Dopo aver fatto una breve ma salutare colazione, Artù si vestì ed uscì dal castello, accompagnato da alcuni amici fidati.
Usciti dalle scuderie con i propri cavalli ed armati di arco e frecce i giovani erano pronti per una bella battuta di caccia.
Artù era sempre molto contento di uscire con i suoi amici e quel dì era doppiamente felice poiché il precedente giorno era riuscito non solo a vedere nuovamente la misteriosa fanciulla, ma anche a farsi rivelare il suo nome.
Ginevra era l'unica parola che gli ronzava nella testa, la ripeteva a mente più e più volte come se quel nome fosse un trabocchetto e ci fosse un mistero al di sotto da scoprire. E più lo ripeteva e più gli sembrava melodioso.
-...Ginevra...- sussurrò tra se e se il ragazzo.
-Cosa hai detto Artù?- gli chiese Marcus, suo caro amico sin da quando erano piccoli.
-Niente, niente. Piuttosto siamo pronti a partire?- disse prontamente il giovane.
-Ma si, certo!- risposero in coro i ragazzi.
E così si avviarono verso la fitta boscaglia in cerca di prede da riportare a casa.
***
-Ginevra non c'è bisogno di uscire a prendere dei fiori per il pranzo con Maggie, sai che con lei non sono necessarie tutte queste formalità.- disse Benjamin.
-Non ti preoccupare fratellone- rispose lei -mi fa piacere prenderle qualche bel fiore, è da tanto che non la vediamo.-
-D'accordo, ma non fare tardi. Io intanto preparo la tavola ed incomincio a cucinare.- concluse Ben.
Maggie era una cara vecchia amica di famiglia, una signora in carne, di media statura e bionda, sulla quarantina, sempre sorridente. Benjamin e Ginevra la conoscevano sin da quando erano piccoli, dato che ella era amica di infanzia della madre ed andava spesso a far visita. Si era inoltre presa cura di loro dopo la morte dei genitori. I ragazzi le volevano molto bene e non vedevano l'ora di incontrarla, poiché recentemente aveva intrapreso un viaggio e non avevano avuto modo di vederla per vari mesi.
Finita la conversazione con il fratello Ginevra si mise in cammino alla ricerca di fiori belli e rari per stupire Maggie quando sarebbe arrivata a casa.
***
Dopo un'ora passata a girare per il bosco, senza aver avvistato neanche un singolo animale, Artù ed i suoi amici cominciavano a perdere la speranza. Fu allora che il giovane vide un maestoso cervo vicino ad un possente albero.
-Marcus, ascoltami bene- disse Artù -facendo piano, con assoluta cautela vieni verso di noi, altrimenti spaventerai quel bellissimo cervo e io non voglio farmi sfuggire una preda come quella!-
Marcus eseguì gli ordini di Artù e si avvicinò al gruppo.
-Se ne sta andando.- disse Jake.
-D'accordo, facciamo così, andrò solo io in modo tale da essere più silenzioso e poterlo prendere alla sprovvista...- rispose Artù -voi aspettate qui. Se non torno entro un'ora venite a cercarmi.- concluse il ragazzo e così detto spronò il cavallo ad avanzare verso il cervo, il quale intanto era notevolmente avanzato.
Dopo dieci minuti il cervo, non essendosi accorto della presenza di Artù, si fermò ad un ruscello per abbeverarsi.
Il ragazzo era precisamente dall'altra parte del corso d'acqua, dietro ad un albero e fissava attentamente la sua preda. Ma ad un certo punto il cavallo del giovane fece un passo in avanti e calpestò un ramo, il quale spezzandosi scricchiolò. Il cervo, allora, sentito il rumore, alzò velocemente il capo e sentendosi in pericolo scappò.
-Vai Bucefalo, so che puoi saltare il ruscello! Dai puoi farcela!- urlò Artù per incitare il suo cavallo nell'impresa, all'inseguimento del cervo.
Ma il cavallo, agitatosi, sbagliò il salto, ed Artù cadde dalla sua groppa. Infine, dopo aver nitrito, Bucefalo cominciò a correre, lasciando il giovane per terra.
***
-Oh, che bel fiore!- esclamò Ginevra tenendo in mano un bellissimo fiore color viola appena colto. Subito dopo averlo poggiato nel suo grazioso cestino, sentì dei rumori e qualche secondo dopo vide passarsi davanti un meraviglioso cavallo nero, lucido e ben pulito.
"Deve essere di qualcuno molto importante per essere mantenuto così bene." pensò la ragazza.
Notò poi un particolare importante, non solo l'animale era agitato, ma non aveva nessuno sul suo dorso, nonostante fosse sellato. Immaginò allora che potesse essere successo qualcosa al cavaliere, insomma nessuno abbandonerebbe un cavallo così bello.
Si diresse immediatamente nella direzione da cui veniva l'animale e si accorse che era la via per il ruscello. Proseguì finché non sentì una voce, anche alquanto familiare, dire -Ahi! Che male... dannato cervo! Non sarebbe successo niente se non si fosse fermato davanti a noi ed io non lo avessi visto!-
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E se ti dicessi che ti amo...
RomansaDAL CAPITOLO 4 Dopo averla seguita per un breve tratto la raggiunse e le prese un braccio, nell'intento di farla fermare. Non appena la sua mano si poggiò sulla tenera pelle della fanciulla, ella, non avendo altre possibilità, poiché la stretta di A...