Dopo vari giorni passati in casa, cercando di scacciare dalla mente ogni pensiero riguardardante il ragazzo incontrato, Ginevra, sotto consiglio del fratello, uscì di casa per fare un po' di spesa e per prendere una boccata d'aria.
Si avviò con molta calma verso il mercato per ammirare la natura intorno a lei. Le piaceva molto passeggiare in mezzo al bosco, il quale portava a Carmelot, con il vento tra i capelli ed il cinguettio dei passerotti ad accompagnarla.
Arrivata a destinazione decise di recarsi a bere un sorso d'acqua alla fontana prima di scegliere e comprare ciò che le serviva.
La fontana si trovava proprio al centro di un'immensa piazza confinante con il mercato. Ginevra che si stava dirigendo verso di essa si fermò in un istante. Il suo sguardo era ora diretto ad un giovane che stava ricambiando.
Le guance della ragazza divennero di un candido colore poiché anche solo poter guardare quel ragazzo la rallegrava, ma decise che era meglio tornare a casa essendo certa che la timidezza le avrebbe impedito di proferir parola.
Ciò pensato si incamminò verso il bosco, sperando che il giovane non si fosse accorto dell'accesso colore delle sue guance. Quest'ultimo era in compagnia, ma determinato a parlarle si scusò con i compagni e prese la via percorsa dalla ragazza.
Dopo averla seguita per un breve tratto la raggiunse e le prese un braccio, nell'intento di farla fermare. Non appena la sua mano si poggiò sulla tenera pelle della fanciulla, ella, non avendo altre possibilità, poiché la stretta di Artù era oramai diventata forte e stabile impedendole di proseguire, si girò.
Gli occhi del giovane sembravano brillare, quando improvvisamente Ginevra gli si rivolse dicendo -Ma ti sembra questo il modo di trattare una fanciulla?!-, immediatamente Artù si mise a ridere e le lasciò il braccio.
"Ma cosa ho fatto?" pensò la ragazza "Come posso aver detto tali parole... non è da me. Ma forse ho fatto bene, dopotutto è solo la verità. E poi per qual cagione ride? Sta forse ridendo di me? Spero proprio di no, sarebbe scortese da parte sua."
Prese allora la parola il ragazzo e le disse -Mi dispiace, avete ragione, ma dovevo rivedervi...- La ragazza divenne rossa nel sentirsi dare del "voi".
-Vi prego, prima di scappare via nuovamente ditemi almeno il vostro nome.- continuò Artù.
-Perché mi dai del "voi", non sono così importante da meritarlo. In qualsiasi caso mi chiamo Ginevra.- Dopo aver detto ciò la ragazza s'interruppe pentendosi per le parole appena pronunciate: "Perché ho detto il mio nome ad un perfetto sconosciuto? In ogni caso c'è qualcosa in lui che mi fa credere di potergli dire la verità senza nessun pericolo ed oramai il danno è fatto perciò..." pensò la ragazza prima di essere riportata alla realtà dalle parole del giovane: -Che nome grazioso!-
-...ma tutti mi chiamano Gwen e mi danno del "tu".- concluse Ginevra ed entrambi si misero a ridere.
-Bene Gwen, allora da oggi in poi vi darò del "tu".-
Il volto della ragazza, dopo aver udito le parole del ragazzo, divenne serio, per fargli capire che non le piaceva lo scherzo. Così Artù continuò dicendo -... a partire da ora.- e le sorrise sperando che ella facesse lo stesso. E così fu.
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E se ti dicessi che ti amo...
RomanceDAL CAPITOLO 4 Dopo averla seguita per un breve tratto la raggiunse e le prese un braccio, nell'intento di farla fermare. Non appena la sua mano si poggiò sulla tenera pelle della fanciulla, ella, non avendo altre possibilità, poiché la stretta di A...