Capitolo 3

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Il bel ragazzo aveva un nome altrettanto bello, degno di un principe, cosa che infatti egli era. Il suo nome era Artù.

Alla bella fanciulla, invece, era stato dato un nome grazioso, proprio come lei: ella si chiamava Ginevra.

I due giovani non si videro per alcuni giorni a causa della timidezza di lei.

Artù dal giorno in cui aveva visto Ginevra si alzava all'alba e dopo aver consumato la colazione usciva con i suoi amici ed insieme si cimentavano nella ricerca della ragazza.

Il giovane per poco non perse la speranza di poterla rivedere. Infatti, ogni dì, tornava stanco della giornata passata a cercare e si metteva a letto la sera con una certa tristezza interiore, che gli rendeva difficile dormire. Ma decise che non si sarebbe dato per vinto ed il giorno seguente tornava in città alla ricerca della fanciulla.

Il re cominciava a preoccuparsi per suo figlio, poiché lo vedeva solamente uscire la mattina e tornare la sera dopo il tramonto, e non solo era in pensiero dato che non sapeva ciò che il ragazzo faceva durante il tempo che passava fuori dal castello, ma era anche in pensiero per ciò che non faceva. Infatti essendo quest'ultimo il principe doveva assolvere a vari compiti, tra cui quello di studiare la mattina con il suo precettore e quello di fare sport, per essere sempre in forma e pronto a combattere, in caso fosse stato necessario.

Ma ad Artù non importavano quei compiti, l'unica cosa che veramente importava era trovare la misteriosa ed alquanto bella fanciulla.

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