VIII

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Quando mi sveglio la prima cosa che vedo è Lei. È stesa su un fianco e mi dà le spalle, per cui io mi ritrovo ad ammirare la sua schiena e il sedere lievemente scoperto dal lenzuolo.
Mi avvicino per guardarla meglio e sul suo collo noto un segno violaceo: sono proprio bravo con i succhiotti, quello non se ne andrà facilmente. Rido tra me e me e le do un bacio sul collo, proprio dove ho lasciato il mio segno.
Le sfioro il fianco con l'indice e poi mi alzo per andare in bagno.
Mi guardo allo specchio prima di lavarmi e comincio a ridere: nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla destra c'è un succhiotto enorme, la ragazza ci sa fare.
Mi lavo velocemente e mi vesto: devo andarmene, devo fare come con tutte le altre.
Mi piange il cuore nel momento in cui vedo Claire che dorme ancora, le sue ciglia si muovono lievemente e le sue labbra sono leggermente schiuse: ho una voglia matta di baciarle, ma so che non posso.
Prendo il solito post-it, scrivo il solito messaggio che ormai so a memoria e lo appoggio sul cuscino dove ho dormito, poi esco dalla stanza facendomi forza per non tornare indietro e baciarla finché non si sveglia.
Mentre sto per aprire la porta però sento un rumore e mi giro.
Mi sembra di aver davanti una visione: Claire è davanti a me con addosso solo l'intimo e mi guarda, ma mi guarda con astio.
"Che significa questo?" Mi sbatte in faccia il post-it e io per la prima volta in vita mia mi ritrovo senza parole.
Cerco di essere il più freddo possibile:"Quello che c'è scritto, ora scusa ma devo andare." Mi avvicino alla porta, ma lei risponde e quindi mi fermo.
"Che stai dicendo?" Sento la sua voce tremare: no, no, non piangere per favore che sennò mi sento male.
"Sei stata una bella scopata Claire, se vuoi possiamo vederci qualche altra volta per rifarlo, ma niente di più."
Vedo i suoi occhi farsi lucidi, poi di botto cambiano: diventano pieni di schifo nei miei confronti.
"Io non sono una delle tue puttane!" Sbotta, guardandomi con sempre più odio.
"Mi dispiace piccola, ma io sono fatto così: avresti dovuto saperlo." Dico, cercando di rimanere impassibile.
"Vattene, mi fai schifo." Dice in tono monocorde e mi spinge verso la porta, che apre con una mano.
"Non farti mai più vedere o sentire, non ti azzardare proprio." Alza la voce e mi sbatte la porta in faccia.
Rimango impalato davanti alla porta e sento dei singhiozzi sommessi provenire dall'interno: per la prima volta sento di aver sbagliato, e mi sento in colpa per come la sto facendo sentire.
Ma la regola è quella: nessun coinvolgimento, e lei non mi ammalierà.

Spazio autrice: So che questo capitolo è corto, ma spero vi piaccia lo stesso 💕

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