Capitolo 4

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“Signorina Young!” Disse la professoressa di musica.

“Si?”

“La gara si farà tra due settimane. E’ più lontana.”

“Oh. Perfetto.” Risposi.

[…]

“Young.”

“Tomlinson. Cosa diamine vuoi? Sono solo le 8:25, è presto per rompere le palle.”

“Hai ancora 29 giorni.”

“Sei proprio convinto eh?” Dissi chiudendo l’armadietto.

“Io dico una cosa e quella è.”

“La convinzione fotte la gente.” Sospirai.

“Senti, ti va di provare ancora oggi pomeriggio?”

Cosa dovevo dire?

“S-si. Va bene. Però vengo direttamente io a casa tua.”

“Come vuoi”

[…]

“Ele, sono tristissima” Disse Hope asciugandosi una lacrima

“Hey hey hey, che succede?”

“I miei hanno deciso di trasferirsi in Italia per lavoro. Devo andare con loro.”

“Puoi venire da me”

“See.”

“Dai, mia madre non c’è mai, così stiamo insieme.”

“Va bene, chiederò.”

Le lezioni passarono, molto lentamente, ma passarono.

Squillò il telefono, era un messaggio.

*I miei hanno detto di si! Vengo verso le 16:30? xxH*

*Certo xxE*

Mancava mezz’ora, decisi di sistemare un po’ casa.

Quando arrivò però, dovevo giusto andare da Tomlinson. La lasciai lì ad esplorare ed ambientarsi a casa.

Suonai al campanello della porta. Non rispondeva nessuno.

“Vuoi vedere che non c’è nessun..”

“BUUH!”

“TOMLINSON! PORCA MINCHIA COSA CAZZO STAI FACENDO! MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO”

“Allora ho fatto un buon lavoro.” Disse soddisfatto con aria da sfida.

“Fai meno lo spiritoso. Avanti, apri la porta.”

“Non posso.”

“Che succede? Ti cadono le mani? Forza.”

“No, magari le mani non mi cadono, ma non ho le chiavi.”

“Non ci credo. Tomlinson! Come diamine fai a lasciare le chiavi dentro casa?!”

“Dai.. Non muore nessuno.”

"Santo Louis William Sono un coglione Tomlinson. Come fai!”

“Entriamo dalla finestra.”

“Immagino tu stia scherzando.”

“Affatto.”

Mi prese e mi trascinò. Era una finestra altissima.

“Non salgo neanche se mi uccidi, è altissima.”

“E’ la più bassa che c’è. Oppure preferisci rimanere fuori fino a quando non torna mia madre.”

“Ottima ide..”

“Cioè alle 20:00.”

“Okay.. Hai vinto.”

“Tommo vince sempre.”

“Non ti ci abituare.”

“Tommo vince sempre. 29 giorni signorina”

“Aspetta e spera.”

“Metti i piedi sulle mie mani” disse mettendo le mani sistemate per farmi salire.

“Vedi che ce la fai?”

“Tomlinson, cado.. Toml..”

***

“Visto? Ti ho presa.”

“Grazie al cielo”

“Potrei farti cadere ora” Finge di lasciarmi cadere.

“Ohh, che cosa carina, la freddissima Young che si aggrappa a me.”

“E’ puro istinto di sopravvivenza, Tomlinson.”

“Riprova.”

Alla fine ce la feci.

“Ora aprimi la porta”

“Mmh, magari tra un paio d’ore.”

“Young, la porta!”

“Nah”

“Aprimi”

“Vai via da questa casa” dissi ridendo.

“Ma se è casa mia..!” Urlò, parzialmente divertito.

“E’ uguale, non ti apro.”

Non sentii più nulla, come se se ne fosse andato. Ovviamente non era così. Andai ad aprire la porta.

Mi prese stile “sacco di patate”.

“TOMLINSON METTIMI GIU” Urlavo mentre scalciavo.

“Nah” disse imitando la mia voce quando lo avevo detto prima io.

“Louis William Tomlinson, mettimi giù.” Dissi seria.

Mi quasi catapultò sul divano e si mise sopra di me appoggiandosi sui gomiti per non farsi pesare.

“Ecco, ti ho messa giù.”

Non lo guardai negli occhi.

“Uhlalà, come mai non mi guardi negli occhi?”

Perché se continuo di questo passo ci metterai meno di 29 giorni, idiota.

“Perché non c’è bisogno.”

Sorrise.

“Tomlinson, togliti da qui, sei… come dire, sei soffocante in questa posizione.”

“Ma dai, pensavo ti piacesse..”

“Fai poco lo spiritoso e togliti.”

Capì che non era aria e si tolse.

Facemmo le prove, ero un tantino migliorata dalla volta precedente.

Verso le 19:00 andai via.

30 giorni per farti innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora