Se cinque anni e mezzo prima qualcuno avesse detto a Yuuri Katsuki che un giorno avrebbe combattuto dalla stessa parte di Victor Nikiforov, mettendosi in coppia con lui e attirando la malavita su di sè in una sanguinosa fuga per la sopravvivenza, allora magari gli avrebbe davvero riso in faccia e sparato sul posto, perchè se era così stupido allora non valeva l'aria necessaria per respirare
Chi avrebbe mai pensato che incontrare Victor tutti quegli anni fa a Detroit avrebbe portato a quel perfetto stato di caos.
Aveva diciannove anni al tempo, e Yuuri ricordava di aver pensato che probabilmente sarebbe morto quella notte, ricordava persino di aver pensato che gli sarebbe andato bene. Non era che aveva molto per cui vivere, in quel momento. Era stato mandato in America con la sua pelle che ancora pizzicava grazie alle ultime toppe piene di colore. Sarebbe stato un lavoretto minore, incontrare un trafficante d'armi o due, procurarsi le armi e le stringhe di munizioni per il prezzo che solo Yuuri era capace di negoziare, trasportarle a casa ed allora il gioco era fatto fino al compito successivo che gli sarebbe stato assegnato.
Era la notte in cui sarebbe dovuto ritornare ad Hasetsu quando si incontrarono. Era andato in un bar incospicuo dove il barista pensò che fosse più vecchio di quanto fosse, e si era ordinato un drink prima di fare la stessa cosa che faceva sempre: decifrare coloro che gli stavano attorno era sempre un modo soddisfacente di passare l'abbondante ammontare di tempo che aveva in notti come quella in cui incontrò Victor
Scandagliò tutti coloro che poteva osservare nel suo diretto campo visivo. La coppia che aveva una tresca, troppo paranoica per godersi i loro drink, l'insegnante frustrato che aveva bisogno di una sigaretta e di qualcosa di forte per scrollarsi dalla giornata che l'aveva quasi spinto oltre il limite, il gruppo di uomini d'affari dai completi passabili che stavano festeggiando un accordo che avevano siglato dalla parte giusta della legge.
Girellava sul suo sgabello, e si ricordava l'istante in cui vide la figura solitaria di Victor Nikiforov seduto ad un tavolo attraverso la stanza piena di ombre che stava diventando velocemente troppo piccola, soffocante, perchè vedere quella schiena composta seduta lì colpì Yuuri come una mazza nel petto.
Ricordava di aver pensato come fosse impossibile staccargli gli occhi di dosso, ricordava di aver pensato a come la curva di quelle spalle e la rastremazione del suo completo era ancora meglio dal vivo in comparazione alle foto di sorveglianza che la sua famiglia aveva raccolto. Yuuri ricordava di aver pensato che se non avesse già saputo a chi apparteneva quel vestito impeccabile e quei capelli argentati, allora Victor sarebbe stato solamente un'altra faccia nella stanza, nascosto dietro ad una bellissima e perfettamente cucita maschera esattamente come Yuuri quando andava in quei posti per fondersi con il silenzio che non passava mai il giudizio.
E Victor, attento come era e come sarebbe sempre stato, si girò con la sensazione dello sguardo di Yuuri sulla sua schiena e sorrise in modo devastante, un sorriso che sapeva tutto perchè in quel momento, in quel bar con lo stesso singolo drink e la stessa miscela di isolamento, erano più simili di quanto sarebbero mai stati diversi.
Ricordava come il suo cuore rispose con una sua propria volontà mentre il colore di quei occhi blu elettrico lo trovarono, ricordava come accelerò all'impazzata mentre Victor si alzava dalla sua sedia, così slanciato ed aggraziato mentre la superava con gli occhi su di lui, perchè era la cosa più bella nella stanza, e si sedette accanto a Yuuri con un sospiro come se fosse appena tornato a casa da una lunga giornata in ufficio, e poi ordinò per entrambi un drink come se avesse pianificato di incontrarlo lì da tanto.
"Sai, posso analizzare tutti in questa stanza, e poi ci sei tu, che hai potuto ingannare tutti tranne me", Victor lo disse sbrigativamente mentre prendeva il suo drink dal barista, come se stesse parlando del tempo o dello stato corrente del mercato azionario, come se stesse parlando di qualcosa di insignificante, qualcosa che nemmeno gli fregava, non come se stesse parlando del fatto che al di sotto dell'abito di Yuuri, sotto la sua maschera, sotto i colori nella sua vera pelle, c'era sangue che meritava di essere chiamato reale nella malavita, e Yuuri non riusciva fottutamente nemmeno a respirare, il suo cuore si bloccò dallo shock da qualche parte tra i suoi polmoni e la sua gola.
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Masquerade - Vikturi (Italian traduction)
FanfictionATTENZIONE, SCONSIGLIATA LA LETTURA AI MINORI DI 18 ANNI. PRESENZA DI CONTENUTI FORTI ED ESPLICITI. TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO: "Dì solo una parola", arrivò quel sussurro mentre Victor si avvicinava, Yuuri era consapevole delle pistole puntate e pro...