Capitolo 9

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Mi alzai e andai a fare un bagno caldo.

Poco dopo sentii bussare alla porta.

“Ele, sei qui…?”

Era la prima volta che mi chiamava per nome. Anche io credo di averlo fatto una volta in vita mia.

“Si, un secondo e esco.”

“Se vuoi entro io.”

“No grazie.”

Rise.

**

“Che ore sono?”

“Le 19:20” Risposi.

“Mh, usciamo.”

“E dove andiamo?”

“eeeh.”

Quando scendiamo, stavo per aprire la portiera del guidatore.

“Uhm, cosa vorresti fare?” Disse.

“Guido io.”

“Assolutamente no.”

“La macchina è mia.”

Mi iniziò a fare il solletico fino a quando no lasciai la portiera e lui poté entrare.

“Questa me la paghi.”

“Ssh. Amo il fatto che soffri il solletico.”

“Si certo. Ne parleremo quando saremo all’ospedale.” Ridacchiò.

Cominciò ad accelerare, anche oltre i 100km orari.

Quando si fermò iniziò a ridere.

“Oh sono viva? Ho ancora le braccia… le gambe…”

“Tutta intera, visto?” Rise.

Entrammo in un ristorante.

“Desidera.” Disse il cameriere.

“Un tavolo per due.” Rispose Louis.

Piano piano la gente cominciava a venire, così da fare riempire il locale..

Mentre ci portavano il cibo le luci si spensero...

Arrivò una donna che impugnò il microfono

“Buonasera a tutti...Abbiamo una richiesta canora...Preghiamo di salire sul palco ad Elena Young...Un bel applauso”

Mi affogai con l'acqua

“Sei stato tu?”-Dissi con lo sguardo infuocato..

“Si, ora sali e spacca tutto..”

“No, non posso.. non c'è la faccio...”

“Fai finta che sia il giorno della gara.."

“Questa te la faccio pagare, prometto...”

Mi alzai titubante e andai lì.

Impugnai il microfono...Dissi alla band di suonare Drunk di Ed Sheeran

Annuirono e partì la base.

La canzone poco dopo finì.

Le luci si accesero degli applausi seguirono il mio inchino...Tornai al mio posto sotto gli occhi di tutti.

“Sei stata bravissima.”

Sorrisi imbarazzata.

Sfiorò la mia mano da sopra il tavolo.

**

Tornammo a casa poco dopo.

“Divertita?”

“Si, ma la prossima volta che hai una brillante idea, dimmelo.”

Rise.

“Che c’è?” Dissi.

Mi prese per i fianchi e mi baciò.

Le nostre labbra si muovevano in simbiosi come se fossero fatte per stare insieme.

“Non posso, scusa.” Corsi in camera.

Mi appoggiai alla testiera del letto continuando a passarmi le dita tra le labbra.

30 giorni per farti innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora