Le foglie del loro albero;
Le foglie del loro albero le coprivano la vista, nascondendo parte del panorama di fronte ai suoi occhi. Lucia ne staccò una, iniziando a graffiarla con le unghie e giocherellarci.
-Era una bugia, vero? – sbuffò, lasciando cadere la fogliolina a terra ed alzando lo sguardo sul mare calmo – Valentina non sta male. –
Paulo non ebbe il coraggio di guardarla in faccia; detestava mentirle, anche se si trattava di cose stupide e prive di importanza.
-Non lo avrei fatto, se non fosse stato necessario. – sussurrò sinceramente, poggiando la mano destra su quella di Lucia.
Trovò il coraggio per girarsi verso di lei; trovò il coraggio per far passare gli occhi sui morbidi capelli legati, sulle gote arrossate dal caldo, sulle labbra piene e rosee ed infine, trovò il coraggio per parlare.
-Oggi sono stato al negozio; quello nuovo, dei tipi del nord. – iniziò a disegnarle dei cerchietti sul palmo della mano – Ho chiesto all'anziana che stava alla cassa chi fosse il proprietario, e lei mi ha fatto vedere una foto. –
Lucia stava trattenendo il fiato; il colorito delle guance era mutato da rossiccio a bianco cadaverico e gli occhi si stavano già riempiendo di lacrime, pronte a solcarle il volto spaventato.
Anche Paulo dovette trattenersi dal piangere, mentre apriva bocca per rivelarle la verità.
-Era l'uomo con cui stavi parlando poco fa, Lucia. – e le strinse forte la mano, come se stesse cercando di ferirla tanto da non farle provare la disperazione che la stava devastando.
Entrambi sapevano che cosa significava ciò; entrambi sapevano che farsi notare da una persona del genere non portava a niente di buono; entrambi sapevano che, soltanto incontrando uno dei loro sguardi freddi, la tua vita cambiava – in peggio.
Lucia non riuscì a trattenersi: scoppiò a piangere, crollando inerme tra le braccia aperte di Paulo.
Lui avrebbe voluto dirle che andava tutto bene, avrebbe voluto rassicurarla dicendole che niente di brutto sarebbe successo: ma come poteva, se sapeva che niente di tutto ciò era vero?
Così si limitò a stringerla forte, baciandole la nuca e lasciando che le sue mani si perdessero in quella chioma nera come la notte.Un bacio, due baci, tre, quattro e via fino all'infinito; Paulo aveva perso il conto ormai, e vedere che lei sembrava stare peggio ogni secondo che passava lo faceva soffrire enormemente. Perché non riusciva a portare via quell'agonia? Perché i suoi baci non le alleviavano il dolore?
Avrebbe fatto di tutto per lei, eppure sembrava che tutti i suoi sforzi fossero inutili.Ed intanto lei piangeva, piangeva, piangeva e piangeva; con le lacrime che le scorrevano giù per le guance come fossero acido. Non riusciva a smettere di pensare a quanto fosse stata stupida, ma la cosa peggiore era che non riusciva a pentirsi; non riusciva a pentirsi di aver sorriso a quegli occhi ingannatori.
Perché alla fine, è proprio questo quello che erano: una trappola, una bella facciata per attirarla in un posto orribile.
Ma Dio, Lucia si sentiva ancora peggio mentre pensava che, forse, sarebbe andata all'inferno per loro; si sarebbe data fuoco per sentirli accarezzarle la pelle un'ultima volta; avrebbe dato via tutto quello che aveva, per vederli concentrati su di lei di nuovo.
Si sentiva ancora peggio mentre se la prendeva con Dio, arrabbiandosi con lui per aver dato a quell'uomo degli occhi così belli. Arrabbiandosi con lui per aver reso una persona così cattiva tanto attraente.
-Sono una pessima persona, Paulo. – singhiozzò, stringendolo ancora più forte.
-No, no, non dire così. – le accarezzò una guancia, regalandole il sorriso più vero che sarebbe mai riuscito a fare in una situazione del genere – Non è colpa tua. –
Ma lui non sapeva; lui non sapeva che era stata lei a cercare quell'attenzione; lui non sapeva che, se ne avesse avuto la possibilità, lo avrebbe rifatto pur conoscendo i rischi; lui non sapeva che Lucia voleva rivederlo il più presto possibile.
Ma allora perché piangeva? Perché si disperava tanto se – in fondo, in fondo – era stata a conoscenza di cosa stava andando incontro già al primo sguardo?
Perché si era persa; Lucia si era appena persa in un tunnel buio e spaventoso, ed aveva tanta paura che quel tunnel si chiamasse amore.-Che Dio mi salvi. – un sussurro flebile, ed iniziò a pregare, sperando che il Signore la perdonasse e la aiutasse.
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Libertà: Paulo gliela stava negando da diversi giorni, ormai. Non la lasciava più uscire di casa, e si fermava a dormire da lei, per poterla controllare ed assicurarsi che non mettesse piede fuori.
Ma purtroppo, il duro lavoro del ragazzo venne soffiato via come foglie al vento da qualcosa più grande ed importante di lui: una festa in paese.
-E dai, Paulito – ridacchiò Lucia, alzando gli occhi al cielo – è soltanto una festicciola, che vuoi che succeda? Ci saranno tutti. –
-E se saltassimo? Voglio dire, nessuno si accorgerà della nostra assenza se rimaniamo a casa. –
- Già, nessuno esclusi i miei cinque fratelli, i miei nonni, i miei zii, i miei genitori, i tuoi, tua nonna, i t... -
- D'accordo, ho capito: non c'è bisogno che continui. – sbuffò abbandonando la testa sul morbido cuscino e chiudendo gli occhi.
Nel frattempo, Lucia era indecisa se indossare le scarpe buone o no: quella non era certo un'occasione elegante, ma voleva sembrare il più carina possibile per non fare brutta figura.
Bugiarda. La voce tornò, colpendole il cuore come fosse un martello.
Voleva semplicemente rendersi presentabile, tutto qua: ci sarebbe stata molta gente, quel pomeriggio.-Hai finito? Ci stai mettendo un'eternità. – sbuffò Paulo.
- Si, si ci sono. – scelse le semplici scarpe di pezza, quelle che metteva tutti i giorni per uscire, nonostante stonassero con il vestito.
Lo fece per smentire la voce, per dimostrare a lei e a se stessa che non si stava facendo bella per nessuno un particolare. Ma lo sapeva, sapeva che tutta l'accuratezza e l'impegno che aveva messo nei piccoli dettagli dettagli – a partire dalla chioma leggermente spettinata, fino al rossetto rosso – li doveva alla presenza di una persona in particolare alla festa.
Prese un profondo respiro; si lisciò un'ultima volta la gonna prima di allontanarsi dallo specchio e fare un cenno a Paulo.
-Sei davvero bellissima. – le sorrise, solleticandole una guancia per poi lasciarle un bacio nello stesso punto.
Lei ricambiò, prendendogli la mano mentre uscivano di casa, seguendo i famigliari della ragazza.
-Speriamo. – rispose in un sospiro.
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non mi piaceeeee :((
🌹Domanda del capitolo: cosa ne pensate di Lucia e dei suoi pensieri masochisti?🌹
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Picciridda // P. Dybala, C. Marchisio
Fanfiction"- Sei così piccola, - soffiò mentre giocherellava con qualche ciocca castana - solo ora capisco il perché del tuo soprannome: picciridda, piccolina, bambina. La mia cita. -"