Pura follia (pt. 2)

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Sabato ore 05:33
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Chiudo gli occhi e rivivo quei momenti in cui la tua pelle è stata a contatto con la mia.
Le tue labbra sulle mie che procedono poi in una torturante discesa sul collo.
Le tue mani che stringono possessivamente i miei fianchi passando poi a sfiorare dolcemente la mia schiena.
I nostri corpi uniti in un abbraccio caldo e sicuro.

Un minuto, 60 secondi di pura follia , un turbinio di emozioni, che lasciano il segno sulla pelle, invisibile ed al contempo indelibile.

"Che cazzo mi è successo?"

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Sabato ore 00:24
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"Mario.. sono io. Claudio!"

La musica risuonava nell'aria, tutto scorreva in normalità.
La sovrastità di quel pozzo senza fondo davanti a me, non appena emisi il mio nome, si allargò ancor di più.
Aprì leggermente la bocca, per poi richiuderla l'istante seguente.
Leggermente alza il braccio e si alza il ciuffo, che stava scivolando sul suo viso e se lo tirò all'indietro mordendosi il labbro inferiore, io quasi perdo il respiro così senza motivo, o almeno era quello che pensavo.

Continua a fissarmi imperterrito, però noto leggermente un cambiamento nel suo sguardo, da duro ed inespressivo, inizia con l'addolcirsi ed ad illuminarsi, di qualche piccola stella.

Successivamente il braccio lo porta alla mia presa posta sul braccio opposto, e la tira via bruscamente, come se fosse un cavo elettrico a 7000wt ed annuisce alla mia affermazione, rispondendo quasi come se io non valessi nulla al mondo.

"Ah quindi eri tu Claudio? Beh, Felice di rivederti" ... respira profondamente, per poi guardarsi intorno, mordersi nuovamente il labbro e riprendere parola..
" Ora scusa ma mi stanno aspettando, ripeto: goditi la serata, ciao!"

Rimasi fermo restando a bocca semi-aperta, peggio di quando per poco non stava per investirmi in moto. Forse avrebbe fatto meno male, di quanto mi ha appena trattato.
Si, so di non essere nessuno. All'indietro forse potrei essere scambiato per una piccola cotta infantile, ma potrebbe non trattarmi come un'incubo stratosferico del suo passato, evitandomi in quel modo.

Sbuffando me ne torno al bancone per chiedere qualcosa da bere, nel mentre Paolo dopo essersi sfogato nel ballo, decide finalmente di raggiungere quello che dovrebbe essere il suo migliore amico, io per l'esattezza, e gli racconto alla larga tutto l'accaduto di questi giorni e ne rimane incredulo quasi più di me.

"Quindi mi stai dicendo, che quel ragazzino di 12 anni, che fu il primo di cui tu ti presi una cotta, di cui però avesti paura perché eri giovane e non sapevi ancora del mondo gay, lui oggi è quì a Verona ed è cresciuto in qualcosa di ancor meglio si ciò che ricordavi?"

"Beh meglio.... Diaciamo.... cazzo si!"

"Beh per far risvegliare in te la voglia di accoppiarti, dev'essere qualcuno da restarci senza fiato"

"Non so che cosa mi prenda, eppure boh... Credimi, ad averlo così vicino ho quasi perso un battito."

"Eh ma allora dov'è questo pezzo di manzo? Dove si è nascosto? Ora son curioso, se possibile vorrei rifarmi gli occhi anch'io, cazzo!"

"Eh, non lo so.. È sparito d'un tratto tra la mischia e io-..."

"E tu cosa.... Clà?"

D'un tratto la mia attenzione che girovagava intorno a me, si posò alle spalle di Paolo, dove una piccola figura veniva spintonata tra gli ammassi di quella folla.
Girovagava senza sosta, non facendosi cura di ciò che lo circondava, però spaesato continuava a guardarsi imperterrito intorno.

In Balia Del Vento...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora