Sulla cima del Monte Talio

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  Il vento leggero le dava un senso di fastidio agli occhi mentre tentava di leggere.
Dicevano che era una cosa che amava molto fare in vita. Lei ci credette, anche se ormai non ricordava più nulla di quella che era stata un tempo.
Sapeva solo il suo nome, Hermione. Ma anche quello sarebbe stato rimosso se non l'avesse detto alla guardiana non appena arrivata in quel luogo.
Alzò lo sguardo per scostarsi i capelli dal viso.
Il promontorio su cui stava seduta dava una splendida vista su... su cosa, in realtà?
Non lo sapeva.
Non aveva fatto molte domande da quando era arrivata. Era semplicemente giunta lì e poi si era seduta a leggere.
Chissà da quanto tempo stava ferma in quel modo!
Chiuse il libro con un colpo secco. Molte delle anime attorno a lei alzarono lo sguardo incuriosite.
Non stava bene, in realtà. Era molto inquieta.
Dal primo momento in cui era arrivata su quel monte arioso e imponente, sentiva di essere stata costretta a lasciare qualcosa di molto importante!
Sensazione che si acuiva giorno dopo giorno, ora dopo ora, anche se lì il tempo non valeva niente.
Si alzò esitante e si diresse lentamente verso un gruppo di anime "anziane", mentre i piedi nudi calcavano la terra rossastra del monte e il vestito leggero che indossava ondeggiava ad ogni suo movimento.
- Posso parlarle?- Chiese lei, non appena fu di fronte alla guardiana del luogo.
Quest'ultima le fece un leggero cenno di assenso e la guidò un po' più in alto, su un belvedere da cui si aveva una magnifica vista su... ancora non sapeva bene come definire quello che vedeva.
Stettero in silenzio per un po'. Hermione non sapeva bene cosa chiederle. Fu sollevata, quindi, quando sentì parlare la guardiana per prima.
- Molti non sanno cosa dire o cosa pensare quando giungono in questo luogo e allora si rivolgono a me. Ma di solito questo succede nelle prime ore, forse anche addirittura nei primi istanti. Ma tu hai aspettato giorni prima di venire da me. Deduco che volessi lasciarti subito alle spalle la tua vita terrena, ma c'è qualcosa che non te lo permette, non è vero?-
Hermione fu strabiliata da quell'analisi attenta e esatta della sua personalità.
La guardiana se ne accorse e sorrise. – Io so tutto delle mie anime. So chi sono state in vita e so che cosa provano una volta arrivate qui.-
- Raccontami di me!- Le chiese Hermione con fare implorante.
Voleva sapere tutto di lei.
Voleva sapere chi era, che cosa le era successo e perché sentisse quell'angoscia costante, quella sensazione che non le permetteva mai di stare tranquilla.
Come se stesse aspettando qualcuno.
- Non posso! Questo è un luogo di pace e non deve in nessun modo essere turbato dai ricordi.-
- Ma io non sono in pace! – Esclamò Hermione disperata. – Io sento qualcosa, qui – disse indicando il cuore – che mi lacera! Mi sento irrequieta e fuori posto. – Il suo viso si illuminò – Forse sono arrivata nel luogo sbagliato!-
La guardiana scosse la testa – No, mia cara. Questo è il luogo destinato a tutte quelle persone che sono morte in circostanze molto violente e che, in gran parte della loro vita, hanno conosciuto la violenza. E questo è proprio il tuo caso. La pace arriverà anche per te, arriva per tutti alla fine. Tu sei solo più degli altri attaccata alla tua vita terrena.-
Hermione distolse lo sguardo dalla guardiana per nascondere le lacrime.
Ora che aveva cominciato a reagire sentiva di non poter più stare tranquilla a far finta di leggere come aveva fatto in passato.
Mentre la sensazione di inquietudine cresceva e il presentimento che ci fosse qualcosa di molto importante da ricordare le invadeva tutti i sensi.
Si appoggiò alla ringhiera di legno per controllare il tremito delle mani e si concentrò sulla valle sottostante.
- Che cos'è tutto questo?- Chiese infine, indicando il panorama sotto di loro.
- Quello – Rispose la guardiana dopo un po' – E' l'inferno, mia cara.-
Hermione girò la testa di scatto, sorpresa. – Cosa?-
La guardiana le si avvicinò e puntò il dito contro un grosso burrone che costituiva la parte più lontana del perimetro. – Quello è il Regno di Lucifero, dove cadono le anime dannate che non hanno nessuna possibilità di redenzione.-
Hermione guardò attentamente. Strinse gli occhi per focalizzare meglio il luogo che la guardiana le stava indicando.
Si vedeva un ammasso roccioso circolare come un pozzo. Muri ripidi si addentravano nell'abisso in cui era impossibile vedere.
Dal centro del baratro, fumi nerastri fuoriuscivano, oscurando tutto attorno ad esso.
La mano della guardiana si spostò – Attorno al burrone, come puoi vedere, c'è solo nebbia e oscurità. Lì si trovano altri luoghi che non ci è dato sapere e delle anime che ne fanno parte non ci è permesso avere pena.
Hermione guardava con occhi sbarrati le tenebre di quel luogo. La disperazione e il terrore potevano arrivare fino a lei.
Spostò lo sguardo su alcune basse colline rocciose molto più vicine a lei.
Sembravano vecchie miniere di carbone e cercò con lo sguardo un'entrata che non riuscì a trovare.
- E quelle cosa sono?- Chiese indicando le colline.
- Quel luogo racchiude la Cava dei Suicidati.-
- La Cava dei Suicidati?-
La guardiana fece un cenno di assenso con la testa – Ne so solo il nome. Nessuno sa che cosa succeda lì dentro. A parte coloro che sono morti per suicidio, ovviamente.-
Hermione guardò con terrore lo strato di roccia che racchiudeva chissà cosa.
Suicidio.
Chissà chi era stato così disperato...
Si sporse dal parapetto del belvedere, lasciando che il vento le portasse la salsedine del mare che si infrangeva sulle pendici del Monte parecchi metri sotto di lei.
Un mare sempre in tempesta che a volte aveva uno strano bagliore verdastro.
Tra il mare e le colline di roccia si trovava una distesa di sabbia che si estendeva per chilometri e chilometri.
- Anche quello è un luogo per le anime perse?- Chiese alla guardiana, indicando l'enorme spiaggia.
- Si. Quello è il Deserto dei Golosi.-
Hermione deglutì.
Guardando per tanto tempo il paesaggio sotto di sé non aveva mai immaginato che ci potessero essere anime come la sua che soffrivano e per la quale non ci sarebbe mai stato sollievo.
- Io dove mi trovo?- Chiese infine, voltandosi a guardare la guardiana negli occhi.
Questa sorrise – Questo è il Monte Talio. Il Monte dove giungono le anime che hanno fatto molto del bene in vita, ma che purtroppo hanno subito una morte atroce. La violenza della loro morte le porta qui, affinché trovino la pace e possano andare avanti.-
- Avanti? Avanti dove?-
La guardiana indicò la cima del monte, nascosta da soffici nuvole candide.
Hermione rimase a guardarla per un po', poi spostò lo sguardo di nuovo sotto di lei.
- Anche le anime dell'inferno possono andare "avanti"? -
- No.-
La fermezza della risposta la sorprese – Perché?-
- Perché per quanto pentimento ci sia in loro non potrebbero mai superare l'Oceano dei Lussuriosi. Loro hanno fame di peccati, li divorerebbero!-
Hermione fu scioccata dalla rivelazione. – Ma... e se qualcuno ci riuscisse?-
La guardiana le sorrise bonaria. – Questo è impossibile, cara. Per le anime dell'inferno è gia assurdo varcare i confini del loro girone, sarebbe inimmaginabile pensare che possano superarli tutti fino ad arrivare alle pendici del Monte. I guardiani degli altri luoghi glielo impedirebbero.-
- E che cosa succederebbe se li scoprissero in un luogo non destinato a loro e li prendessero?-
- Bè – Cominciò la guardiana facendosi immediatamente seria – Verrebbero buttati nel Regno di Lucifero.-


Hermione era di nuovo seduta al suo posto, un po' distante dagli altri e con il viso rivolto alla valle sotto di lei.
Le informazioni datole dalla guardiana pochi istanti prima l'avevano gettata in uno stato d'animo di sconforto e pena per le povere anime che lottavano in quell'abisso di terrore.
Tuttavia la pace tanto proclamata dalla sua superiora non trovava riscontro in lei.
Mano a mano che il tempo passava si sentiva sempre più nervosa e inquieta.
Possibile che avesse paura?
Non per lei. Non c'era niente di cui avere paura in quel luogo.
Ma per qualcosa che non sapeva nemmeno definire.
Qualcosa di importante per lei che stava per essere distrutta.
All'improvviso il cielo si rischiarò per un istante e dalle nubi rossastre fece capolino un minuscolo raggio di sole.
Hermione fu costretta a proteggersi gli occhi con una mano da una luce abbagliante che le inondò il viso.
Quando il sole si fu nuovamente ritirato si accorse che la luce era dovuta dai suoi raggi che si riflettevano su un palazzo fatto completamente di vetro.
- Una città?! – Si chiese stupita, guardando un agglomerato di case e palazzi grigiastri che non aveva notato prima, confondendolo con le colline di roccia che nascondevano la Cava dei Suicidati.
Si alzò in piedi per vedere meglio.
In quella che sembrava una piazza, c'erano centinaia e centinaia di persone che combattevano.
Le lame delle loro armi luccicavano alla luce fioca del giorno sempiterno. Sembrava combattessero tutte contro una sola persona.
Poi, le persone si ritirarono, lasciando uno spazio nel centro su cui stava inginocchiato un uomo in catene.
L'uomo alzò lo sguardo verso il cielo, Hermione sembrò che guardasse proprio lei.
E poi ci fu un lampo di comprensione.
Anche da quella distanza avrebbe riconosciuto l'uomo della sua vita. Il suo amore.
Suo marito!
Come aveva fatto a dimenticarsi di lui?
Ma, cosa ancora più importante, cosa ci faceva lì?
I suoi capelli biondi danzavano davanti agli occhi di ghiaccio, mentre la mannaia dell'uomo dietro di lui stava per abbattersi sul suo collo.
Sapeva che non poteva morire. Le anime non muoiono una seconda volta.
Ma l'urlo che le uscì dalla bocca fu involontario e pieno di terrore.
La sua eco si propagò nella valle fino alle orecchie di Draco, che riconobbe immediatamente la voce di sua moglie.


NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti lettori!!! Molto più presto del solito stavolta.
Spero vi faccia piacere e spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
A me è piaciuto tanto scriverlo a dir la verità.
Fatemi sapere cosa ne pensate e come sempre vi ricordo di visitare la mia facebook per eventuali aggiornamenti e anche per conoscermi/vi un po' meglio.
Un bacio a tutti.
Sundayrose  

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