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"Mamma! Che mi stai facendo?" "Sh, obliviscaris omnia!"
"Papà, che mi ha fatto mamma?", "Niente, è per il tuo bene piccola."

Oggi mi sono svegliata tardi, inutile dire che non riuscirò mai a prendere il pullman.
Si, la scuola è vicina, ma a prima mattina chi ha voglia di camminare?
Scendo in cucina"Nonna, dov'è Papà?", voglio chiedere a mio padre un passaggio "Nello studio" mi risponde, 'ehfigurati!' penso, non fa altro che stare chiuso là dentro. Salgo sopra e la porta è socchiusa, lo sento parlare al telefono "SI, certo amore..stasera a cena.", non ci credo, papà ha una ragazza? Dio mio. So che non dovrei arrabbiarmi, ma questo vuol dire che verrà a vivere qui e la mia vita dovrà subire un altro cambiamento.Faccio finta di niente ed entro, "Pà, mi dai un passaggio?", mi risponde di si ed io scendo in macchina e lo aspetto. Passano cinque minuti ed esce dalla porta, entra in macchina, ha quello sguardo, il solito sguardo che ha quando deve dirmi qualcosa e non sa come fare, quindi gli facilito le cose, "Ti ho sentito, stasera. La cena. Nuova ragazza.", gli dico, mi guarda "Si, è una brava donna, ha un figlio. Dovrai dividere la stanza con lui..e", lo fermo subito "STAI SCHERZANDO?! io non divido la camera con nessuno, la casa è enorme, perchè devi rovinare sempre tutto?", mi fissa e poi distoglie lo sguardo "E' solo per un po', faccio dei lavori alla casa, appena una stanza sarà pronta lui si sposterà. E poi è un bravo ragazzo, perciò trattalo bene, ha 18 anni.", non gli rispondo, è inutile parlare con lui. "Ah..un'ultima cosa, è gay, perciò sii più sensibile." Non rispondo neanche a questo, 'Almeno non è un pervertito stupratore' penso. A pensarci bene, forse un lato positivo c'è..ho sempre voluto un fratello o una sorella, e magari una famiglia unita.
Arrivo a scuola, scendo dall'auto senza neanche salutare.
Oggi ho solo tre ore di lezione ed il diavolo mi sta tentando dicendomi di non entrare. Ok non entro.
Decido di andare di andare a prendere un caffè e dopo in biblioteca.
Arrivata in biblioteca, cerco tra gli scaffali, dei libri sulle leggende e sulla mitologia antica di Houston, trovo un libro "Vecchie storie", lo prendo e comincio a sfogliarlo, trovo molte leggende sulle streghe ed una in particolare mi ha affascinato.
Racconta della vita di una vecchia strega dal nome Ambra, si dice che sia ancora viva.
Non era completamente strega, sua madre Jasmin era una strega della magia nera, mentre suo padre era un uomo normale. Ambra scoprì di essere una strega all'età di sedici anni, quando cominció a sentire voci e vedere cose che gli altri non vedevano.
"Cazzo..questa era pazza", pensai leggendo il libro, ma poi mi ricordava me, a parte le cose che nessuno vedeva. Non ero ancora arrivata a quel livello.
Ambra, cominció ad indagare sulla storia della sua famiglia e trovó vecchi incantesimi e vecchi medaglioni, cominció dai piccoli incantesimi per poi diventare una strega professionista che sapeva gestire ogni tipo di magia, finché un giorno si innamorò perdutamente senza, però, essere ricambiata, così abbandonó le sue emozioni e si lasciò trascinare nell'oscurità.
Dopo aver letto per ore, decido di tornare a casa, aspetto l'autobus e quando arriva non lo vedo, conclusione? L'ho perso.
Mi incammino a piedi senza scoraggiarmi, una moto mi sfreccia davanti e si ferma, pensando che sia un pervertito mi giro e me ne vado.
"Ehi! Ferma!", una voce dura e fredda, quasi mi vengono i brividi "Che vuoi da me?" , chiedo in tono acido "Voglio darti un passaggio a casa, sono il tuo nuovo vicino." , mi dice in modo freddo ma allo stesso tempo con tono cordiale, " chi dice che posso fidarmi di te?", gli rispondo, "io. Dai, salta su, non avrai mica paura?" Mi chiede strafottente.
Afferro il casco e salgo sulla moto, in due minuti siamo a casa, davanti casa sua.
"Entri?" , mi chiede "no, grazie. Hai già fatto abbastanza dandomi il passaggio.", gli rispondo gentilmente, "Dai, sennò mi offendo ", cedo ed entriamo.
Ha una casa enorme. Saliamo in camera sua "So che l'altra sera mi hai visto" mi dice, ed io lo guardo confusa rimanendo in silenzio "Quella sera dal tuo balcone, hai visto il foglio.", ora mi ricordo tutto, "ah sì..mi spieghi come facevi? Che trucco era?" Mi osserva, poi si mette a ridere "nessun trucco, magia.", quando pronuncia queste parole scoppio a ridere in una rumorosa risata, anche un po' forzata.
"Si diciamo che ti credo" dico continuando a ridere, lui mi fissa negli occhi e comincia a parlare seriamente "Se vuoi te lo dimostro. Ho imparato quattro anni fa, a sedici anni. Ho avuto paura anch'io all'inizio, non è stata una bella esperienza, lunga storia.", annuisco ed usciamo, dopo dieci minuti arriviamo in un bosco, con un laghetto comincia a pronunciare frasi senza senso, il vento aumenta e comincia a fare freddo, lui tiene gli occhi chiusi, l'acqua del laghetto si congela, ed io rimango con la bocca e gli occhi spalancati per quello che ho appena visto. "Come hai capito che eri capace di fare...di fare queste cose?", mi fissa per un po' e dopo risponde "perché ho cominciato a sentire frasi e vedere cose..che..beh, gli altri non vedevano" rimango muta davanti alle sue parole, comincio a pensare che anche io sento delle cose, ma decido di non dirgli niente. "senti, io devo tornare a casa, ho una cena importante.", gli dico per cambiare discorso, annuisce e torniamo a casa.
Sono in ritardo, entro in casa e vedo tutti intorno al tavolo: mia nonna, mio padre, una signora dai capelli rossi ed infine un ragazzo dai capelli neri, un bel ragazzo. "Oh, Angy, sei arrivata, ti presento Michelle e Stephan.", mi salutano ed io ricambio, "Salgo un minuto in camera, scendo subito.", mentre salgo non riesco a non pensare a quello che è successo poco prima e pensandoci bene, non so neanche il nome di quel ragazzo.
Entro in camera e vedo già le cose di Stephan sul suo letto. Poso la borsa e scendo sotto.
Mi siedo e cominciamo a mangiare, "Allora, Angel, tuo padre mi ha detto che vai alla scuola di musica.", mi dice con tono dolce Michelle, "Si" rispondo.
Continuano a parlare loro, Stephan ed io non diciamo una parola. Finita la cena, saliamo in camera, lui va a lavarsi ed io sono sul letto che aspetto il mio turno. Esce dal bagno con l'asciugamano intorno alla vita, cerco di non guardare i suoi muscoli, ma mi viene difficile, "Hai finito?" gli chiedo, "Si" risponde.
Mi alzo e vado a lavarmi, esco anche io con solo l'asciugamano addosso, tanto è gay.

Trovo lui in boxer sdraiato sul letto a leggere, mi fissa in modo strano, faccio finta di niente e mi sdraio sul letto, mi sento ancora osservata ma non è lui a guardarmi, è il ragazzo con i poteri a guardarmi dalla sua finestra, chiudo subito le tende e non ci penso più.
Ancora con l'asciugamano addosso mi metto la crema alle gambe e Stephan mi osserva "Che hai da guardare?", gli chiedo in modo brusco, "Niente, sei molto bella.", "Non sei gay?", gli rispondo, "Si, ma lo vedo anche io quando qualcosa è bello.", lascio perdere e mi metto il pigiama.

Sono le due e non riesco a dormire "Come mai i tuoi hanno divorziato?", mi domanda , "Non andavano d'accordo" rispondo, "I tuoi?" gli chiedo "Mio padre è morto, i miei erano innamorati, e per mia madre è stato difficile accettare di amare un altro uomo, e per me è stato difficile accettarlo, ma ho dovuto.", mi risponde. Mi racconta che suo padre era un militare, si chiamava John cannett, è morto in guerra, sua madre va di cognome Lootstock, e lui ha deciso di prendere entrambi i nomi. "Mi dispiace.." dico in tono dolce, non risponde, così non dico più niente.
Mi addormento sfinita.

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