-Artù, va tutto bene?- chiese Marcus appena vide il suo amico bagnato dalla testa ai piedi.
-Si, sto bene. Non mi sono fatto niente per fortuna, ma Bucefalo è corso via. Devo ritrovarlo.- disse Artù con voce un po' spezzata per via del freddo causatogli dalla gelida acqua del fiume.
-Ma certo, non preoccuparti. Di sicuro non sarà andato lontano, dopotutto è affezionato a te tanto quanto tu lo sei a lui.- disse Marcus, facendo un dolce sorriso all'amico per rassicurarlo.
Artù teneva veramente molto a Bucefalo, non solo perché lo aveva da molto tempo e per questo avevano instaurato un legame unico, ma anche perché era un regalo fattogli da una persona molto importante, infatti il bellissimo animale gli era stato regalato da sua madre per il suo nono compleanno. Era come se Bucefalo, in qualche modo, facesse sentire il giovane ancora vicino alla sua adorata madre. Artù non poteva separarsene.
-Probabilmente hai ragione...- disse Artù.
-Come sempre del resto!- rispose prontamente l'amico -Ma dimmi, chi era quella fanciulla vicino a te poco fa?- proseguì Marcus.
-Beh lei...- cominciò a dire Artù, ma subito si interruppe e dopo aver riflettuto riprese -...come poco fa?!- e subito si girò aspettandosi di trovare Ginevra, ma ella non era lì.
***
Artù ed i suoi amici erano infine tornati al castello non essendo riusciti a trovare né Ginevra né Bucefalo.
All'ora di cena Artù, re Uther ed i cavalieri del re, nonché amici di Artù (per lo meno quasi tutti), erano seduti al grande tavolo del salone centrale del castello pronti per mangiare.
Artù era ancora scosso, non tanto per la scomparsa di Ginevra, alla fine aveva capito che era una ragazza timida, quanto più per la perdita del suo adorato cavallo.
Uther si accorse che qualcosa non andava, il figlio era troppo silenzioso, così gli domandò se qualcosa lo turbava.
-No, padre, va tutto bene. Sono semplicemente stanco.- mentì Artù. Non poteva certo ammettere di aver lasciato Bucefalo scappare. Anche il padre era molto affezionato all'animale, per via della persona che aveva fatto quel regalo al figlio.
Ella mancava molto ad entrambi, ma non ne parlavano mai. Artù non aveva mai avuto modo di sfogarsi con il padre, quest'ultimo non voleva debolezze nel ragazzo, solo forza e volontà d'animo, ciò significava non parlare della persona che era il loro punto debole, la loro fragilità.
-Bene, allora possiamo cominciare a mangiare.- disse infine Uther con tono fermo e fece poi cenno ai servitori di portare il cibo in tavola.
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E se ti dicessi che ti amo...
RomanceDAL CAPITOLO 4 Dopo averla seguita per un breve tratto la raggiunse e le prese un braccio, nell'intento di farla fermare. Non appena la sua mano si poggiò sulla tenera pelle della fanciulla, ella, non avendo altre possibilità, poiché la stretta di A...