Uno scarabocchio indelebile nell'animo.

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Mario
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Qualche anno prima....

"Amoreee? Hai visto il mio tel-?"

Mi bloccai entrando nella nostra camera da letto, e me la trovai davanti, con il mio telefono in mano, con un'espressione a dir poco furiosa.
L'ansia iniziò ad invadermi da capo a piedi, ed iniziai a sudare a freddo senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo.
Deglutisco prima di prendere coraggio e parlare.

"Amore, perché hai-"

"Ancora lei? Ancora lei che ti scrive? Quand'è che le dirai di lasciarti in pace Mario? Quando?" -mi urlò contro senza farmi finire la frase.

"Vane, lei è un'amica! Quante volte devo ripetertelo? Siamo amici da tanto ormai..."

Le prendo il polso, cercando di infonderle sicurezza, ma vengo ripagato con un sorriso amaro sul suo volto, ed uno sguardo di compassione, trafitto nel mio.

"Lei può darsi, ma che mi dici di suo fratello?"

Un velo di buio compare nei miei occhi, e il cuore perde a stento i battiti.

Lei sa.

Lei ha capito.

Trattengo un fiume di lacrime che cercano in tutti i modi di uscire al di fuori, ma non voglio darle questa conferma, non posso.
Non per nostro figlio.

L' afferro per le spalle, e la guardo negli occhi, prendendo sicurezza in tutto me stesso.

"Non c'è niente. Amore non c'è niente ,credimi!"

Mi sospira, guarda il mio telefono e poi prendendomi le mani, me lo pone sui palmi, accompagnato da una carezza.
Torna a fissarmi e dolcemente, con fare esausto mi sussurra "Ti crederò, quando lascerai alle spalle il passato e ti dedicherai al presente, dove c'è la tua famiglia." per poi lasciarmi un bacio in fronte, e scomparire verso il salotto.

Con quella frase mia moglie mi spezzò l'anima.
Ma rimasi ancora ancorato al mio passato, fin quando qualche anno dopo Lena, la mia migliore amica non mi scrisse più. Provai a ricontattarla, ma pensai avesse cambiato numero, visto che partiva la segreteria telefonica ad ogni tentativo.

Mi lasciò con una sua curiosità , scrivendomi:

- Mariù!! Per il maschietto tu scegliesti il nome Federico, ma se avessi avuto una femminuccia? Come l'avresti chiamata? -

Beh devo dire che mi prese alla sprovvista.

- Ma che domande mi fai?"-

- Eddai! Così, semmai mi dovesse capitare, vorrei avere un nome che avresti scelto tu, da poter pensare di averlo avuto insieme!-

- Ma che dici? Tu sei tutta matta!"

- Eddai Mariooo!"

- Uff, beh penso avrei scelto il nome Sara"

-Grazie Mario, mi hai resa felice, non sai quanto!"

A quest'ultimo messaggio, sorrisi, e quasi un magone esplose nel mio stomaco per poi salire su, verso gli occhi, e far fuoriuscire lacrime a rigarmi il viso.

Quello fu il suo ultimo messaggio, lasciandomi così, in balia del passato e del futuro, mentre facevo a pugni col presente.

In quei sette anni successivi, presi possesso del mio essere, iniziai ad accettarmi sotto tutti i punti di vista, e a vedere la mia omosessualità, non come una malattia, ma come un qualcosa di normale e a malincuore divorziai, anche se subito io non Vanessa ci lasciammo in buoni rapporti, mi capì, mi confortò, dopo aver trovato il grande amore ad una festa di capodanno.
Io stesso avevo trovato qualcuno da poter amare, che però scoprii più tardi di essere tradito sotto ogni aspetto, compreso alla luce del sole, e questo mi fece chiudere in me stesso più di quanto non potessi immaginare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 29, 2017 ⏰

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