Capitolo 14

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*Principessa, volevo dirti che ho trovato una casa per noi. Cioè, insomma… Io vorrei vivere con te… vabbeh, ne parleremo. Ora sarai di sicuro arrabbiata. Ti amo xxL*

Decido di andare a parlare con Louis in persona.

“Louis, abbiamo 17 anni. Siamo troppo giovani?”

“Chi lo dice?”

“Nessuno”

“Appunto” Sorrise

“Mh Mh”

“Dai, almeno vienila a vedere”

“Questo è certo.”

[…]

“Senti, perché non mi fai conoscere i tuoi?”

“No, non c’è motivo.”

“Ti prego.”

**

“Piacere, io sono Troy, il padre di Louis.”

Louis gli lanciò un’occhiataccia. Non capisco il motivo, magari lo avessi io un padre.

“Lei è Mary, mia moglie.” – “Piacere.”

Louis mi trascina di sopra.

“Louis! Posso sapere che ti prende? Quelle occhiatacce a tuo padre, quello sguardo a tua madre!”

“Non è mia madre. E mio padre è un pezzo di merda.”

“Non è tua madre?”

“Mia madre si chiama Johannah e non vive a Londra.”

“Ah. Però non hai il diritto di chiamare tuo padre così.”

“Si che lo ho. Un alcolizzato che mi ha lasciato quando avevo 10 anni. E che picchiava mia madre.”

“Oh.”

“Ecco. Ecco perché odio stare qui.”

“Però  ora abbiam casa nostra.” Cerco di sorridere.

“Si, andiamo?”

“Va bene, ma stai calmo.”

Ero sconvolta da come si fosse aperto in meno di 3 minuti e non lo avesse fatto per quattro anni. No, diciamo che non lo sopportavo, diciamo nell’ultimo mese.

Quando arriviamo a casa, la strada è piena di auto. Il vento frizzante soffia, facendomi rabbrividire. La giacca sottile che indosso sopra al vestito non ha il potere di riscaldarmi a causa del vestito corto. Louis si toglie la sua e la poggia sulle mie spalle. E’ sorprendete calda e odora di Tomlinson, il mio profumo preferito.

Mi cambio, e indosso una tuta.

“Cosa sono quelli?” Ridacchia Louis e da dei colpetti sulle palle di pelo alle mie caviglie.

“Calzini. Calzini caldi, per essere precisa.” Gli faccio la linguaccia.

“Belli.” Mi prende in giro e si cambia in pantaloni della tuta e felpa.

**

La mattina mi sveglio e ci ritroviamo entrambi addormentati sul divano.

Suona il telefono di Louis. È Jace.

Jace è un coglione “amico” di Louis. Ma in realtà ci ha provato con me, e Louis non ha reagito bene.

*Diciamo tutto. J*

Cosa?

“Cosa fai?!”

“Scusa… Ma ha suonato e…”

“Non importa. Ma non farlo. Mi da fastidio.”

“Cosa diceva il messaggio? Non ho capito il senso.”

“Non ti deve importare. Devi solo farti un po’ più di cazzi tuoi.”

“Okay e mi dispiace per averlo fatto, ma onestamente, non è chissà cosa. Se poi lì c’è qualcosa che non vuoi che io veda, allora abbiamo un problema più grande!” 

“No, Ele, sei tu il problema. Trasformi sempre il niente in chissà cosa!”

“Mi dici perché hai litigato con Niall?” (Nota: Niall è un amico di Louis. Che ci prova con Elena. Louis è molto molto geloso e per questo tende ad odiare Niall.)

“Non ho intenzione di fare adesso questo discorso.” Dice in tono freddo.

“Allora quando, Louis? Perché non me lo dici? Come dovrei fidarmi di te, se mi nascondi le cose?”

“Ha a che fare con Jace?” Chiedo e le sue narici si allargano.

Si passa le mani sul viso, poi tra i capelli, lasciandoli ritti in testa.

“Non so perché non puoi mai limitarti a farti i dannati affari tuoi.” Brontola ed esce da casa.

Guardo fuori dalla finestra e vedo la macchina di Harry uscire dal parcheggio, prima di prendere il telefono.

La mia nuova fonte risponde al primo squillo.

“Niall? Sono Ele.” Dico.

“Sì.. lo so.”

“Okay.. beh, mi stavo chiedendo, posso farti una domanda?” La mia voce esce fuori più piccola di quanto intendessi.

“Uhmm.. dov’è Louis?” Mi chiede. Sospetto ce l’abbia un po’ con me per averlo rifiutato dopo che lui è stato così gentile.

“Non è qui.”

“E dov’è?”

“Credo sia al Blind Bob.”

“Uhm, grazie.”

Mi dirigo verso quel posto. È un bar di motociclisti/Camionisti.

Appena perdo le speranze, riconosco l’auto di Luke nel parcheggio, mi fermo. Faccio un respiro profondo prima di uscire dalla mia, l’aria fredda mi brucia le narici.

La donna al bancone mi sorride quando entro e mi sento sollevata quando intravedo i capelli di Hope dall’altra parte della stanza. Se solo avessi saputo ciò che stava per succedere.

30 giorni per farti innamorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora