3# Notte

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NC—17
boy x boy
Explicit
Strong language














                        — CHAINS —



3# Notte





/ 11 anni prima/

Dalla finestra dello scantinato — affittato a poco prezzo (qualche centinaia di dollari) — guarda la pioggia cadere.
Nella stanza a fianco, realizzata mediante una tenda, sente gli ansimi di piacere di un altro uomo che probabilmente si starà fottendo sua madre.
È così che riescono a racimolare i soldi per pagare lo scantinato.
La pioggia cade forte sull'asfalto mentre i tuoni rimbombano nel cielo.
Mentalmente ringrazia lo scrosciare della pioggia che riesce qualche volta a far scomparire quei versi animaleschi.





Guarda il soffitto illuminato dalla debole luce della luna.
Tutto tace nella stanza ma lui non riesce a prendere sonno.
Sono successe troppe cose in questi due giorni e il timore di ricordarle tutte non appena prova ad appisolarsi, lo tormenta.
È successo tutto così in fretta che ancora non riesce a capacitarsene.
Un misto di emozioni sono scaturite in lui quando è apparso nella stanza, dove si è ritrovato legato, quell'uomo.
Agitazione, stupore, eccitazione ma sopratutto paura nel sentire quelle parole
" diventerai la mia puttana ".
L'uomo è apparso nella stanza in tutta la sua bellezza e austerità.
Giovane, dalla pelle ambrata e il volto dai lineamenti duri e grezzi ma che gli conferiscono un'aria affascinante, i capelli corti e bruni, gli occhi piccoli e di un grigio misterioso,  le labbra sottili.
Il suo sguardo poi si è posato sul suo fisico dalle spalle larghe così come il petto, massiccio, mentre la maglia a maniche corte metteva in mostra  dei bicipiti niente male decorati da tatuaggi tribali.
Un uomo dannatamente bello e forte, alla quale non sarebbe riuscito a opporvi resistenza.
E ora si ritrova nella sua stanza, con arredo minimalista, dove qualche ora prima ha fatto esperienza del suo primo rapporto orale.
Arrossisce violentemente ma il buio della stanza lo aiuta a nascondere il suo imbarazzo.
Ha avuto paura alla sua richiesta.
Naturalmente  non gli è piaciuto doverlo fare ma, deve ammettere, che un pizzico di eccitazione l'ha provata.
Tuttavia il terrore e l'ansia hanno predominato e si è ritrovato a singhiozzare silenziosamente nel bagno del suo, se così vogliamo chiamarlo, padrone.
Si era rincuorato un po' quando, dopo avergli ordinato di spogliarsi nel box doccia, non lo ha sfiorato neanche con un dito.
A quella richiesta pensava che fosse arrivato il suo momento ma quell'uomo, non lo ha toccato e, semplicemente, ha lasciato la stanza.
Anche il fattore brioche gli aveva ridato speranza ma poi, a quella richiesta di poche ore fa, tutto è andato in mille pezzi.
Gli toccherà rifarlo? Probabilmente si e al pensiero un nodo in gola lo porta a stringersi delicatamente il collo con le mani bianche e sottili.
Non può fuggire, ormai è in balia di quest'uomo che gli fa paura e al tempo stesso lo attrae molto.
Mille emozioni scaturiscono in lui quando gli si avvicina, l'odore speziato della sua pelle lo stordisce tanto ma il terrore nei suoi occhi è la prova che non riesce a fidarsi di lui.
Ha paura e come non potrebbe?
Ormai è prigioniero di quest'uomo dagli occhi misteriosi che lo scrutano ogni volta con desiderio nonostante non se ne sia ancora accorto.
É prigioniero di un killer, un assassino e, anche lui, come tutti gli altri, potrebbe finire assassinato se si rifiutasse di obbedirgli.
Ha paura, paura di tutto questo.
La vista dei suoi compagni, così tranquilli, lo hanno un po' rincuorato ma, alla fine, anche loro sono dei killer professionisti, anche loro uccidono  persone, quindi non sa quanto può fidarsi.
In fin dei conti, qui dentro, non può fidarsi di nessuno.
Non sa quanto tutto questo durerà, forse fino alla fine dei suoi giorni o forse, fino a quando l'uomo non verrà ucciso e lui si ritroverà libero o nuovamente in balia di qualche altro killer.
" Sono in gabbia. "
Si gira tra quelle coperte posate per terra.
Fortunatamente ce ne sono abbastanza che il duro del pavimento é quasi impercettibile, poi col suo corpo leggero...
Si gira cercando di fare il più piano possibile, ormai ha scoperto che ha davvero il sonno leggero quindi non vuole ritrovarsi con il coltello puntato alla gola come l'altra sera.
Quella sera pensava davvero di morire.
La lama era fredda e tagliente sul suo collo bianco e sottile.
Gli occhi erano ricchi di paura, il cuore pompava veloce e i ricordi della sua misera vita gli sono passati davanti.
Si è ritrovato riflesso nelle sue sfere grigie ma, grazie, alla luna si è salvato.
Ogni tanto fa qualcosa di giusto quella stronza!
Lentamente la lama affilata ha lasciato il suo collo e il suo cuore, piano, a ripreso a battere normalmente.
Se ci ripensa però, il muscolo torna a pompare velocemente.
Non vuole più ritrovarsi un coltello puntato alla gola, quindi deve cercare di fare il più piano possibile.

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