Capitolo 6- Uno spazio senza stelle

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-"Non saprei da dove cominciare.."
-"Parla senza esitare, contano le informazioni, non il modo in cui le esponi". Disse Vincent, cercando di accelerare il ritmo del mio discorso.
-"La chiave e la mappa sono una cosa sola, ma allo stesso tempo, non esiste né una chiave né una mappa.
Sono due oggetti che esistono solo come un oggetto unico e non possono essere nemmeno toccati o visti se concepiti come due cose separate.
La loro consistenza può essere percepita solo se si è consapevoli di questa loro caratteristica fondamentale.
Detto questo, vi confesso non avevo nessun luogo in cui nasconderli, quindi decisi di sigillarli.
Come vi ho detto, la loro consistenza è solo un illusione che può essere percepita nel momento in cui li si vede come un unico oggetto.
In realtà sono evanescenti, impalpabili e non visibili a occhio umano.
Sono oggetti fatti di particelle spirituali.
Quindi, decisi di sigillarli nell'unico luogo che mai nessuno, senza il mio consenso, avrebbe potuto aprire.
Li sigillai nel mio cuore."
-"Sconcertante, questi oggetti, anzi, mi correggo, questo oggetto è una prova a favore della teoria Hegeliana secondo cui tutto é spirito. Chissà, forse la realtà ci appare tale solo perché non possiamo percepirne la sua vera essenza spirituale."
Disse Lucía con l'entusiasmo di una bambina a cui era stata regalata una nuova bambola con cui giocare.
-"Interessante, oserei dire.. Subdolo, mio caro! Li hai avuti sempre con te ma non ce li hai mai mostrati. Eppure io credevo che li avessi nascosti in Spagna, vicino alla tua vecchia casa.. Ma, a quanto pare mi sbagliavo."
-"Vi ho fatto riunire in Spagna perché la città di Atlantide si trova qui, non lontana dalle coste spagnole. Ora però, bando alle ciance, ecco il famoso oggetto che voi tutti cercavate."
Detto questo, con un semplice gesto tirai fuori dal mio petto questa specie di sostanza indistinta che iniziò ad apparire più chiara e definita solo nel momento in cui i presenti la concepirono come un unico oggetto spirituale.
La forma che assunse era simile a quella di una grande pietra circolare, liscia come il marmo e bianca come il latte.
Era leggera al tatto, dimostrando la sua unicità.
-"La chiave e la mappa di Atlantide hanno la forma di una pietra?" Chiese Lucía con un tono che faceva trapelare un po' di delusione.
-"No, questa è solo la forma che essi assumono per essere compresi dalle nostre menti. In realtà, hanno una forma che non può essere nemmeno immaginata. Perfino dire che hanno una forma, è sbagliato. Sono semplicemente qualcosa che va oltre la nostra comprensione."
Tutti si avvicinarono per osservarla e Vincent, tenendola con entrambe le mani, la prese e la studiò minuziosamente.
Il suo sguardo, che di solito era furbo e consapevole, si fece per una volta, teso e evidentemente alla ricerca di una certezza che lo rassicurasse.
Il mago si trovò davanti ad un oggetto che non riusciva a comprendere affondo, era palesemente in difficoltà.
Dopo un istante il suo volto si rasserenò e si fece portavoce di un nuovo entusiasmo che cresceva dentro di lui.
-"Ahahaha, finalmente le ho ho trovate! Non comprendo bene la loro natura ma so che mi condurranno alla più grande scoperta che l'intero universo abbia mai visto."
Mi alzai dalla sedia e bevvi un sorso del The caldo che ci aveva portato Lucìa. L'aroma che emanava ricordava vagamente la cannella, ideale per rilassare i nervi.
-"Le informazioni sull'ubicazione di Atlantide appariranno sulla superficie della pietra dopo  un certo tempo che la si osserva."
Dissi loro per chiarire il modus operandi di quell'oggetto che sembrava avere vita propria.
-"Bene, mio caro. Stanotte la osserverò mentre voi dormite. Domani partiremo alla ricerca di Atlantide, con tutte le informazioni necessarie per trovarla."
Annuii senza potermi troppe domande, mi fidavo di Vincent.
Anche il maggiordomo e Lucía acconsentirono alzandosi dalle sedie e dirigendosi al piano superiore, dove Lucía ci avrebbe fatto riposare.
Salimmo una grande scalinata di legno, che era illuminata parzialmente dalla luce proveniente dal salotto.
Varie foto della giovane donna erano appese sulla parete insieme a vari attestati di riconoscimento per le sue tesi nel campo della filosofia.
Ci trovavamo nella casa di una Luminare della filosofia umana.
L'arredamento era molto semplice ed anche la grandezza dell'abitazione era abbastanza modesta.
Di certo non era una Donna molto attaccata ai beni materiali, lo si poteva intuire dalla poca cura che aveva della propria dimora.
-"Tu dormirai qui, Zacarías."
Mi disse con voce secca e indifferente.
Poi mi si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio che sarebbe passata nella mia stanza verso le 5 del mattino, per fare quella chiacchierata in privato di cui mi aveva accennato prima.
Dopo aver ascoltato le sue parole, chiusi la porta e mi stesi a letto.
Nel frattempo Lucía portava il maggiordomo nella sua stanza.
Nella mia camera c'era un letto Matrimoniale
che occupava buona parte dello spazio.
I cuscini erano grandi e morbidi alla vista.
Facevano venire voglia di immergerci il volto e di isolarsi dal mondo, come l'acqua del mare che ti culla tra i suoni misteriosi dei fondali oceanici.
Quel letto mi sembrò un vero e proprio angolo di paradiso, forse anche a causa della stanchezza accumulata in quei giorni.
Di fronte al letto, c'era un quadro che raffigurava un grande portale di pietra attraversato da una flebile luce rossastra.
Le pennellate erano corpose, nette e trasmettevano un'enorme forza espressiva.
Mi immersi in quel paesaggio misterioso ed iniziai a sentire il calore emanato da quella luce color rubino.
Chissà chi lo aveva dipinto.
La mia curiosità non aveva limiti.
Avevo voglia di conoscere nuove cose e di immergermi nel nuovo mondo in cui ero stato risvegliato.
Ogni singolo oggetto o persona assunse per me un valore incredibile.
La mia mente era come quella di un bambino, una vera e propria spugna che assorbiva ogni goccia di conoscenza.
Dopo aver esaminato per un po' la camera mi addormentai in attesa di essere svegliato da Lucía all'orario prestabilito per il nostro incontro segreto.
Fu un sonno profondo e privo di sogni.
Ombre nere danzavano di fronte alle mie palpebre chiuse, come uno spazio senza stelle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 17, 2017 ⏰

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