capitolo sette.

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È pomeriggio tardi, io sono solo nella mia stanza, chiuso nei miei pensieri, con la chitarra in mano e una penna tra le labbra.

Ogni pomeriggio uscivo, con molti amici e amiche, ma l'unica cosa che ora vorrei fare e sprofondare tra le braccia di Daniele e assaporare le sue labbra..

Quelle labbra..

Così carnose..
Così invitanti..

Le labbra che sono state toccate dagli altri e non da me.

Quelle fottute labbra rosse che mi fanno mandare in tilt il cervello.

Poi non parliamo di lui, i suoi occhi.

I suoi sguardi.

I suoi sorrisi.

Il primo è quando cerca di non ridere e sforza un sorriso con le labbra chiuse.

Il secondo quando schiude un po' le labbra e nel suo viso c'è una piccola luce di speranza che lui stia bene.

Il terzo è quando ti guarda e mostra un po' i suoi denti.

Il quarto, che adoro, è quando mostra direttamente tutta la sua perfezzione.
Sorride come non mai, sorride a trentadue denti, come se non ci fosse un domani.

Poi non parliamo del fatto che si morde il labbro e si tocca il ciuffo quando è a disagio, la sì, impazzisco del tutto e mi verrebbe voglia di premere le mie labbra sulle sue.

All'improvviso mi vibra il telefono e noto che è daniele

[Il contatto viene salvato piccolo]

Piccolo:mi manchi. :))

Gabry: anche tu.

Sorrido e spengo il telefono, prendo la chitarra e inizio a suonare.

La prima volta che ho toccato il fondo, credevo di non poter scendere di più.
Ma da quando mi hai mostrato il tuo mondo, ho capito che non basta amarti per tornare su..

Colpa mia, colpa tua, colpa di nessuno, nemmeno immagini le notti che ho passato in bianco.
Se tu sapessi quanti progetti ho mandato in fumo, e dal momento che hai deciso di prendere il largo, di volare in alto accanto agli aeroplani, interferendo sulla rotta che fanno i gabbiani.

Appena mi fermo, noto che cantando ho aggiunto un altro pezzo, prendo subito carta e penna e inizio a scriverlo.


Sento bussare dalla finestra e noto che è Daniele, mi alzo dal letto e gli apro, mi sorride e mi abbraccia "gab. Sei fantastico. Hai suonato un pezzo favoloso, lo stai scrivendo tu?" Dice sorridendo a trentadue denti.
Ricambio il sorriso e annuisco "ti prego, ricantamelo." Mi siedo sul letto e inizio a cantare.

"

La prima volta che ho toccato il fondo, credevo di non poter scendere di più.
Ma da quando mi hai mostrato il tuo mondo, ho capito che non basta amarti per tornare su..

Colpa mia, colpa tua, colpa di nessuno, nemmeno immagini le notti che ho passato in bianco.
Se tu sapessi quanti progetti ho mandato in fumo, e dal momento che hai deciso di prendere il largo, di volare in alto accanto agli aeroplani, interferendo sulla rotta che fanno i gabbiani.
"

Prendo fiato e lo guardo, lui è in piedi, davanti a me con gli occhi che gli luccicano, quel luccichio di una persona che capisce il testo, che gli entra dentro e se lo sente.
Ho trovato un amico fantastico, poche persone sono come lui, anzi, nessuna.

Lui è un ragazzo diverso, è misterioso,  e ora che ci penso non so niente di lui.
So solo che è come me e ha una cugina, mentre lui sa parecchie cose di me, da come si comporta.

Sento delle braccia attorno al mio collo e mi risveglio dai miei pensieri, mi sta abbracciando, di nuovo.

Ho il cuore a mille, ogni volta che si avvicina, mi fa impazzire, e ora? Come reagisco dopo esserci staccati?

Lo stringo forte a me e sento la sua guancia muoversi e deduco che stia sorridendo.

So che sente il mio battito, so che capisce che sono a disagio, so che sa che mi piace e vorrei baciarlo.

Appena apro gli occhi, che non mi ero accorto di aver chiuso noto mio padre davanti la porta, ha la mano sulla maniglia, che ha le nocche bianche, e l'altra lungo il corpo, rinchiusa in un pugno.

Mi stacco e Daniele si mette subito di lato, si tocca il ciuffo e con la coda dell'occhio noto che è a disagio "è la seconda volta che te lo dico in due giorni, esiste la parola bussare" dico con tono secco.

"Perchè, ti da fastidio mostrare la tua parte da gay? Zanaga."
Stringo i pugni, mi giro verso Daniele e con una mano, lo avvicino a me, appoggiandogli l'altra nel fianco e avvicinandomi, so che lo sto facendo per il nervoso, ma l'ho sempre voluto.

Appoggio delicatamente le mie labbra sulle sue e lentamente le assaporo.
Metto una mano sulla sua guancia e continuo a baciarlo, dando spazio alle nostre lingue che si assaporano.

Sa di menta e lo adoro.

Le nostre lingue danzano contemporaneamente e senza nessun distacco.

Sento le mani di Daniele dietro il mio collo e lo tiro ancora più vicino a me.

Amo assaporare le sue labbra

Sono così morbide,

Perfette.

Non hanno nessuna inperfezione, sono semplicemente una calamita per me.

"Basta adesso." Sento urlare mio padre, mi stacco e lo guardo "non bisogna dare spettacolo, noto che stando da solo con tua sorella, non sei molto educato, e lei? Lei sarà peggio."

Mi avvicino a mio padre ma sento Daniele tenermi "esci." Detto questo, lui esce e io serro i pugni.

Tiro un pugno al muro e mi giro verso Daniele, lo guardo, meglio di quando lo guardavo le altre volte.

Si avvicina e mi stampa un bacio nella guancia, per poi abbracciarmi "stai calmo, non farti male. Se tuo padre non ti accetta, non deve fregarti, deve darti più forza, così si combatte piccolo."

Lo stringo forte a me "scusa..non volevo..solo che..tutto così infretta.." si stacca e mi guarda "mi è piaciuto, non chiedermi scusa." Sorride e io rimango sbalordito "ciao piccolo. Io vado, ci vediamo domani" mi sorride ed esce dal balcone

Mi mordo il labbro e mi sdraio nel letto.

Un incontro che mi ha cambiato la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora