#2

668 34 1
                                    

Scusa se ti ho investitoAU!

Okay, Charles ammetteva di non essere mai stato un grande guidatore. Effettivamente molti pensano che sia riuscito a prendere la patente solo per miracolo, ma nonostante ciò non si può dire che faccia completamente schifo.
Quella mattina era stata particolarmente stressante all'università, aveva un mal di testa allucinante causato non solo dalle urla dell'insegnante per essere arrivato in ritardo e dalla cioccolata calda che gli era caduta sui vestiti,  ma anche dalla montagna di libri che lo aspettava nel suo appartamento. Era il suo ultimo anno da universitario e gli esami e lo studio erano molto più rigidi rispetto a quelli precedenti.
Erano le cinque del pomeriggio e doveva passare a prendere Raven al bar dove lavorava. L'unica cosa che voleva fare era quella di tornare a casa sua. Fortunatamente le strade erano deserte, solitamente a quell'orario e con quella pioggia c'era poca gente per strada.
Il cellulare cominciò a vibrare riportandolo alla realtà. Era Raven, gli aveva inviato un messaggio.
Prese il telefono in mano per vedere cosa gli aveva scritto.

"Raven: Ho appena finito il turno, fammi uno squillo appena sei arrivato ;)"

Neanche il tempo di rispenderle che si sentì un botto. Charles fermò subito la macchina e il panico cominciò ad assalirlo non appena vide che avanti a lui c'era il nulla più totale.
Sperava con tutto se stesso di aver ucciso un opossum e non una persona. Certo gli sarebbe dispiaciuto per l'opossum e avrebbe avuto comunque i sensi di colpa, ma almeno non avrebbe rischiato di essere denunciato. Che poi c'erano opossum da quelle parti? Scaccio vià quel pensiero del tutto irrilevante.
Scese dall'auto e per sua sfortuna non era un opossum quello che aveva investito, ma bensì un'uomo. Era alto, si sorprese di non aver intravisto un uomo di quell'altezza, aveva i capelli biondo scuro, i tratti del viso marcati e degli zigomi pronunciati. Era davvero un bell'uomo, si disse mentalmente ma al momento non era importante. Non aveva l'ombrello, perciò probabilmente si stava coprendo dalla pioggia con il giubbotto di pelle nero. Aveva del sangue che gli fuoriusciva dalla fronte, Charles sperò che oltre a quello non avesse nulla di rotto...anzi sperò che non fosse morto!
Si inginocchiò per testargli il polso, fortunatamente c'era ancora il battito.
La pioggià aumentò, ormai entrambi erano fradici...ma cosa doveva farsene di lui? Doveva chiamare un ambulanza? Oppure doveva lasciarlo lì sotto la pioggia nella speranza che qualcuno lo notasse e lo aiutasse? Se ne doveva andare come se nulla fosse successo?
Si guardò intorno in cerca di aiuto o di una soluzione.
Ma prima che potesse prendere una decisione sentì dei mugugnii provenire da dietro di lui.
Si girò di scatto, l'uomo che aveva appena investito si stava rialzando dolorante. Decise di aiutarlo a rialzarsi.
-Ehi stai bene...riesci a stare in piedi?- domandò preoccupato Charles con i capelli e i vestiti attaccati  addosso.
Non ricevette risposta, l'uomo si limitò a fissarlo per un tempo indeterminato.
Charles deglutì con forza, gli occhi azzurro ghiaccio dell'uomo gli mettevano pressione ma al tempo stesso lo affascinavano.
-Tu sei l'idiota che mi ha investito.- disse l'uomo, anche se suonava più come un'affermazione che come una domanda.
-Ehm...si, mi dispiace tantissimo, giuro che non l'ho fatto di proposito!-
-Mi sorprenderebbe se fosse il contrario.- disse con tono duro.
-Vuole che la porti in ospedale? Ha qualcosa di rotto?- domandò Charles preoccupato, cercando di essere cordiale con colui che aveva buttato sotto la macchina. Ma l'altro non fece lo stesso.
-No grazie, non salirei mai in auto con uno che ha preso la patente da una busta di patatine.- rispose, ed effettivamente Charles non potè dargli torto sul salire in macchina con lui, ma sul fatto della patente no.
-Ehi guarda che anch'io ho dovuto sostenere un esame per guidare un'auto, sai?- disse incrociando le braccia al petto.
-E che hai fatto per superarlo? Hai pagato la commissione? Perchè neanche un principiante guiderebbe così male!- rispose a tono il biondo.
-Mi scusi tanto se l' ho investita, okay? Ho fatto un errore e dubito che lei non ne abbia mai fatti! Sopratutto col carattere che si ritrova!- disse.
Quell'uomo cominciava a dargli sui nervi, non aveva mai visto tanta rabbia e arroganza in una sola persona. Proprio quel giorno doveva capitargli di incontrarlo?
-Oh, allora dimmi, lei come si comporterebbe se fosse appena stato investito da un imbecille?- rispose asciugandosi il viso con la manica della maglia.
-Beh, prima di tutto se non avessi nulla si rotto non mi scaglierei contro chi mi ha investito. Poi probabilmente cercherei di capire la situazione e me ne andrei come se nulla fosse successo senza denunciarlo.-
-È un modo implicito, non poi cosi implicito, di dirmi che non devo sporgere denincia?- cominciò -Le ricordo che non sono io quello che non riesce a guardare il telefono e guidare contemporaneamente!-
-Stavo solo leggendo un messaggio di mia sorella! Lei, piuttosto? Perchè non si è portato l'ombrello con tutta questa pioggia? Se l'avesse fatto avrebbe evitato di correre e ripararsi solo col giubbotto!- disse ancora sotto la pioggia. Si sarebbe preso un malanno, ne era certo.
-Come fa a sapere che mi riparavo col giubbotto? Perchè se mi avesse visto si sarebbe fermato.- disse sorridendo trionfante.
Charles rimase a fissarlo a bocca aperta, non sapeva cosa rispondergli.
-Allora...?- domandò soddisfatto l'uomo.
Sospirò, il biondo aveva vinto, non sapeva in che altro modo difendersi. Per di più gli stavano dando fastidio i vestiti bagnati.
-Okay, ha vinto...- disse alzando le mani in segno di resa - È colpa mia, avrei dovuto stare più attento ma ho avuto davvero una brutta giornata. So che questo non conta molto ma...mi dispiace.- disse sinceramente dispiaciuto -Se vuole denunciarmi faccia pure.-
L'uomo lo fissò, sbalordito di tale cambiamento. Fino a qualche minuto prima si urlavano a vicenda...in quel momento invece il tono del moro era cambiato notevolmente. Sembrava quasi...dolce e dispiaciuto?
Charles alzò lo sguardo puntandolo negli occhi dell'altro uomo. Aspettava una sua risposta all'accaduto.
Il biondo lo continuava a fissare. Per tutto quel tempo era stato accecato dalla rabbia, non aveva notato la bellezza dell'uomo. Gli occhi grandi e azzurri contornati da lunghe ciglia scure, le labbra sottili rosse dovute al mordersi di continuo il labbro inferiore, i capelli castani attacati al volto e al collo e le guance leggermente arrossate.
L'uomo fece una cosa che Charles non si sarevbe mai aspettato. Allungò la mano verso di lui e si presentò.
-Erik Lehnsherr.- disse.
C'era qualcosa che non andava...perchè quell'uomo si stava presentando?
-Uhm... Charles Xavier...- si presentò leggermente incerto. Rimasero alcuni minuti a fissarsi e Charles era sicuro di essere arrossito.
A rompere quel silenzio imbarazzante du il cellulare del moro.
-Pronto?- disse con un tono di voce leggermente più alto, non riusciva a sentire bene a causa della pioggia.
-Charles?! Che fine hai fatto? Ti sto aspettando da quasi un'ora fuori dal bar!-
-Oh...- emise Charles. Si era completamente dimenticato della sorella -Raven arrivo subito, sono quasi arrivato. Ti spiego tutto più tardi.- disse attaccando subito sotto lo sguardo interrogativo di Erik.
Stava per salire in auto quando si ricordò che non aveva ancora finito di parlare con Erik.
-Mmh...le andrebbe di prendere un caffè?- domandò con un sorriso imbarazzato.
Il biondo sorrise e salì nella macchina di colui che l'aveva investito.
-Alla fine sei entrato in macchina.- disse soddisfatto lanciandogli una breve occhiata che venne subito ricambiata.





Angolo autrice:
Premetto di non essere particolarmente convinta di come sia uscito il capitolo. Forse il prompt non mi ha ispirato abbastanza :/
Comunque spero che lo appreziate, il prossimo è quasi finito. Lo pubblicherò  tra uno o due giorni u.u
Un bacioo



Otto Cherik AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora