Appena entrato nella sua stanza la vedo, stesa sul letto: è attaccata ad un macchinario che controlla il suo battito cardiaco e dorme profondamente.
Mi avvicino lentamente al letto e mi siedo sulla sedia lì a fianco: ne approfitto per guardare Claire più attentamente.
È pallida e ha le palpebre chiuse, sembra quasi una bambola; il suo petto si alza e si abbassa ritmicamente e così anche le mani, che ha giunte sul petto.
L'hanno cambiata, ora ha addosso un camice bianco quasi quanto la sua pelle, che ha però dei lividì violacei sulle braccia, probabilmente fatti da chi ha cercato di approfittarsi di lei.
Le sue labbra sono leggermente protese verso l'alto e mi fanno venire ancora più voglia di baciarla, ma devo trattenermi: nessun coinvolgimento emotivo Lorenzo, ricordatelo.
Sto fermo a guardarla per un tempo che pare interminabile, finché non noto le sue palpebre muoversi: si sta svegliando.
Apre lentamente gli occhi e si guarda intorno smarrita, poi gira il viso e mi guarda.
"Ma dove sono io sei sempre anche tu Insigne?" Mi dice con un filo di voce, scoppiando a ridere.
Mi metto a ridere anche io: la sua risata mi contagia.
"Come ti senti?" Le chiedo, avvicinando la sedia al bordo del letto.
"Se togli il fatto che credo di essermi giocata il fegato bene." Ricomincia a ridere: ha la capacità di sdrammatizzare qualunque cosa.
"Belli questi." Sussurra guardandosi i lividi.
"Quelli credo che te li abbia fatti chi-"
"So come me li sono fatti." Mi interrompe, guardandomi negli occhi: nel suo sguardo noto la sofferenza e la consapevolezza che il suo corpo stesse per essere violato e non posso fare a meno di ammirarla perché nonostante tutto non crolla, non si fa vedere fragile.
"Ti fanno male?" Mi preoccupo per lei, non posso farne a meno.
"No, non tanto almeno." Mi risponde, toccandosene uno con una mano.
"Posso chiederti una cosa?" Comincio a ridere istintivamente.
"Dimmi." Mi guarda confusa: non capisce perché rido.
"Me lo dai il tuo numero?" Continuo a ridere guardandola e vedo che scoppia a ridere anche lei.
"Sì, dammi il telefono Insigne." Mi dice, ridendo, e io le do il mio cellulare.
"Però chiamami Lorenzo, ti prego, Insigne non si può sentire." Le dico ridendo.
"Va bene Lorenzo." Ride mentre scrive il suo numero sul mio telefono.
"Chiamami e dopo memorizzerò il tuo numero, ora non ce la faccio a prendere il telefono in mano." Aggiunge poi, riprendendo a guardarmi negli occhi: il mio cuore decide di prendere il treno e non riesco ad articolare frasi di senso compiuto.
"Io vado, alle 9 ho allenamento e ho dormito pochissimo, forse un'ora di sonno riesco a farmela." Rido, alzandomi dalla sedia.
"Come, non hai dormito?" Sgrana gli occhi e mi guarda: è preoccupata per me.
"Come facevo a dormire sapendoti qua?" Le rispondo.
"Eri preoccupato per me?" Spalanca ancora di più gli occhi: sembra una bimba.
"Sì Claire, certo che lo ero."
Lei sorride e questo vale più di mille parole.
"Ora vado, tu messaggiami quando ti dicono quando ti dimetteranno." Le dico e mi abbasso a darle un bacio sulla fronte: la vedo sorridere e chiudere gli occhi e penso che sì, lei ha decisamente mandato a puttane la mia regola numero uno, ma mi va bene: ora devo solo farla mia.
"Tu ricordati di chiamarmi che sennò il tuo numero non ce l'avrò." Mi dice ridendo, mentre apro la porta della stanza.
"Lo farò cara, lo farò." Le rispondo ridendo ed esco dalla stanza con l'immagine di lei che ride stampata in mente.
Saluto i suoi genitori ed esco: credo che Claire sia la ragazza più bella che io abbia mai visto.
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Un'alchimia naturale.
Fanfiction"Non è soltanto poesia, ma è la tua vita che avvolge la mia, un'alchimia naturale che rende perfetto anche un giorno normale." Per Lorenzo la prima regola è: nessun coinvolgimento sentimentale. Cosa succederà quando incontrerà una ragazza che gli fa...