, come è andata la vostra giornata?" Chiede Elisabeth.
"Male mamma, male. Oggi mi si è rotta l'unghia durante la lezione di matematica e quindi ho dovuto passare l'intera ora di chimica ad aggiustarla". Questi erano i problemi che affliggevano la nostra piccola e povera Eve. Mio padre con una faccia rassegnata si gira verso di me e chiede "E la tua giornata Margarita come è andata? Gli allenamenti come procedono?"
"Tutto bene grazie, domenica abbiamo l'esibizione. Mi farebbe molto piacere se venissi anche tu" gli rispondo.
"Ci sarò sicuramente tesoro."
Passiamo la cena a parlare del make up riuscito male di Eve e dei vari interventi chirurgici che papà aveva fatto oggi.
Dopo cena decido di andare in camera a fare qualche compito.
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Il giorno dell'esibizione è arrivato. La settimana è passata molto velocemente, Sebastian non mi ha più rivolto la parola, quando mi vede nei corridoi mi evita. Mi irrita molto il suo comportamento, è molto infantile. Sto aspettando Althea al parcheggio e come al solito è in ritardo. Nel frattempo mi arriva un messaggio da mio padre che mi avvisa che loro si erano seduti sugli spalti attorno al campo. Alzo lo sguardo e mi trovo davanti la mia migliore amica.
"E questa che cavolo è? " dico ridendo e indicando la sua maglietta con la mia faccia ritratta sopra.
"Io e sottolineo io sono una vera tifosa. Se devo fare le cose le faccio per bene" mi risponde facendo una linguaccia.
"Scusa se mi sono permessa di mettere in dubbio ciò" le dico tirandole una spallata.
Ci dirigiamo verso la panchina dove sarebbe stata lei.
"Io ora vado a riscaldarmi, la partita inizierà tra una mezz'oretta, ci vediamo dopo bella" e le lascio un bacio sulla guancia. Lei mi fa segno di ciao con la mano.
Cammino fino ad arrivare sul campo e mi guardo intorno per cercare Sebastian con lo sguardo, devo sistemare le cose. Corro verso di lui che era fermo a parlare con altri ragazzi della squadra. Appena mi trovo dietro di lui, gli cingo con le braccia la schiena e gli lascio un bacio sul collo alzandomi sulle punte. Lui si gira nella mia direzione, la sua espressione da confusa diventa incomprensibile. Non so come reagirà, però ci ho provato.
"Ei" gli dico guardandolo in modo dolce.
"Ciao" risponde in modo freddo e distaccato.
"Volevo dirti buona fortuna per la partita, io sarò lì a tifare per te" e indico il punto dietro di me dove le altre cheerleaders si stanno riscaldando.
"Buono a sapersi, grazie" continua senza neanche guardarmi negli occhi.
"Va bene, allora io vado" prima di girarmi lo vedo semplicemente annuire. Ritorno dalle altre ragazze e mi avvicino a Judith.
"Ho combinato un casino" le spiego mentre mi piego in avanti per toccarmi la punta dei piedi.
"Cioè?" Judith mi guarda preoccupata.
"Sebastian non mi parla più, gli ho dovuto dire che non ero più vergine da un anno ormai, non era giusto tenerglielo nascosto" mi giustifico.
"Hai fatto bene Margarita, si renderà conto di avere avuto una reazione esagerata" cerca di tranquillizzarmi, ormai la conosco abbastanza bene per poter affermare ciò.
Le sorrido e mi allontano da tutto il gruppo. Stranamente non ho ancora visto Eve in giro, durante le partite di Harry lei è sempre presente e arriva almeno tre ore prima. Mi guardo attorno e lo vedo seduto in un angolo del campo. Istintivamente mi avvicino senza pensare alle conseguenze. Quando arrivo ad un metro di distanza dalla sua figura lui alza lo sguardo verso di me.
"Hai bisogno?" Mi dice in modo acido.
"Ehm no io...veramente non so perché sono qui" gli spiego.
"Okay, allora vattene" fa un segno con la mano per sottolineare il concetto.
"Dio quanto sei stronzo Harry, si può sapere che cosa ti ho fatto?" Alzo di poco la voce.
"Niente, assolutamente niente." Fa cenno con la testa.
Sentendomi umiliata nuovamente mi giro dalla parte opposta e inizio a camminare. Mi sento afferrare per il polso e trascinare dietro l'angolo.
"Ma che cav-" mi tappa la bocca con la mano.
"Shh, stai solo zitta" e poi fa una delle cose che meno mi sarei aspettata da Harry. Lui mi abbraccia. Mi tiene stretta a lui.
Dopo pochi minuti mi stacco leggermente e lo guardo "perché lo hai fatto?" Lui mi osserva un po' prima di rispondermi, come se stesse cercando di studiarmi a fondo.
Poi di colpo la sua espressione cambia nuovamente e io non so come interpretarla.
"Niente, devo fare ingelosire Eve e mi sembrava il modo più facile" alza le spalle e se ne va via. Lasciandomi ancora una volta senza parole.
Sento le cheerleaders che iniziano ad agitarsi, la folla inizia a farsi sentire. Devo assolutamente sbrigarmi. Inizio a correre verso le altre.
"Allora siete pronte? È una partita importante, i ragazzi hanno bisogno di noi" esclamo alle altre.
"Si! Forza cominciamo!" Urlano le altre.
Ci mettiamo ognuna al proprio posto e dopo pochi minuti inizia la nostra esibizione.
Iniziamo a muoverci e a urlare le lettere della nostra squadra, i ragazzi del football come al solito ci guardano con il sorriso e fieri. Io continuo a rimbalzare lo sguardo da Sebastian ad Harry. Le ragazze mi prendono tutte insieme e mi lanciano in aria, io faccio un giro carpiato e atterro esattamente alla fine della canzone. Non riesco a togliermi il sorriso dalle labbra, penso non mi sia mai venuto così bene. D'istino mi giro e inizio a correre verso Sebastian, arrivata davanti a lui gli salto in braccio e gli stringo le braccia attorno al collo.
"Perdonami. Mi manchi tanto" e poi lo bacio, come facevo ogni volta prima di una partita con Harry.
Lui mi stringe di più a se , prendendo la mia testa e spingendola di più verso la sua.
"Okay basta, direi che può bastare" interviene Harry.
Io leggermente imbarazzata mi stacco e lancio un'occhiataccia verso il ragazzo che ha parlato.
Sebastian mi guarda e mi dice "ci vediamo dopo" facendomi un occhiolino.
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I ragazzi hanno vinto e sono andati a prendere una pizza tutti insieme mentre io, essendo stanchissima, sono tornata a casa. Entro e salgo le scale. Appena faccio l'ultimo gradino sento tossire dalla camera di Eve.
Busso ed entro senza aspettare una risposta, la vedo nel letto, mentre si soffia il naso.
"E tu cosa ci fai qui?" Le domando confusa.
"Sono rimasta a casa, sono ammalata, non vedi? A proposito come sono andati i ragazzi? Non sono riuscita a venire e mi è dispiaciuto un sacco!" E senza neanche risponderle esco dalla stanza. Chiudo la porta e guardo fisso davanti a me. Mi sento ancora più confusa appena realizzo che, quell'abbraccio, Harry, non me lo ha dato per far ingelosire Eve, me lo ha dato perché voleva farlo.

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Boardwalk
FanfictionMargarita Benson era quasi riuscita a dimenticarlo, poi eccoli lì, quegli occhi verdi.