Capitolo 5

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Nuovo giorno, e io che vengo buttata a pedate fuori dal mondo dei sogni grazie alla mia sveglia.

Mi preparai e andai a scuola. Oggi la prima ora era con quel fracassa-palle di Tomlinson.

Eccolo là. Mi fischiò dietro per provocarmi.

“Tomlinson. Puoi provare solo a tentare di far assomigliare il tuo comportamento a quello di un essere umano?”

“Perché a cosa assomiglia ora?” Disse appoggiandosi sul mio armadietto.

Gli tolsi la mano e perse l’equilibrio, che idiota.

“A quello di una bertuccia” Risposi.

La sua bocca si trasformò in una “o”.

“Young. Sono queste le maniere? Suvvia, sappiamo che lei è attratta da codesta persona.” Disse ridacchiando.

“Codesta persona deve togliersi dalle palle, o presto non le avrà più.” Risposi.

Rimase scioccato, questa volta davvero. Mise un braccio in mezzo per non farmi passare.

“Tomlinson, sono in ritardo cerca di evaporare oppure diventerai femmina.”

Mi lasciò andare capendo che ero seria.

“Oooh qual buon vento. Signorina Young, pensavamo non venisse più.” Disse il professore di Algebra.

“Si sbagliava.” Risposi acida.

“E il suo amico, Tomlinson? Dov’è?”

“Non è mio amico.” Furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca.

Durante la lezione Louis non fece altro che tirarmi pezzetti di carta. Stava tirando troppo la corda.

“Allora, chi viene interrogato?” Disse il professore.

“Prof.”

“Oh Young, oggi mi stupisce.”

“No no, non vengo. Le volevo solo dire però che io e Tomlinson abbiamo studiato insieme ieri…”

Louis scattò chiedendosi cosa diamine succedesse.

“E lui è veramente molto preparato. Solo che non ha il coraggio di venire volontario.. Sa com’è fatto..” Continuai.

Louis aveva lo sguardo che mi avrebbe tagliato la testa.

“Bene! Tomlinson, interrogato.”

“Questa me la paghi.” Disse tra i denti.

**

“Un bel 3- Tomlinson.”

Sorrise.

Quando suonò la campanella uscii per prima ma la sua mano mi fermò.

“SI PUO SAPERE COSA CASPITA TI PASSA PER L’ANTICAMERA DEL CERVELLO? EH EH?”

“Boh, tu mi tiravi pezzetti di carta, qualcosa dovevo pur fare…” dissi molto tranquillamente.

“Ma vaffanculo.”

“No caro. Quello lo fai tu ogni notte che te ne scopi una diversa.”

“Sarai mica gelosa!?”

“Neanche nei tuoi sogni più selvaggi.” Sbattei l’armadietto e me ne andai.

[…]

“Ho football, oggi non possiamo fare le prove.”

“Tanto meglio.” Risposi seccata.

Arrivò Hope. Le raccontai tutto.

“Ehm, Ele.. Ti ha mentito..”

“Riguardo?”

“Ho sentito Melany e le sue oche e lei parlava di oggi.. lei e Louis e la sua serata.”

“Che pezzo di merda.”

“Ehi non ti offendere.”

“Non sono offesa, mi sono vendicata in anticipo.”

Le raccontai la storia dell’interrogazione e scoppiò a ridere.

Tornammo a casa, mangiamo qualcosa al volo e andammo subito a dormire. Ero stanchissima.

30 giorni per farti innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora