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26th september
5:38 pm

Nel giro di qualche giorno, Sehun si era già dimenticato di quel ragazzo che si era limitato a guardare da lontano.
Non dava troppo peso a quell'episodio: gli succedeva spesso di essere incuriosito così dalle persone.
Era per questo che era diventato fotografo, lui vedeva di più di ciò che la gente voleva mostrare di se, anche dopo solo un fugace incontro, e gli piaceva fotografare le persone catturandone ogni aspetto.

Anche se, non poteva negare, ogni tanto gli era capitato di ritrovarsi a pensare a quel ragazzo, a cosa sarebbe successo se fosse riuscito a parlargli.
Qualche volta pensò anche di tornare lì, dove l'aveva visto la prima volta, e cercarlo, sapendo comunque che le possibilità di trovarlo sarebbero state una su un milione.
In ogni caso, non aveva più avuto tempo per farsi una passeggiata dalle parti dell'Heaven Café. Era stato sommerso dagli impegni per tutta la settimana.

Quel giorno, però, era diverso. Era domenica e significava che poteva finalmente prendersi una giornata per rilassarsi.

Finì di allacciarsi le scarpe, si mise la giacca e prese la sua polaroid vecchio stile. Controllò che ci fossero ancora foto a disposizione, poi se la mise in una delle grandi tasche del suo giubbotto.

Uscì di casa, diretto verso il suo negozio di bubble tea preferito. Irrimediabilmente i suoi pensieri ricaddero nuovamente su quel ragazzo. Non poteva smettere di pensare che sarebbe stato un modello perfetto.
Per questo doveva trovarlo. Doveva chiedergli se fosse disposto ad accettare di essere fotografato da lui.

Iniziò a camminare più velocemente, spinto da una ritrovata determinazione.
Arrivò davanti all'Heaven Café, poco distante dal negozio di bubble tea.
Entrò, ma non lo vide.
Decise comunque di aspettare e si sedette al bancone.

Passò circa un'ora prima che l'altro si presentasse, e in quell'ora aveva dovuto respingere più volte i camerieri che gli portavano il menù e cercavano di prendere le sue ordinazioni. Dopo quattro tentativi da quattro camerieri diversi, avevano rinunciato e adesso Sehun sentiva ogni tanto i loro sguardi giudici puntati su di lui, ma non gli pesava granché.

Si girò quando sentì tintinnare il campanello appeso alla porta d'entrata. Dopo la venticinquesima volta che lo sentiva suonare e si girava ma trovava uno sconosciuto - beh, uno ancora più sconosciuto - al suo posto, non si aspettava certo di vederlo arrivare proprio in quel momento.

Invece l'altro ragazzo era lì, e si stava dirigendo verso il tavolo a cui l'aveva visto seduto la prima volta.

Sehun lo fissò per tutto il breve tragitto dalla porta alla poltroncina su cui si era accomodato, ma si rigirò di scatto non appena l'altro fece un minimo segno di voler spostare il proprio sguardo nella sua direzione.

Si rese conto di due cose, in quel momento. La prima: la faccia di quel ragazzo era una via di mezzo tra un piccolo cerbiatto spaesato e un angelo, e di sicuro aveva più anni di quelli che dimostrava.
La seconda cosa era che non aveva la minima idea di cosa fare ora. Certo, si era precedentemente imposto di andare a parlagli e se non l'avesse fatto, l'avrebbe sicuramente rimpianto, ma non voleva sembrare uno stalker o un qualche strano maniaco.
Ma infine si disse che sarebbe stato imbarazzante in qualsiasi caso, quindi, dopo dieci minuti da quando il ragazzo era entrato, si fece coraggio e si diresse verso il suo tavolo.

Luhan alzò piano lo sguardo quando sentì qualcuno accanto a lui che lo fissava.
Era un ragazzo più alto e più robusto di lui, ma comunque magro. Aveva i capelli corvini, corti, che gli coprivano dritti e sparati la parte superiore della fronte. Scendendo c'erano un paio di occhiali dalla montatura nera e sottile. Dietro ad essi, gli occhi scuri del ragazzo.

heaven; hunhan ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora