Non tutti meritano l'affetto che gli doni.

723 66 6
                                    

"Sara! Eccomi!"

Appena espressi quelle piccole parole, la testolina con due codini caramellati, si scosse verso di me, ed un espressione sorpresa mista a felicità si fece spazio su quel visino tondo, mentre si catapultò a terra e corse ad abbracciarmi forte, molto forte, come a cercare di capire se sentire la mia presenza fosse reale o solamente frutto della sua immaginazione.

"Papà sei in ritardo!"

"Si è vero, scusami amore, ma lo zio Paolo mi ha trattenuto con i suoi monologhi al lavoro"

" È sempre colpa dello zio!"

Sbuffa mettendo il broncio, avvinghiando le sue braccine attorno al mio collo, io iniziai a ridere pensando "povero Paolo" , beh ineffetti non era la prima volta che davo a lui la colpa del mio ritardo, anche se non potevo farci nulla un po c'entrava, non mi aveva richiamato abbastanza per l'ora esatta.

"Ma guada chi si rivede"

Con sorpresa alzo lo sguardo verso quella voce, ed essendo ad un palmo da me lo riconosco.
Il cameriere della sera passata, con quegli occhi neri, sorriso a trentadue denti, e ricoperto di tatuaggi, cosa di cui non mi ero accorto quella sera per via della camicia.
Mi viene incontro alzando una mano verso di me, per poi poggiarmela sulla spalla.

"Allora amico come stai?"

"B-bene" rispondo stranito dal suo comportamento.

"Ma dai Sara è tua figlia? Complimenti è davvero bellissima" Ritrae la mano e la posiziona sulla testa del più piccolo. "Federico quando la trova da sola le fa sempre compagnia"

"Ah si? Beh grazie, è che a volte mi capita di tardare un po per il traffico, o un po per il lavoro"

"Beh sicuro, guarda anche io oggi sono passato a prendere mio nipote, perché mio fratello non riusciva a passare in tempo. Ah quasi dimenticavo, piacere Francesco."

Inclina nuovamente la mano verso di me, io dopo essermi dimenato per trovare una giusta posizione per mia figlia, riesco a liberare un braccio e a ricambiare la stretta di mano.

"Piacere mio francesco, io sono Claudio"

Passiamo circa una ventina di minuti a chiacchierare del più e del meno, vengo a sapere che federico va in 5° B, che è diventato amico di Sara durante un mio ritardo e del suo Papà al termine delle lezioni, parlar con lui era piacevole, scherzava ma allo stesso tempo mostrava serietà.
Francesco è un bravo ragazzo, lo percepisco parlando, osservandolo.
Tutto di lui mi attira in maniera quasi famigliare.
Occhi neri, profondi come perlustrare dall'alto l'apertura di un tombino, e scorgere una profondità inaudita.

"Papà la piscina! Faremo tardi!"

Per un attimo riassesto la mente, riavvolgo il nastro e mi si ingrandiscono gli occhi.

"Oddio, la piscina! Dobbiamo correre tra poco inizia la tua lezione!"

In men che non si dica, salutiamo federico e francesco, i quali lasciammo di sasso, catapultandoci in auto, direzione Onda Blu.

#

Fermare il tempo: era questo il sogno della mia vita!
Non so quante volte da piccolo mi illudevo di poterlo fare, studiavo parole da pronunciare e gesti da ripetere ma senza nessun risultato.
Oppure non mi stancavo mai di pensare che un giorno o l'altro ci sarei riuscito.
Intanto il tempo scorreva portando con sè le mie ingenue speranze.

Mi ritrovo a vagare per le stradine della città, in cerca di far passare quell'oretta in cui Sara era in piscina. Mi soffermo su qualche vetrina, cercando qualcosa che possa attirare la mia attenzione anche solo per una manciata di minuti.
Ma non c'era niente che m'interessava. Non avevo bisogno di niente.
Avevo tutto.
Vestiti, una casa accogliente, una famiglia, una figlia, un lavoro, una macchina, cosa potrei chiedere di più?
Forse l'unica cosa che mi mancava da 6 anni a questa parte era l'amore, o forse no.
Io avevo Sara, c'era già qualcuno che occupava il posto del piccolo muscolo all'interno della mia gabbia toracica. E stava bene così. Anche quando decisi di troncare un rapporto che durava da oltre 5 anni, ma per me nulla aveva più importanza se non lei, e questo mi bastava.

In Balia Del Vento...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora