La Città degli Iracondi

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  Appena il liquido incandescente gli arrivò in gola provò immediatamente un senso di benessere e di pace.
Quello era il suo posto, il suo luogo eterno, le cose che erano successe in vita non avevano più nessuna importanza.
Doveva solo bere.
Spintonò gli altri spiriti con vigore, cercando di assicurarsi una sorsata più lunga, che gli beneficiasse più degli altri. Perché il piacere era sempre più veloce, sempre meno intenso e lui doveva continuare a bere.
Mentre cercava di crearsi un varco tra i corpi nudi, delle mani lo afferrarono e lo scaraventarono indietro.
Draco cercò di districarsi e di raggiungere di nuovo la pozza, ma le mani lo tenevano incollato alla fredda pietra del pavimento e lui si costrinse ad alzare gli occhi per vedere il suo aggressore.
Rimase di stucco.
Nonostante la sua vita terrena fosse ormai lontana miglia e miglia da lui, non avrebbe potuto non riconoscere quegli occhi uguali ai suoi, quei capelli identici ai suoi, quel volto così familiare per lui.
- Draco, che cosa ci fai qui?-
- Mamma!-
Lo stupore fu talmente grande che il ragazzo si dimenticò completamente del suo bisogno impellente di bere.
- Figliolo! Che cosa hai fatto?- Narcissa lo guardava con occhi pieni di lacrime, mentre gli accarezzava il viso dolcemente.
Se ne era dimenticato!
Si era dimenticato che parecchi anni prima sua madre aveva compiuto lo stesso suo gesto.
Si era dimenticato che quando il Signore Oscuro era caduto e suo padre era stato arrestato, lei si era piantata un pugnale nel petto.
Non seppe mai se fosse stato per la vergogna di vedere tutta la sua casata andare in frantumi o per la paura che le venisse riserbato lo stesso trattamento dei Mangiamorte suoi amici.
Qualunque fosse stata la motivazione, però, Draco sapeva che non c'entrava niente con quello che aveva fatto lui.
Lui l'aveva fatto per amore, qualcosa che forse lei non avrebbe mai potuto capire.
Improvvisamente il ricordo di Hermione e il suo grande sentimento per lei ricomparvero nel suo cuore ormai fermo e gelido e scattò in piedi.
- Mamma, come faccio ad uscire di qui?-
Narcissa parve impaurita e spaesata dalle parole del figlio – Cos..? Che vuol dire come fai ad uscire? Da qui non si può uscire!-
- Mamma, io devo trovare Hermione! Lei è qui da qualche parte e io devo trovarla!- Si chiese come avesse fatto a dimenticare il suo compito, quello per cui aveva rinunciato a tutto! Si chiese come avesse fatto a dimenticare l'amore della sua vita!
Davanti all'espressione sbalordita della madre lui continuò imperterrito - Ci riuscirò con o senza di te, mamma. Ma non credo che tu sia così senza cuore da non voler aiutare tuo figlio e da volerlo costringere a rimanere qui per sempre.-
- Vuoi dirmi che sei finito qui per amore? Oh Draco, che cosa abbiamo sbagliato con te io e tuo padre? Avevi una vita davanti, con la possibilità di riscattare il nostro nome nel mondo dei maghi.-
- Già perché a voi importa solo questo, vero? Non conta niente per voi quello che io provo, quello che ho provato quando mia moglie è morta. Non avevo una vita davanti, la mia vita è finita il giorno in cui lei se n'è andata. La settimana che ho trascorso senza di lei è stata la peggiore della mia vita, peggiore perfino di tutti gli anni che ho trascorso con voi. E ora tu mi dici che cosa avete sbagliato con me? Probabilmente è stata una fortuna non avervi dato ascolto, a quest'ora avrei un blasone al posto del cuore.-
Narcissa rimase sbalordita dalle parole del figlio – Tu pensi che io non ti voglia bene? Sono tua madre, Draco, il tuo bene viene per me prima di ogni cosa!-
- Ah quindi è per il mio bene che ti sei uccisa, lasciandomi solo quando avevo più bisogno di te?-
- Non ti permetto di giudicarmi! Quello era un periodo molto difficile per me!-
- E per me come credi che sia stato? Sono rimasto solo in un momento disastroso per noi. Nessuno si fidava di me, tutti pensavano che fossi un Mangiamorte. Se non ci fosse stata Hermione sarei rimasto un reietto per sempre. Lei mi ha risollevato e mi ha dato quell'amore che non avevo mai ricevuto da nessuno, nemmeno da te. – Draco si fermò un attimo, respirando profondamente. Il bisogno di bere era solo un istinto lontano ormai, ora il ricordo di Hermione assorbiva ogni cosa. – Se io non posso giudicare te per le tue scelte, neanche tu hai il diritto di giudicarmi!-
Narcissa si asciugò velocemente una piccola lacrima che le era scesa sulla guancia. – Questo ormai è il tuo posto, Draco. Nessuno sa cosa sia capitato a chi abbia provato ad uscire da qui.-
- Ma qualcuno ci ha provato, allora? Mamma – Draco prese le mani di Narcissa tra le mani – Dimmi come posso fare! Fai qualcosa che mi renda felice per una volta!-
Narcissa si morse il labbro inferiore e alla fine buttò fuori le parole tutte insieme, come se avesse paura che se avesse esitato non l'avrebbe più fatto. – Devi buttarti nella pozza!-
Draco rimase di stucco – Cosa?-
- Devi buttarti nella pozza. Non so cosa succeda dopo e non sappiamo di nessuno che sia ritornato dopo averci provato.-
Draco guardò la moltitudine di corpi nudi chini sul lago di fuoco e per un attimo ebbe paura. Ma cosa aveva da perdere? - Bene, grazie mamma!- La salutò velocemente e stava già per infilarsi tra la folla quando le mani di Narcissa lo fermarono.
- Aspetta! Vuoi...vuoi davvero farlo?-
- Certo!- Draco parve spiazzato.
- Ma...potresti anche finire all'inferno. Tua moglie potrebbe essere da tutt'altra parte. Vuoi davvero correre questo rischio?-
Draco la guardò intensamente – Mamma, la mia vita è finita ormai. Non ho niente da perdere. Ma se c'è anche una sola possibilità che possa rivedere Hermione, io la coglierò.- E dicendo questo scomparve tra la folla.
La miriade di corpi lo urtavano e spintonavano, ma raggiunse il bordo della pozza quasi immediatamente.
Di nuovo il bisogno di bere si fece preminente in lui, ma lo ignorò.
Si tuffò nel fuoco, lasciandosi dietro le raccomandazioni della madre che gli dicevano di non bere assolutamente e le urla del guardiano che si era appena accorto di aver perso uno dei propri spiriti.

La sensazione era stranissima! Come nuotare in un mare denso e bollente, che ti trascinava verso il basso.
Draco non sapeva che cosa sarebbe successo se avesse aperto gli occhi o si sarebbe permesso di respirare, ma non voleva scoprirlo. Quindi obbedì alle premure della madre e si assicurò di non bere neanche una goccia di quel liquido ingannevole.
La forza della corrente era fortissima! Un mulinello lo trascinava negli abissi della terra. Almeno così sembrava a lui.
Il tempo lì non aveva senso, come la volontà o i ricordi.
Sembrava immerso in un limbo da cui non sarebbe mai uscito e per un attimo lo credette davvero.
Poi, improvvisamente, il lago denso e bollente divenne liquido e freddo.
Tutti i suoi sensi, per quanti ne avesse da morto, si risvegliarono e in un turbinio velocissimo si ritrovò disteso in un canale di scolo.
Aprì gli occhi confuso. La penombra era fastidiosa dopo tanta luce.
Si alzò a fatica dal canale maleodorante e si guardò attorno con circospezione.
Era al chiuso, sembrava che si trovasse nel sottosuolo di una grande città, dove i ratti e ogni genere di malattie la facevano da padrone.
Ma lui non doveva preoccuparsi di questo. Era già morto.
Un tubo enorme dietro di lui riversava acqua putrida nel canale dove si trovava. Lui era arrivato da lì.
Si affrettò a togliersi dal corso d'acqua salendo su una piattaforma di cemento vicina a lui.
Era bagnato fradicio e per di più nudo.
Questo non gli aveva provocato molti problemi nella Cava dei Suicidati, ma ora si sentiva insicuro, vulnerabile.
Cominciò a camminare, traballando per le poche energie e per il freddo. Più di una volta rischiò di cadere nuovamente nel canale.
Si sentiva debole e aveva la nausea, probabilmente per il tanfo di quel luogo o per il fatto che lui non doveva trovarsi lì.
Non pensava che la morte fosse così complicata. Mano a mano che la conosceva gli sembrava più terribile di tante vite.
Non pensava che sensazioni reali come la paura, il freddo, l'amore l'avrebbero ancora perseguitato.
Lui voleva solo ritrovare Hermione, ma a quanto pare non era così semplice come pensava.
Dopo un tempo che gli sembrò eterno, vide una piccola scala a pioli che si arrampicava su per il muro.
Speranzoso che quello che avrebbe trovato al di fuori sarebbe stato meglio di dove era ora, cominciò a salire lentamente.
Su in cima scoprì un coperchio circolare, probabilmente un tombino, abbastanza grande da lasciarlo passare.
Lo sollevò con le poche forze che gli rimanevano. Ma la speranza di trovare luce in superficie si rivelò vana.
Aveva ragione, era finito proprio nel sottosuolo di una città, ma quello che vide una volta uscito dal tombino lo destabilizzò completamente.
Quella non era una città qualsiasi, anche se gli alti palazzi e le strade deserte avrebbero potuto ingannare anche uno degli abitanti.
Quella era Londra.
Londra dell'aldilà.
Draco cominciò a camminare tra le strade vuote, riconoscendo pub, negozi e ristoranti di quella che, in vita, era la sua città.
Ma questa non aveva gli stessi colori, la stessa energia, la stessa vitalità.
Era completamente vuota e grigia.
Il cielo era plumbeo e sembrava stesse per venire giù un temporale. L'aria era fredda e ogni sensazione positiva sembrava essere stata risucchiata insieme ai colori della città.
Per un attimo Draco si guardò intorno impaurito, credendo che i Dissennatori fossero arrivati anche lì, togliendogli la speranza di ritrovare sua moglie. Perché in ogni secondo che passava tra quelle vie si sentiva sempre più demotivato e scoraggiato.
Senza sapere come si trovò in Trafalgar Square.
Gli schermi pubblicitari erano spenti, i negozi lì intorno chiusi, le finestre degli appartamenti sbarrate.
La tristezza che provava in quel luogo era opprimente.
Decise di andarsene via al più presto.
Cominciò a correre nella direzione opposta da cui era venuto, con la speranza di trovare un taxi questa volta, o una cabina telefonica che lo portasse in un altro luogo, che lo portasse avanti.
Trovò dei cenci chissà come tra un mucchio di carta e stracci vecchi sparsi per la strada.
Li indossò.
Erano un paio di pantaloni logori e una giacca da cui mancava la manica destra.
Per lui andavano benissimo!
Percorse forse chilometri tra le strade tanto familiari in vita e mai una volta scorse anima viva, tanto che era ormai sicuro che non ci fosse nessuno.
Si stupì grandemente quindi, quando un uomo alto e atletico gli sbarrò la strada.
Aveva capelli rossi e baffi più lunghi del dovuto, ma era abbastanza giovane. Forse aveva la sua età.
- Che cosa ci fai qui?-
Draco non seppe che rispondere.
L'uomo continuò – Sembra che ti sei perso. Forse perché questo non è il tuo posto!-
Lo stupore iniziale di Draco si tramutò presto in paura.
Cominciò a guardarsi attorno. Ora sembrava che ci fossero degli occhi che lo osservavano dietro le finestre sbarrate.
- Chi ti dice che questo non sia il mio posto?-
L'uomo sorrise sotto i lunghi baffi – Perché questa è la mia Città e io conosco ogni anima che ne fa parte.-
- Bè io sono arrivato da poco, sono appena morto.- Mentì spudoratamente Draco.
L'uomo rise. – No che non lo sei e non fai nemmeno parte di questa Città. Tu sei un intruso!-
Draco cominciò ad indietreggiare impercettibilmente.
L'uomo, di contro, cominciò ad avanzare verso di lui.
Ora si sentivano brusii tra i vicoli e dietro le carcasse delle macchine.
Si percepivano corpi e sguardi dietro ogni angolo.
- E sai cosa facciamo noi agli intrusi?- Continuò l'uomo con un sorriso diabolico sul viso.
- Noi?- Chiese Draco debolmente, mentre veniva lentamente circondato da centinaia di anime. In mano a queste un intero arsenale di armi.
Draco urtò la schiena contro il muro di un palazzo, mentre gli spiriti si avvicinavano sempre di più.
Era in trappola!
L'uomo si fermò ad un centimetro dal suo naso. Il tanfo del suo alito gli arrivò in gola.
- Li distruggiamo con la nostra ira!-
Draco non riuscì nemmeno a pensare a cosa sarebbe successo, che fu soffocato da migliaia di corpi su di lui.


NOTE DELL'AUTRICE:

Salve a tutti lettori!!!
Mi scuso con tutti voi per il terribile ritardo, ma spero almeno che il capitolo vi sia piaciuto!
Nel prossimo ci sarà un cambio di prospettiva, ma non voglio anticiparvi niente altrimenti vi rovinerei la sorpresa.
Vi ricordo sempre di visitare la mia facebook se volete.
Un bacio a tutti.
Sundayrose.  

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