La parrocchia di Santa Maria d'Itria;
La parrocchia di Santa Maria d'Itria: Lucia l'aveva sempre adorata; non era certamente la più bella, e nemmeno aveva qualche cosa di particolarmente speciale da attirare l'attenzione più delle altre. Ma a lei piaceva, davvero tanto.
Era una cosa nata come la sua amicizia con Paulo; quasi involontariamente, senza che lei se ne rendesse conto.
Forse era semplicemente la quotidianità con cui la frequentava; la certezza di essere al sicuro al suo interno; sentire quella strana presenza divina aleggiare sul suo capo ogni qualvolta si sedeva a guardare il tramonto sugli scogli, alle spalle della chiesa.Si sistemò il copricapo sopra la folta chioma arricciata – le innumerevoli ciocche color carbone legate ordinatamente dietro la testa – lasciando che uno sbuffo le volasse via dalle rosse labbra socchiuse.
Lucia aveva la strana capacità di avere l'aria più angelica del solito, quando si preparava ad andare in chiesa: le guance lisce prive di trucco – come sempre, del resto – ed i piedini raccolti nel miglior paio di scarpette che possedeva. Niente di speciale, davvero, eppure anche solo lanciarle un'occhiata di sfuggita trasmetteva purezza e gioia.
-Oh, la mia picciridda, - le sorrise la nonna di Paulo, prendendole il volto tra le mani tremanti e regalandole due baci sulle guance arrossate dal caldo – come sei bella, come sei bella! – alzò le braccia al cielo, come se lo stesse ringraziando per la stupenda creatura di fronte a lei.
Lucia le sorrise, prendendole le mani e regalandole a sue volta due baci sulle guance.
-Nonna, sai per caso dov'è Paulito? –
L'anziana scosse la testa, per poi congedarsi con una carezza al volto radioso della ragazza ed entrare in chiesa; il velo nero calato sulla testa e la schiena curva.
Lucia sospirò, incrociando le braccia al petto; era palese che fosse preoccupata: aveva sentito dire che i nuovi pezzi grossi provenienti dal nord si erano appena insediati in paese.
Non ebbe nemmeno il tempo di fare un giro intero attorno a se stessa per cercare con lo sguardo il ragazzo che il suono delle campane che risuonavano la fece sussultare: la messa stava per iniziare e di Paulo non c'era ancora traccia.
Un altro sospiro la accompagnò verso il grande portone della chiesa; poco prima di varcare la soglia esitò, dando un'ultima occhiata alle sue spalle nella speranza di vedere il ragazzo; ma no, ancora niente.
Così entrò, a passo lento ed irrequieto, raggiungendo con calma il posto in quarta fila che sua madre le riservava sempre.Sprofondò nella panca di legno, non preoccupandosi di sembrare poco aggraziata; era ovvio che l'assenza di Paulo l'aveva messa di cattivo umore.
Una messa senza di lui non era del tutto completa; Lucia aveva bisogno di potersi girare e vederlo pregare – gli occhi chiusi e le mani unite – a poche file dietro di lei, dall'altra parte della chiesa.Aveva bisogno di entrare in chiesa al suo fianco e sentire le loro mani che si sfioravano appena prima che i due si dividessero, raggiungendo i rispettivi posti assieme alle proprie famiglie.
Ma per quel giorno – a quanto pare – avrebbe dovuto farne a meno.-Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspe... -
La voce del parroco venne smorzata dal rumore del portone che, rumorosamente, si apriva.
Lucia – come probabilmente tutti i presenti – sussultò sul posto, chiedendosi chi fosse l'irrispettoso che osava interrompere la Santa Messa in quel modo; eppure, nonostante sarebbe stato estremamente maleducato da parte sua, la ragazza sperava fosse Paulo il nuovo arrivato.
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Picciridda // P. Dybala, C. Marchisio
Fanfiction"- Sei così piccola, - soffiò mentre giocherellava con qualche ciocca castana - solo ora capisco il perché del tuo soprannome: picciridda, piccolina, bambina. La mia cita. -"