La comprensione

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1 Luglio

- Ti va di uscire stasera? E' tutta la settimana che non mettiamo piede fuori di casa se non per lavorare.- Urlò Draco da dietro la porta del bagno.
Lo scrosciare dell'acqua nella doccia smorzò la risposta di Hermione, ma lui capì ugualmente che si trattava di un assenso.

7 Luglio

Il respiro gli mancava e ogni boccata d'aria era come mille pugnalate nel petto.
Le lacrime uscivano senza sosta e non bastava l'orgoglio a fermarle o l'appartenenza a una stupida casata purosangue.
Non aveva più importanza.
Niente aveva più importanza ora che la sua vita era finita.

1 luglio

La serata era stata fantastica!
Baci, carezze ed effusioni, inframmezzate dai fotogrammi di un film o dalle pietanze di un ristorante.
Si comportavano come due adolescenti quando uscivano. Forse per far indispettire gli adulti bigotti della Londra perbene, o forse perché si sentivano davvero come due adolescenti alla prima cotta.
- Sei bellissima!- Disse lui, levandogli una ciocca dagli occhi.
Il suo viso veniva illuminato a fasi alterne dai fari delle auto.
Lui la guardava e lei somigliava ad un angelo con il viso sempre più luminoso, sempre più luminoso...

7 Luglio

L'infermiera che aveva tentato di entrare nella sua stanza, era stata costretta a rifugiarsi dietro lo stipite della porta per evitare l'apparecchio telefonico che Draco le aveva lanciato contro.
Non voleva vedere nessuno. Era stato chiaro!

1 luglio

Le sirene dell'ambulanza e della polizia stradale lo assordavano!
Non capiva cosa fosse successo e non riusciva ad aprire gli occhi.
- Hermione!-
Cercò di allungare una mano verso sua moglie, ma tutto il suo corpo urlava dolore.
Voci che non conosceva gli parlavano. Mani sconosciute lo toccavano e gli sollevavano le palpebre.
Lui riusciva solo a chiamare sua moglie.
Le voci si allontanarono. Parlavano di dover tagliare le lamiere della macchina.
Non capiva.
Riuscì per un istante ad aprire gli occhi, ma fu invaso dagli abbaglianti dell'ambulanza di fronte a lui.
Girò allora la testa verso il posto di Hermione e urlò con quanto fiato aveva in gola.

7 Luglio

Il dolore fisico non era nulla in confronto a quello che proveniva dall'anima.
La testa gli doleva, le braccia protestavano ad ogni movimento, le gambe non si muovevano.
Ma avrebbe dato un braccio o una gamba per non sentire più quel dolore che gli lacerava l'anima.
Avrebbe dato tutto sé stesso per poter rivedere Hermione.

1 luglio

Il suo viso era ancora illuminato dai fari, ma era brutto, scomposto.
Quella non era lei.
Non era sua moglie la donna che giaceva di fianco a lui.
Non poteva essere lei quella con la testa piegata di lato, la bocca aperta da cui usciva un rivolo di sangue e gli occhi sbarrati che riflettevano l'ultimo istante di terrore.
No, quella non era lei.
Non era Hermione.

7 Luglio

Aveva sempre pensato che sarebbe morto prima lui.
Non sapeva bene il perché, ma forse la seconda opzione era troppo terribile anche solo per immaginarla.
E invece ora era successo: l'aveva persa ed era tutta colpa sua!
Se non le avesse chiesto di uscire quella sera, se fossero rimasti a casa a coccolarsi e a fare l'amore, ora sarebbe ancora lì.
Se non si fosse distratto mentre guidava ora lei non sarebbe morta.
Perché non era morto lui?
Scaraventò il vaso di fiori dall'altra parte della stanza con il braccio libero dall'ingessatura.
Nemmeno questo lo faceva sentire meglio.
Da quando aveva saputo, niente lo faceva stare bene.
Solo lei era capace di calmarlo, di tranquillizzarlo, di farlo ragionare.
Ora invece rimaneva solo il dolore bruciante e i singhiozzi convulsi inondati dalle lacrime dei suoi occhi.
Non l'avrebbe più rivista, ora solo questo pensiero aleggiava nella mente.
Non l'avrebbe più toccata, non l'avrebbe più sentita ridere, non avrebbe più fatto l'amore con lei.
E ogni ricordo della loro vita insieme veniva offuscato dall'immagine della sua morte.
Irrevocabile ed eterna.

1 luglio

- Mi sente? Come si chiama?-
- Mia moglie non si muove. Vi prego, pensate prima a lei! Io sto bene.-
- Ce ne occuperemo presto, signore. Ora mi deve dire come si chiama!-
- Sono Draco Malfoy e mia moglie si chiama Hermione Granger. Vi prego, occupatevi di lei! Non si muove, non respira!-
- Si calmi, signor Malfoy! Ora ci occuperemo di sua moglie.- La dottoressa dell'ambulanza fece per allontanarsi, ma Draco la bloccò per un braccio.
- Vi prego!- Nei suoi occhi c'era tutta la disperazione del mondo.
La dottoressa assunse un'espressione contrita – Mi dispiace, signor Malfoy, ma per sua moglie non possiamo fare più niente.-
- Che vuol dire? Certo che potete!-
- Sua moglie è morta!-

7 Luglio

Aveva bisogno di lei, della sua presenza, del suo respiro, della sua pelle.
Si sentiva solo ed inutile senza di lei. Incompleto e mutilato senza la sua metà.
Il suo amore dolce.
Non poteva vivere col pensiero che nel suo ultimo istante di vita avesse provato paura.
Lui, che aveva sempre giurato di proteggerla e difenderla, aveva fallito.
Doveva chiederle perdono!
Doveva raggiungerla e chiederle perdono.
E, se l'avesse voluto ancora, sarebbero stati insieme per sempre.
Sorrise per la prima volta dopo giorni. Era così semplice che non poteva credere di non averci pensato prima.
L'avrebbe rivista ancora, avrebbe guardato ancora nei suoi occhi e vi si sarebbe perso come la prima volta.
Avrebbe gioito ancora del suo sorriso.
Bastava solo un gesto, uno solo, perché la sua vita senza di lei non valeva niente.
Allungò la mano e staccò il respiratore.


NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti lettori, io sono Sundayrose.
Chi conosce le mie storie sa già che io sono una fan delle Draco/Hermione, quindi eccone un'altra.
Avevo in mente questa storia già da un sacco di tempo, ma solo da poco l'ho messa per iscritto.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e che seguirete i prossimi.
Se volete ho anche una pagina su dove pubblico gli aggiornamenti e altro...fateci un salto.
Baci.
Sundayrose.  

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