Ritorno

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L'indomani Hinata si svegliò presto dando il buongiorno a suo marito.
Anche quella volta Naruto era andato a lavorare senza fare colazione.
Boruto non era ancora arrivato, così Hinata fece la colazione solo per Himawari. Lei aveva già mangiato.
Quando la figlia scese era ancora un po' assonnata e si stropicciava stanca gli occhi.
Mangiò un po' di biscotti al cioccolato inzuppati in una grande tazza di latte.
Prima di poter mordere anche solo uno di quei biscotti qualcuno suonò alla porta.
Era Boruto. Himawari andò ad aprirli.
Il fratello appena entrato cominciò a ciondolare come se fosse ubriaco di qua e di là fino a che non si sedette nel divano e si sdraiò.
La madre gli chiese cosa avesse fatto in missione, ma la risposta fu una specie di grugnito.
Boruto si era addormentato.
<<Beh io vado.>>, disse Himawari salutando la madre e dando un bacio sulla fronte al fratello.
Hinata aspettò che il figlio si svegliasse, nel frattempo andò a fare la spesa, lavò i vestiti, sistemò le armi di Boruto, e lavò il pavimento.
Dopo aver fatto tutto questo Boruto finalmente si svegliò.
<<D-Dove sono?>>, chiese stropicciandosi gli occhi.
<<Secondo te? Sei a casa tua.>>
Boruto rifletté un attimo, poi come se l'avesse colpito un fulmine si alzò di scatto.
<<E DOV'È SARADA?!>>
<<Non so, credo che sia a casa sua, perché?>>
<<Speriamo... devo andare da papà! Devo dirgli della missione!>>
Raccolse le armi che Hinata aveva sistemato, prese un biscotto e scappò verso l'ufficio dell'Hokage.
Entrò dentro la stanza dove lavorava suo padre, lì c'era già Sarada e anche Mitsuki.
Boruto entrò e disse al padre che doveva parlargli della missione di ieri. Ma lui rispose serio: <<Tranquillo, me ne ha già parlato Sarada.>>
<<Scusate, ma di che cosa state parlando?>>, chiese Mitsuki.
<<Vedi,>>, spiegò Naruto, <<Ieri Boruto e Sarada sono andati in missione in un villaggio non molto lontano da qui. In quel villaggio era stata segnalata la presenza di un ninja dei nostri morto. Il problema è che era un bambino di soli sei anni. Così mi sono chiesto come facessero a sapere che era uno dei nostri dato che un bambino così piccolo non porta il coprifronte. Allora ho mandato Sarada e Boruto.>>
<<Quando siamo arrivati,>>, continuò Sarada, <<un contadino ci portò dal corpo del bambino. Era morto perché purtroppo mentre giocava una trappola dei cacciatori era scattata e gli aveva mozzato metà braccio. Il troppo sangue perso l'ha portato alla morte. Il contadino pensò che era uno di noi perché sulla maglietta, dietro, portava il simbolo degli uchiha.>>
<<Come?!>>, chiese Mitsuki, <<Ma... gli ultimi uchiha siete tu e tuo padre! Non mi dire che... che... che ce ne sono altri!>>
<<Non saprei, vorrei dirlo a mio padre, ma lui non è ancora tornato, verrà tra qualche giorno però.>>
Dopodiché l'Hokage mandò tutti e tre fuori.
Sarada e Boruto avevano ricevuto una nuova missione, quella di tornare in quel villaggio e chiedere a chiunque se qualcuno conosceva quel bambino o se avevano visto altre persone con quel simbolo sulla schiena.
L'impresa non era molto facile, in quel villaggio c'erano molto persone e poi, quel bambino, poteva venire da qualche altro villaggio.
Ma questo non li fermava di certo.
Probabilmente Sarada e Sasuke non erano più gli unici uchiha e questo, per Sarada, significava molto.


È brevissimo lo so, ma mi era venuta ora quest'idea e volevo scriverla.
Spero la storia vi stia piacendo.
Al prossimo capitolo!
Non so se aggiornerò domani, ma ci proverò.
Ciauz 👋🏻😎

La seconda nuova generazione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora