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Sento il suono della sveglia, ho gli occhi pesanti e mi deprimo al solo pensiero di dover scendere dal letto, ma almeno è venerdì, ciò vuol dire che per le prossime due mattine potrò rimanere a letto anche tutto il giorno.
Faccio un bel respiro e mi alzo, preparo la cartella, faccio la doccia e scelgo cosa mettere: felpa corta fino all'ombelico, jeans chiari a vita alta strappati alle ginocchia. Lego i capelli ricci in una coda alta e non mi trucco, mi annoio troppo.
Scendo sotto, "buongiorno", provo a dire ma sono più che sicura che mi sia uscito solo un suono, tutti ridacchiano, prendo una mela ed esco di casa mordendola, metto le cuffiette sul bus e mi siedo, quasi mi addormento.
Entro a scuola, invio un messaggio di buongiorno a Lucia, che a quest'ora si sta divertendo in Italia.

La professoressa Lorens di letteratura entra in classe "Ragazzi, devo darvi una brutta notizia.", parla con tono dispiaciuto e serio, "I genitori della vostra compagna Abby Yo-lah sono morti ieri pomeriggio. La vostra compagna, amica, si è suicidata stanotte. So che siete molto scossi, è una cosa terribile, vi prego quindi di fare cinque minuti di silenzio per una madre e grande donna, Dakota Yang, un magnifico padre e gentile uomo, Carl Yo-Lah e per una fantastica ragazza, importante per questa scuola, per questo mondo, la vostra amica Abby."
Non riesco a crederci, sono immobile con le lacrime che scendono, fa male ed è orrendo vedere quanto fa schifo questo mondo.
Le lezioni vengono sospese e ci dicono di aiutare Antony Barms, amico di famiglia ad organizzare il funerale e preparare gli scatoloni da donare ai poveri che ci sono a casa di Ab.
"Ab abita..beh..abitava vicino al municipio.", dico abbassando lo sguardo ed asciugandomi una lacrima, ci mettiamo d'accordo per andare tutti lì alle due di oggi pomeriggio.
Torno a casa senza neanche salutare "Michelle puoi darmi un passaggio fino al Municipio?"dico soltanto, lei lavora in un ufficio lì vicino.
Salgo in camera sbattendo la porta, sono incazzata, sto mondo fa schifo.
"Cos'è successo?", chiede Stephan "Una mia amica si è suicidata, stanotte. Dopo che le sono morti i genitori. Devo andare a casa sua alle due." , rispondo, "Vuoi che venga con te?", mi domanda dolcemente, rispondo di no, non mi sembra il caso, annuisce e se ne va.
"Angel! Scendi."grida Michelle, non mi ero neanche accorta che fossero già l'una e mezza, prendo la mia borsa e ci metto dentro anche il macbook, non so se quando avrò finito tornerò a casa.
Arrivo a casa di Ab e vedo solo Luke con un uomo, che deve essere Antony e più un là un'altra ragazza. Mi avvicino respirando profondamente "Ehi..Luke", dico abbracciandolo, mi guarda e vedo i suoi occhi gonfi, tristi e pieni di lacrime, ricambia l'abbraccio, "Grazie di essere venuta..", mi dice piano, singhiozzando.

Mi dirigo verso quella ragazza girata di spalle, "Sai dove sono le altre cose da sistemare?" chiedo gentilmente, lei si volta e la riconosco, è Sharon. Rimango un po' stupita, non me l'aspettavo.
"Si, mancano solo quelli di sopra." dice con una voce rauca, completamente diversa da quella che ho sentito la prima volta.
Sto per andare via, ma lei mi ferma "Non capisci perchè io sia qui, vero?", mi chiede, in effetti non riesco ad immaginare una ragazza come Sharon, col suo carattere da snob amica di una magnifica persona come Ab, forse l'ho giudicata male, "In effetti non lo so.", rispondo, "Beh, anche se non si direbbe, io ed Ab un tempo eravamo grandi amiche, fino all'anno scorso, siamo cresciute insieme, poi siamo cambiate, beh..io sono cambiata.", mi parla abbassando lo sguardo e trattenendo le lacrime.
Mi rendo conto di averla davvero giudicata male, l'apparenza inganna.
Salgo in camera di Ab per prendere i suoi vestiti e portarli giù, "Puoi prendere quello che vuoi, anche qualche vestito se vuoi", salto in aria dallo spavento voltandomi velocemente, e mi ritrovo davanti un uomo sui venticinque anni, "scusami se ti ho fatto spaventare, sono Antony, un amico di famiglia.", "non preoccuparti, io sono Angel, un'amica di Ab.", rispondo.
"Comunque..ti stavo dicendo che puoi prendere qualche vestito, quaderno, oggetto, qualsiasi cosa fosse di Ab, puoi prenderla se ti piace. La maggior parte di queste cose verranno date ai poveri, ma ai poveri non servono bracciali o quaderni usati, insomma, fai come se fosse tutto tuo.", mi dice fingendo un sorriso, annuisco e lui esce dalla stanza.
Riempio gli scatoloni con i vestiti e gli oggetti, svuotando i cassetti e gli armadi, trovo il suo diario, decido di non leggerlo, lo faccio a pezzi e lo butto, non mi sembra rispettoso.
Porto giù gli scatoloni e li metto nel camion che c'è davanti casa. "Non è rimasto più niente."dico "Grazie.. di tutto." mi rispondono Sharon e Luke "Come mai il resto dei nostri compagni non è venuto?", chiedo con tono alterato, "Perché non importa a nessuno An, non importa a nessuno se Abby non c'è più.", mi risponde Luke. <<che schifo>>, penso.
Se ne vanno e rimango da sola con Antony "A che ora saranno i funerali domani?", chiedo in bassa voce, "No..ehm, manderemo le bare in Cina stanotte, lì c'è l'unico zio di Ab. È giusto che vengano seppelliti lì.", ripenso a quando Ab mi disse di non avere nessuno, perché?
"Ti va di darmi il tuo numero? Potrei parlarti di Ab qualche volta.", la voce di Antony mi riporta alla realtà, "certo."rispondo dandogli il mio numero.
Lo saluto e vedo che sono le 18:45, ma non mi va di tornare a casa, chiamo Stephan per dirgli che non tornerò a casa per cena, "Steph, non torno a casa per cena, forse tornerò tardi.", dico velocemente, "Va bene, ma..come stai?"  mi chiede gentilmente, "bene, ci vediamo dopo.", dico chiudendo la chiamata, lo so che ho sbagliato, ma non ho nessuna voglia di parlare.

Decido di andare da Starbucks a prendere una cioccolata bianca calda e fare una video chiamata con Lucia, probabilmente non sa nulla di questa storia.
"Ehi!", mi saluta Lucia sorridendo, "Ehi lù." ricambio il saluto con un sorriso un po' forzato "Come stai?"gli chiedo, risponde di stare bene così gli racconto tutto, lei comincia a piangere, non riesce a crederci "Ed io che non sono neanche lì con te, non gli sono stata vicina, non posso perdonarmelo, non sarei mai dovuta partire!", parla con il respiro strozzato dai pianti, cerco di calmarla, sennò finisce che si sente male.
Dopo un po' che si è calmata decido di chiudere la chiamata su Skype. Chiudo il MacBook e lo poso nella borsa.
<<ci vediamo?>>, è Ezekiel, non rispondo, non ho voglia di avere a che fare con la magia ed avere altri problemi.
Sono le otto e sono ancora qui, con le cuffie nelle orecchie ed un'altra cioccolata nelle mani, la musica si blocca, il mio iphone vibra, è Ezekiel.
"Non ti sembra poco educato non rispondere?"mi dice scherzando, "non è una buona giornata.", rispondo in tono freddo "dove sei?", la sua voce cambia completamente è fredda e seria.
"sono da starbucks.", rispondo, lui chiude la telefonata senza neanche salutarmi, sblocco l'iPhone e faccio un giro su tumblr.
"Ehm ehm!", sento qualcuno schiarirsi la voce, alzo la testa, è Ezekiel, "ti avevo detto che non era una bella giornata.", dico incazzata, "perché? Cos'è successo?", gli faccio il riassunto di quello che è successo, lui rimane in silenzio per un po', poi dice "Ho un'idea, andiamo fuori a cena, vieni.", monto sulla moto, ed arriviamo davanti al Batanga-ristorante latinoamericano. Mi piace, almeno credo.
Entriamo e ci sediamo, c'è una candela al centro del tavolo, Ezekiel la spegne "forza, prova ad accenderla. Il fuoco funziona meglio con le emozioni cattive o forti, come la rabbia o la tristezza.", annuisco, mi concentro "Ignis!" Dico ed una piccola fiammella spunta, ho accesso la candela! Mi esce un sorriso, per un attimo non penso ad Ab, sono stupita dal fatto che ci sono riuscita! "Visto? Brava!", mi dice gioiendo insieme a me.
Decidiamo così di ordinare, una ragazza molto carina con scritto "molly" sull'etichetta si avvicina al tavolo, "cosa prendete?", ci chiede rivolgendo un sorriso ad Ezekiel, lui non si accorge di niente, sta leggendo il menù, ha fatto colpo, ma non mi stupisco, è un bel ragazzo alto, belle spalle, con occhi e capelli neri e qualche tatuaggio.
"Io prendo un Asado.", dice all'improvviso, sarebbe un piatto con diversi tipi di carne, "io invece prendo due Empanadas.", dico.

Dopo che finiamo di mangiare, lui paga il conto ed usciamo nel parcheggio, si appoggia alla moto e tira fuori le sigarette, "dai accendila tu, apri la mano e dì la solita parola.", annuisco e faccio come dice, compare una fiamma al centro della mia mano, la avvicino e accendo la sua sigaretta. "Sta attenta, devi controllare l'emozione. La fiamma si alza e si abbassa asseconda della forza che hanno le tue emozioni o i tuoi sentimenti.", mi raccomanda ed io annuisco.
"Tieni questo libro, ci sono all'interno alcuni piccoli incantesimi che puoi fare da sola, per esercitarti.", mi porge un libro malandato, "grazie.", rispondo prendendolo.
"Facciamo un giro?", mi chiede io annuisco e salto subito sulla moto, lui parte e va anche abbastanza veloce, ma meglio così.
Scendiamo vicino un parchetto, è davvero piccolo e non c'è nessuno visto l'orario: 10:45
Ci sediamo su una panchina, "sai, hai fatto colpo, la cameriera ti fissava sorridendo.", gli dico dandogli un piccolo pugno sulla spalla, "ahah, sul serio? Potrei farci un pensierino.", mi risponde ridendo, "porco!", gli urlo io continuando a ridere.
Sta in silenzio per un po', poi parla "però c'è un problema, i pensieri me li sto facendo già su un'altra ragazza.", gira la testa e mi fissa, siamo a pochi centimetri di distanza, mi si blocca il respiro e prima che io possa dire una parola, mi bacia.

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