Reveries of Flight

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Yuuri poteva sentire il sorriso di Victor contro le sue labbra mentre si baciavano in mezzo al silenzio stupefatto del magazzino. All'esterno il mondo andava avanti come avrebbe sempre fatto, con l'allarme dei carrelli elevatori e l'incessante stridio dei gabbiani che volavano sopra il porto in cerca di cibo o qualche lavoratore in turno da infastidire. Poteva sentire il tremolio delle sue mani contro le proprie, il sudore dei suoi palmi mescolato con ripensamenti e rimpianti, e in quell'istante Yuuri pensò che forse aveva chiesto troppo, dopotutto, perché era vero che Victor stava per perdere così molto di più di lui.

Prima che il suo stomaco sprofondasse, prima di sentire il dolore irradiare nel suo petto che avrebbe fatto molto più male di qualsiasi coltellata nelle costole, Victor si scansò e quel sorriso che lo teneva in vita era ancora sulle sue labbra. Aveva gli occhi più feroci di qualsiasi tempesta che Yuuri aveva visto, vivi con quel fuoco blu che pulsava famelico e pieno di adrenalina, e quelle mani tremanti che lo stringevano non con rimpianto, ma con eccitazione perché l'avrebbero veramente fatto dopo anni di sotterfugi nell'ombra per così fottutamente tanto tempo.

"Scappiamo, Yuuri", sussurrò Victor con più convinzione di qualsiasi altra persona sana che sapeva a cosa andava incontro, quel tipo di convinzione che poteva terrorizzare il cielo, far conoscere alle stelle la paura, che poteva far rabbrividire il sole e la luna, perché adesso anche loro potevano raggiungerli. Invece, Victor si limitò a sghignazzare in maniera infantile e ridacchiare, e prima che Yuuri potesse fare alcunché, quella mano tremolante si stava già intrecciando tra le sue dite per portarlo via dalle ombre verso la luce del sole così che il mondo potesse finalmente sapere il loro segreto.

Lo sguardo dei loro uomini era senza prezzo: lasciarono degli adulti maturi in sofisticati completi, armati di pistole cariche e pronte, immobili e con la bocca aperta, senza idea di che cosa avrebbero dovuto fare perché avrebbero dovuto prendere ordini dalle stesse persone che stavano disertando. Tutto ciò che Yuuri poteva fare era ridere mentre continuavano a correre, non sapeva nemmeno dove stavano andando, cosa avrebbero fatto quando sarebbero arrivati, quanto tempo avevano prima che i problemi arrivassero, e non gli importava perché quell'espressione nel volto di Victor era tutto ciò che voleva veramente, dopotutto.

Era ovvio che Victor sapesse dove stava andando, mescolandosi tra i giganteschi capannoni e ombre incombenti, passando frettolosamente attraverso i macchinari in movimento, avventurandosi sui calcestruzzi scrostati con le loro scarpe in pelle italiana che erano state prodotte per qualsiasi cosa tranne che per correre, e si ritrovarono entrambi a ridere e senza fiato in un edificio deserto dall'altra parte del porto, svuotato da tutti i container e macchinari, privo di persone a parte loro due e una Station Wagon nera con i vetri oscurati e i telai lucidi parcheggiata in mezzo all'immenso spazio che odorava di acqua piovana stantia e polvere vecchia di anni.

"Hai pianificato tutto questo fin dall'inizio!", esclamò Yuuri quando Victor si fermò e tirò fuori un set di chiavi dalla tasca del cappotto. Appena Yuuri aveva pensato che Victor non poteva sorprenderlo più di quanto avesse già fatto, gli aveva provato di essere in torto ancora una volta.

"Ho cominciato a pianificare dal momento in cui ho saputo che tu saresti arrivato", ammise biascicando, e avvicinando Yuuri a sé fermandosi davanti all'auto per la fuga. Per un attimo il dolore attraversò il volto arrossato di Victor, l'angoscia che Yuuri aveva sempre provato dentro di sé ogni volta che erano insieme, vulnerabilità e un dolore al cuore per tutto ciò che non potevano avere e l'impossibilita di esprimerlo.

"Non potevo guardati andartene lontano da me ancora una volta", arrivò la promessa greve, e ciò fece capire a Yuuri che Victor avrebbe fatto finire in quel modo quella giornata in tutti i casi, non importava quanto sangue sarebbe potuto essere versato, e se ciò significava proteggere Victor e quelle ambizioni allora avrebbe versato anche il proprio per dargli quello che voleva anche lui.

Masquerade - Vikturi (Italian traduction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora